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    Inchiesta Black Monkey: caratura boss Femia non condivisa

     

     

    Inchiesta Black Monkey: caratura boss Femia non condivisa

    30 apr 14 Pur non essendoci dubbi sul fatto che Nicola Femia "sia un personaggio di elevatissimo spessore delinquenziale e che abbia qualificati contatti con soggetti intranei o direttamente collegati con la criminalità organizzata", nel caso concreto di tre condanne arrivate nell'inchiesta 'Black Monkey' "non risulta che la caratura mafiosa di Femia sia stata trasmessa all'intera struttura associativa, giungendo a compenetrarla e caratterizzarla". Sono i motivi per cui il Gup di Bologna Andrea Scarpa ha derubricato il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso in associazione semplice nella sentenza, comunque di condanna, per Ciriaco Carozzino (sette anni e sei mesi), Giovanni De Marco (sei anni) e Giuseppe Mascheretti (un anno e sei mesi). I tre il 22 gennaio erano stati condannati in rito abbreviato dal Gup che aveva deciso anche i rinvii a giudizio per Femia, ritenuto a capo di un'organizzazione che faceva profitti con il gioco illegale e altre 22 persone, a 13 delle quali - il dibattimento è in corso in questi giorni ed è ritenuto da più parti simbolico per la lotta alla criminalità organizzata in Emilia-Romagna - il Pm Francesco Caleca contesta l'associazione di tipo mafioso. Reato mafioso che però non ha retto nel caso di questi abbreviati: "le acquisizioni investigative ottenute - scrive il giudice - non hanno dimostrato che l'organizzazione in sè fosse caratterizzata da un alone permanente di intimidazione diffusa, tale da mantenersi viva anche a prescindere dai singoli atti vessatori e finalizzata alla realizzazione del programma del sodalizio". Condanne erano state decise in quell'occasione anche per Ciro Irco (cinque anni e quattro mesi per estorsione) e Nicola Paparusso (un anno e dieci mesi per millantato credito), mentre erano stati assolti Luigi Tancredi (difeso dall'avv. Giovanni Sacchi Morsiani) e Gian Loris Mengo.

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