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    Roccella Jazz rinviato a dicembre

     

     

    Roccella Jazz rinviato a dicembre

    11 ago 14 "A causa dell'inaspettato slittamento da fine luglio ai primi di settembre del contributo ministeriale, il Festival Jazz di Roccella è stato rinviato alla seconda metà di dicembre". Lo comunicato, in una nota, il sindaco di Roccella Ionica, Giuseppe Certomà, ed il presidente dell'Associazione Culturale Jonica, Sisinio Zito, organizzatori dell'evento. "La decisione - proseguono - non era evitabile stante la pressoché totale dipendenza della nostra manifestazione dai contributi pubblici. Più volte abbiamo denunciato in passato l'assenza, assolutamente immotivata, di qualsiasi sponsor di rilievo, sia pubblico che privato, da una manifestazione di prestigio e notorietà internazionali come il Festival. A questa circostanza fortemente sfavorevole, se non addirittura proibitiva, comune a molte importanti iniziative culturali della Calabria e di altre regioni meridionali, occorre aggiungere le lungaggini, la farraginosità e talvolta il puro nonsenso delle procedure burocratiche a livello regionale e nazionale. Procedure capaci di creare ostacoli insormontabili e perfino di uccidere progetti e realtà culturali che andrebbero invece incoraggiati e sostenuti". "Facciamo appello - proseguono Certomà e Zito - a tutti coloro che, in Calabria ed in Italia, considerano Roccella Jazz come una componente significativa della vita culturale della regione e del Paese affinché diano il loro appoggio al perseguimento di due obiettivi irrinunciabili. Il primo: la fine dell'aperta discriminazione che viene operata, per quanto riguarda le sponsorizzazioni, nei confronti non solo di 'Rumori Mediterranei' ma di altre importanti manifestazioni che si svolgono a sud di Roma. Di questo fatto, che costituisce un aspetto sconosciuto e non del tutto marginale della Questione Meridionale, potremmo dare non pochi esempi e se necessario lo faremo. Non è più tollerabile che imprese finanziate col denaro di tutti i cittadini concentrino la loro munificenza su determinate aree; o che imprese private che si reggono in misura significativa sul mercato calabrese e meridionale non sentano il dovere di dare un po' di attenzione al contesto sociale che le circonda e le alimenta. Il secondo obiettivo è l'affermazione, anche nel campo della cultura, del principio secondo il quale sono le regole e le procedure a dover essere finalizzate agli scopi che si vogliono raggiungere, e non questi a quelle". "Dobbiamo batterci - concludono Certomà e Zito - affinché ci si incammini, anche sul terreno che tutti a parole considerano di importanza primaria e cioè quello della cultura, sulla strada della sua soluzione".

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