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    Chiese il pizzo a ristorante di Bologna e incendiò locale, crotonese in manette

     

     

    Chiese il pizzo a ristorante di Bologna e incendiò locale, crotonese in manette

    30 apr 14 Cattura, da parte della Polizia, per un cittadino calabrese, pregiudicato, che, negli scorsi mesi, aveva taglieggiato un ristoratore bolognese e appiccato un incendio nel suo locale. L'uomo - Rosario Liberti, crotonese di 40 anni - è stato arrestato, sabato scorso, dalla Squadra Mobile di Crotone. In base alle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Bologna, l'uomo aveva preso di mira il titolare di un ristorante felsineo con diverse richieste estorsive e minacce di morte, fino ad arrivare ad incendiare parte del locale a scopo intimidatorio. L'arresto, sabato scorso, in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall'Autorità Giudiziaria.

    "Vedi cosa succede a chi si comporta male?". All'indomani di un incendio doloso appiccato al dehor del suo locale, la frase era chiaramente una minaccia per un ristoratore bolognese, che dopo questa e altre intimidazioni aveva ceduto e pagato il pizzo, temendo altre conseguenze. Prima qualche centinaio di euro, poi altri duemila, oltre ad alcune cene gratis che il taglieggiatore pretendeva di consumare. Il commerciante però si è rivolto alla polizia che, a quasi un anno di distanza dai fatti, ha arrestato il presunto estorsore. Rosario Liberti, crotonese di 40 anni, già noto alle forze dell'ordine, è stato raggiunto sabato da un ordine di custodia cautelare in carcere, chiesto dal Pm Beatrice Ronchi, della Procura di Bologna. La notte del 24 giugno scorso l'uomo era stato immortalato da una telecamera di sicurezza lungo la via del centro storico dove si trova il ristorante, poco prima che fosse appiccato l'incendio. I fotogrammi, incrociati alle testimonianze del titolare del locale e alle indagini della polizia, lo hanno smascherato. Le richieste estorsive erano cominciate qualche settimana prima, all'inizio sotto forma di un prestito. Poi, dopo il rogo, l'uomo era passato a minacce più esplicite: "Sai sono calabrese e anche se mi denunci e vado in galera - gli diceva - ho degli amici". Il provvedimento di custodia cautelare, inizialmente non accolto dal Gip, in seguito all'Appello della Procura alla fine è diventato esecutivo. Gli è stato notificato nell'abitazione a San Mauro Marchesato (Crotone) dove era ai domiciliari per spaccio di droga. Gli investigatori escludono che l'uomo abbia davvero legami con la criminalità organizzata: probabilmente era solo qualcosa che voleva fare credere, per rendere più convincenti le minacce.

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