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    Senza stipendio da mesi, sit in dei sorveglianti idraulici

     

     

    Senza stipendio da mesi, sit in dei sorveglianti idraulici

    06 ago 14 Alcune decine di lavoratori del servizio di sorveglianza idraulica hanno tenuto stamani un sit in, il terzo dal 29 luglio scorso, in piazza Prefettura a Catanzaro per chiedere ancora una volta il pagamento delle spettanze arretrate. In Calabria sono 308 i lavoratori che, suddivisi in squadre, si occupano del monitoraggio della rete idrografica e quindi della condizione di fiumi e torrenti. Successivamente, una delegazione di dipendenti guidata da Gianluca Persico, dell'Ugl, è stata ricevuta a Palazzo Alemanni, sede della Regione. L'esecutivo, in base a quanto emerso al termine dell'incontro, avrebbe trovato una forma di finanziamento per la liquidazione della mensilità di luglio, in attesa che, a settembre, il Cipe si esprima sull'utilizzazione dei Fondi Fas. "Non posso dirmi pienamente soddisfatto di come sono andate le cose - afferma Persico - anche perché i lavoratori sono ormai allo stremo non percependo stipendi e arretrati dallo scorso primo di aprile. Quindi, manteniamo lo stato di agitazione. Va ricordato, tuttavia, che sono stati i lavoratori, a costo di pesanti sacrifici economici imposti alle loro famiglie, a garantire fino ad oggi il servizio di sorveglianza idraulica anticipando i soldi di tasca propria. Certo, se proprio vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno l'auspicio è che, domani, si tenga fede alla promessa di fare una variazione di bilancio, così come ci è stato prospettato. Ci affidiamo, per questo, al senso di responsabilità dell'intera classe politica". "E pensare - prosegue Persico - che solo dieci giorni fa circa, la presidente facente funzioni della Regione, Antonella Stasi, ha siglato, a Roma, un accordo sul riassetto idrogeologico. Tutto questo mentre, per paradosso, ci troviamo in Calabria ad avere un servizio pubblico essenziale che, per mancanza di liquidità, rischia di essere interrotto, con tutto ciò che ne potrebbe conseguire in termini di rischi e pericoli per la collettività, come c'insegnano le ultime drammatiche vicende del trevigiano. E' in questo senso che ribadiamo l'appello al senso di responsabilità di tutta la classe politica calabrese".

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