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    Rischio terremoti, Emilia Romagna dice stop a trivellazioni

     

     

    Rischio terremoti, Emilia Romagna dice stop a trivellazioni

    15 apr 14 Ora, chi vorrà, potrà farsi un'idea di quanto sia complicata la ricerca nell'ambito dei rapporti tra attività di estrazione e terremoti navigando sul sito del servizio Geologico, sismico e dei suoli della Regione Emilia-Romagna. Si farà un'idea, leggendo il rapporto 'Ichese' di quanto sia difficile passare dalla "scienza" astratta ad una "conoscenza" in grado di guidare le scelte dei decisori e tenere a freno i legittimi timori. Di come "non è possibile escludere, ma neanche provare" una correlazione tra attività di sfruttamento del sottosuolo e il sisma che nel maggio 2012 ha colpito l'Emilia. Intanto, della vicenda nata intorno al rapporto della commissione tecnico-scientifica chiamata da Regione Emilia-Romagna e dipartimento della Protezione civile a capire i rapporti tra attività di esplorazione alla ricerca di idrocarburi e terremoto, resta una moratoria sulle nuove trivellazioni, le scuse di Vasco Errani per come la notizia del rapporto sia uscita (attraverso le indiscrezioni della rivista Science la scorsa settimana) e la speranza che, dal caos, possano nascere linee guida valide in tutto il Paese per valutare al meglio i rischi dell'estrazione. Per ora, appunto, come ha detto in aula l'assessore Paola Gazzolo ai consiglieri regionali e ad una cinquantina dei comitati No-Triv (pronti al mugugno e all'applauso, ma alla fine non molto soddisfatti dell'esito del dibattito e del successivo incontro con gli assessori) "La Regione ha deciso di estendere, sino alla acquisizione dei risultati delle azioni, la sospensione in tutta l'Emilia-Romagna di qualsiasi nuova attività di ricerca e coltivazione come abbiamo fatto sin qui nel cratere". E, per quanto riguarda il campo di Cavone, nel comune di Mirandola - quello su cui il rapporto non ha di fatto escluso completamente una correlazione con il terremoto - domani è in programma un incontro al Mise con 'La Soc Gas Plus', società che gestisce l'impianto perché l'attività del sito sia finalizzata non alla produzione ma alla ricerca scientifica. Con l'obiettivo, ha spiegato Errani, di raccogliere sul campo dati concreti. Il presidente Errani in aula si è preso la responsabilità del modo in cui il rapporto è stato divulgato. Una scelta che si è rivelata sbagliata, fatta "in buona fede" per non diffondere allarmismo: "Quando è arrivata la relazione - ha detto Errani in aula - mi sono interrogato, non mi dava risposte risolutive. Dice, non si può escludere e non si può affermare. Non volevamo ingenerare allarme e quindi volevamo accompagnare la sua diffusione con le scelte - ovvero con le raccomandazioni fatte dalla stessa commissione - Ma non si può pensare che non si volesse diffondere". Ora l'obiettivo è quello che dalle raccomandazioni, escano quelle linee guida (dovrebbero essere pronte entro un mese) che potrebbero essere adottate in tutto il Paese - e su questo la stessa assemblea ha votato, a maggioranza, una risoluzione.

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