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    58 anni fa la tragedia delle miniere di Marcinelle

     

     

    58 anni fa la tragedia delle miniere di Marcinelle

    08 ago 14 Duecentosessantadue rintocchi, uno per ciascuna delle vittime, di cui 136 italiane. La campana del Bois du Cazier torna a lanciare il suo monito nel 58mo anniversario della tragedia di Marcinelle, una delle sciagure più gravi avvenute in miniera, che unì nello stesso destino lavoratori di dodici nazionalità diverse. La ricorrenza diventa così occasione per riflettere "sui pressanti temi dell'integrazione degli immigrati e della sicurezza sul luogo del lavoro", ma anche "un forte sprone a perseguire questi obiettivi col massimo impegno" al livello nazionale e comunitario, come sottolinea il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un anniversario che richiama "all'impegno comune per garantire a tutti migliori opportunità di lavoro e garanzie di sicurezza" di fronte "ad una crisi che spinge di nuovo molti italiani" ad emigrare, osserva il ministro degli Esteri Federica Mogherini. Ma una commemorazione che invita anche a dare "risposte efficaci" ai migranti partiti "per l'Europa da Paesi lontani", e che in molti vedono naufragare "il sogno di una vita dignitosa ed in pace già lungo il viaggio nel Mediterraneo". Perché per l'Italia Marcinelle è soprattutto "una tragedia dell'emigrazione", come evoca il sottosegretario agli Esteri Mario Giro, presente alla cerimonia assieme all'ambasciatore italiano in Belgio Alfredo Bastianelli e al console generale di Charleroi Iva Palmieri. "Un sacrificio che rimarrà per sempre l'emblema dell'immigrazione italiana e dell'integrazione sociale", ricorda il presidente del consiglio regionale dell'Abruzzo Giuseppe Di Pangrazio, arrivato alla commemorazione col sindaco di Manoppello (Pescara), Gennaro Matarazzo, territorio che ha pagato il tributo umano più alto. In effetti nel secondo dopoguerra in Belgio arrivarono in tanti, 140mila dall'Italia, per diventare 'gueules noires', facce annerite dal carbone. Questo anche in virtù di un accordo: l'Italia inviava duemila minatori a settimana in cambio di 200 chili di carbone al giorno a emigrato. Ma l'8 agosto 1956, alle 8.10, nelle miniere del Bois du Cazier, ora patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco, qualcosa ando' storto. L'attivita' di estrazione era appena cominciata quando improvvisamente, all'altezza della piattaforma del piano 975, la gabbia-ascensore in cui era stato inserito un carrello pieno di carbone, per sbaglio parti' prima di chiudersi completamente. Nella corsa trancio' di netto due cavi elettrici provocando un incendio. In breve le fiamme avvolsero travi e strutture in legno. Solo dodici operai riuscirono a risalire in superficie. Tutti gli altri lavoratori rimasero intrappolati sotto il livello dell'incendio.

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