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    In tanti in piazza contro le armi siriane al porto di Gioia

     

     

    In tanti in piazza contro le armi siriane al porto di Gioia

    01 feb 14 Sono scesi in piazza, nonostante una pioggia battente, per ribadire che loro le armi chimiche provenienti dalla Siria nel porto di Gioia Tauro non le vogliono. In centinaia, tra i quali molti studenti, hanno risposto all'appello dei sindaci della Piana di Gioia Tauro e stamani si sono presentati in piazza Nunziante, davanti al municipio di San Ferdinando, comune sul cui territorio ricade gran parte del porto. Anche le rassicurazioni fornite ieri dal presidente della Regione Giuseppe Scopelliti al Consiglio regionale, non sono servite a far recedere dalla protesta. Due grandi striscioni con la scritta "no ai veleni, sì alla vita" e "no a decisioni prese dall'alto, Gioia dice basta", hanno fatto da sfondo alla manifestazione, nel corso della quale alcuni sindaci della Piana si sono alternati per motivare il no al transito delle armi chimiche. Al loro fianco il presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, che ha definito "scellerata" la decisione del Governo. "Nessuno - ha detto - può pensare di operare sulla testa dei cittadini. Il Governo deve istituire un tavolo permanente sui problemi del porto, della Piana di Gioia Tauro e della provincia". "Era ora - gli ha fatto eco Emanuele Oliveri, primo cittadino di Melicuccà e presidente dell'assemblea dei sindaci della Piana - che questo territorio scendesse in piazza per rialzare la testa. Noi siamo stati i soli a confrontarci con la gente per dire no al trasbordo, una scelta che contestiamo nel metodo e nel merito: perché il territorio non è stato preventivamente informato e coinvolto e perché abbiamo il diritto di tutelare la salute dei cittadini". Oliveri, così come gli altri sindaci, ha ribadito di non essere contrario alle operazioni di disarmo. "Ciò che vogliamo, però - ha sottolineato - è che queste operazioni si facciano nel rispetto dei territori e dei diritti della gente". Se davvero Gioia Tauro è il miglior porto del Paese, hanno rimarcato i primi cittadini, "devono dimostrarcelo sempre. Non ci si può ricordare della Piana solo per operazioni di questo genere perché questo è un territorio dove si chiudono gli ospedali ed i tribunali, le strade sono fatiscenti e il trasporto pubblico è inesistente". "Non vogliamo baratti", ha rimarcato, da parte sua, il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi, "ma rassicurazioni e maggiore attenzione ai problemi del territorio". Il padrone di casa, il sindaco di San Ferdinando, Domenico Madafferi, invitando al senso di responsabilità, ha precisato che il messaggio lanciato è quello "di dire no alle imposizioni dall'alto. Non ci possono sempre chiedere sacrifici". Il sindaco di Gioia Tauro Renato Bellofiore ha voluto rimarcare che "il no non è ideologico e strumentale; abbiamo ricordato al Governo che è un'operazione rischiosa. Sul territorio non esiste un ospedale in grado di affrontare eventuali emergenze". All'iniziativa hanno partecipato anche i sindaci di Polistena, Michele Tripodi, di Cittanova, Alessandro Cannatà, e di Cinquefrondi, Marco Cascarano; il consigliere regionale Giuseppe Giordano ed i parlamentari Francesco Molinari (M5S) e Rosanna Scopelliti (Ncd).

    ''Avevamo, nei giorni scorsi, espresso la nostra totale contrarietà in merito alla scelta vergognosa del governo di autorizzare il trasbordo delle armi chimiche siriane nel Porto di Gioia Tauro. Una scelta calata dall'alto contro la volontà del territorio e della popolazione. E bene hanno fatto i Sindaci dei Comuni della Piana ad alzare coralmente la voce per opporsi a questa scelta, promuovendo la manifestazione di sabato 1° Febbraio a San Ferdinando''. E' quanto si legge in una nota congiunta delle segreterie regionale e provinciale di Reggio Calabria del Pdci. ''Ribadiamo con forza - prosegue la nota - che la Calabria e il Sud non possono essere la pattumiera del mondo. Non è accettabile che tutto quello che nessuno vuole allora viene rifilato a questo territorio devastate inquinato dalle ecomafie e dalle scelte politiche governative che lo hanno trasformato nella sede degli impianti tossici, nocivi e inquinanti che non trovano collocazione da nessuna altra parte. Purtroppo, ove ce ne fosse bisogno, anche questo è un segno evidente di una 'Questione Meridionale' mai risolta; anzi, semmai sempre più attuale. Per cui nel condividere la scelta di organizzare la manifestazione di protesta organizzata dalle Amministrazioni comunali, dalle associazioni e dalle organizzazioni presenti sul territorio, dichiariamo la nostra adesione e preannunciamo la nostra partecipazione alla manifestazione''.

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