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    L'Italia dei treni è spaccata in due

     

     

    L'Italia dei treni è spaccata in due

    18 dic 14 Un'Italia a due velocità quella dei treni: se da un lato Frecciarossa e Italo sono in crescita dall'altro quella di Intercity e treni regionali mostrano tagli e passeggeri in calo. Questa la fotografia sul trasporto ferroviario scattata da Legambiente nel nuovo report dedicato in particolare ai pendolari, presentato oggi a Montecitorio. Secondo 'Pendolaria 2014' per esempio "in Sicilia dal 2002 ci sono stati solo tagli e nessun treno nuovo; mentre in Piemonte e Campania c'è stato un crollo dei pendolari". Ma viene fatto presente che dove "si investe i passeggeri crescono"; è per questo che sono stati premiati "Trentino Alto Adige, Toscana, Puglia". Per Legambiente "tre milioni di pendolari meritano ben altra attenzione da parte del governo Renzi e delle regioni. Non sono le grandi opere dello Sblocca Italia la risposta alla crisi ma investimenti nelle città e nei treni pendolari". L'Italia dei treni 'lenti' regionali - si spiega - si muove tra "tagli (-21% in Abruzzo, -16% in Calabria), ritardi e disservizi, e con quasi 1200 km di rete ferroviaria 'storica' ormai chiusi". Sono sempre meno i passeggeri delle linee regionali: "se ne contano 90 mila in meno al giorno". La situazione che i pendolari stanno vivendo - afferma il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini - deriva dai tagli al trasporto pubblico e dall'assenza di controlli; responsabili sono il ministero delle Infrastrutture e le regioni. Non è colpa dei Frecciarossa se la situazione è così difficile per i pendolari. Però è vero che quel successo è figlio di investimenti e attenzioni, che oggi si devono spostare nelle aree urbane per dare risposta a quasi 3 milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno". "Le regioni hanno tagliato in media del 10% con punte del 20%, un treno su cinque - osserva Vincenzo Soprano, Ad Trenitalia - la competizione è la chiave per lo sviluppo della crescita. Ci sono anche regioni che ci hanno puntato; le gare sono l'unica soluzione. Il modello da seguire non è quello inglese ma quello tedesco". Le Frecce e Italia vanno infatti bene: "tra Roma e Milano l'aumento dell'offerta in 7 anni è stato pari al 450% e anche nel 2014 crescono dell'8% i passeggeri". Mentre per esempio ci sono regioni come la Campania in cui "dal 2010 ad oggi sono stati effettuati tagli complessivi del 19% al servizio con punte di meno 50% su alcune linee; la conseguenza è che ci sono 150 mila persone in meno sui treni campani". Anche in Piemonte a causa di meno servizi e della cancellazione di "ben 14 linee" hanno fatto scendere di 33 mila i passeggeri in 4 anni. Pesa anche la questione "tagli e aumento del costo dei biglietti, oltre che la chiusura di alcune linee": tra il 2009 e il 2012 mentre i passeggeri aumentavano del 17% le risorse statali per il trasporto regionale su gomma e ferro veniva ridotto del 25%. Nel 2014 per esempio l'aumento in Calabria è stato del 20% a fronte di un "servizio carente". Tra gli altri aumenti: Piemonte (47%), Abruzzo (25%), Lazio (15%) con un "servizio inadeguato", Liguria (41%, in 4 anni).

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