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    Ex operai Italcementi Vibo protestano su silos

     

     

    Ex operai Italcementi Vibo protestano su silos

    28 ago 14 Cinque ex operai dell'Italcementi di Vibo Valentia Marina, chiuso da un anno, sono saliti su uno dei silos dello stabilimento e minacciano di lanciarsi nel vuoto. Alla base della protesta la rivendicazione di una soluzione alternativa al licenziamento. I lavoratori si dicono anche contrari alla decisione del Governo di finanziare la cassa integrazione fino a dicembre senza alcuna prospettiva futura di ricollocazione. Altri lavoratori, pur non salendo sui silos, sono fermi davanti ai cancelli dell'azienda per sostenere i loro colleghi nella protesta. Prima della chiusura, nello stabilimento Italcementi di Vibo Valentia Marina lavoravano ottanta operai. È stato anche attivato un tavolo per la riconversione del sito produttivo.

    "La disperata iniziativa dei lavoratori dello stabilimento Italcementi di Vibo Marina, che stamane sono saliti sulla torre dell'impianto in dismissione per protestare contro l'ormai imminente perdita del proprio posto di lavoro e la fine della cassa integrazione straordinaria, porta nuovamente alla ribalta una vicenda emblematica del fallimento del governo regionale di centrodestra, lo stesso che continua a restare incollato alla poltrona a 5 mesi dalle dimissioni di Scopelliti". Lo afferma in una nota il candidato alle primarie del centrosinistra per la presidenza della Regione, Gianluca Callipo. "La vertenza Italcementi - aggiunge - è molto complessa e può dare adito a diverse interpretazioni, ma una cosa è certa: la Regione non ha fatto nulla perché si giungesse a una conclusione positiva e si evitasse la chiusura di una realtà industriale sana, che generava ricchezza sul territorio per 100mila euro al giorno. Un'economia che assicurava lavoro e futuro a circa 400 famiglie, tra quelle dei dipendenti e le imprese dell'indotto. Una realtà che la Regione non ha difeso come avrebbe potuto e dovuto, mettendo sul tavolo un piano di investimenti per il potenziamento infrastrutturale del porto, l'impegno per un più agevole utilizzo delle materie prime presenti in zona e lo snellimento delle pratiche burocratiche. Invece Scopelliti ed i suoi consiglieri regionali hanno favoleggiato di un hub crocieristico, un parco divertimenti e altre amenità di questo tipo, con il solo obiettivo di tacitare le proteste crescenti di chi, i lavoratori, cominciava a sentirsi con le spalle al muro. Tra le prime cose che farò una volta alla guida della Regione sarà quella di convocare l'amministratore delegato di Italcementi, nella volontà di azzerare la fallimentare gestione della vertenza da parte del centrodestra e ricominciare a ragionare sulle possibili soluzioni affinché lo stabilimento di Vibo Marina riparta, anche a seguito di una riconversione. L'impianto, uno dei più moderni d'Europa, è ancora lì e su questo bisognerà cominciare a confrontarsi".

    "Dinanzi l'esasperazione di tanti lavoratori costretti a vivere in un clima di precarietà e a guardare il loro futuro e quello delle rispettive famiglie con profonda preoccupazione, non posso astenermi dall'esprimere la mia piena vicinanza e solidarietà, sia politica che umana". E' quanto afferma il Deputato del Partito Democratico Bruno Censore, circa la protesta degli operai dell'Italcementi di Vibo Valentia Marina. "Sono convinto - prosegue Censore - che la crisi economica, sociale ed occupazione non derivi unicamente da fattori di contesto nazionale e internazionale, ma anche dall'inadeguatezza politica regionale che spesso, soprattutto nel recentissimo passato, ha costituito un grosso ostacolo per un'inversione di tendenza rispetto alla situazione attuale. Mi spiego meglio: lo scorso anno, convinti della necessità di andare oltre i negoziati circoscritti e limitatamente territoriali, eravamo riusciti a far assumere alla vicenda i crismi di una vera e propria vertenza nazionale, spostando, così, il tavolo della discussione da Vibo a Roma con il pieno coinvolgimento del Governo. Grazie all'interessamento del Ministero dello Sviluppo economico, era stato avviato un percorso che aveva portato Nomisma, una delle più importanti società italiane che operano nel campo della ricerca economica e sociale, ad elaborare uno studio di fattibilità diretto a verificare una riconversione produttiva del sito Italcementi di Vibo Valentia e ad avviare un'azione di scouting al fine di individuare nuovi investitori. Dopo un attento studio del territorio vibonese Nomisma aveva individuato alcuni possibili percorsi da seguire, tenendo conto anche della formazione dei lavoratori e della possibilità d'impiego in settori diversi da quello del cemento. Tra gli scenari possibili di riconversione del sito, Nomisma aveva individuato la produzione di combustibili solidi secondari a valle della raccolta e del trattamento della differenziata, la produzione di energia elettrica e di calore con biomasse e la realizzazione di un centro per la raccolta del rottame di vetro". "Ipotesi di riconversione - conclude Censore - che sono scemate dinanzi al deciso no dell'allora governatore Scopelliti e di qualche stravagante congettura avanzata da chi, presumibilmente, aveva l'unico scopo di conquistare un misero trafiletto di giornale sulla stampa locale. Oggi le conseguenze ricadono sui lavoratori, sulle loro famiglie e su un territorio che rischia di rimanere sempre più marginale nello scenario produttivo del Paese".

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