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    Pittella "a Berlusconi un ricatto personale"

     

     

    Pittella "a Berlusconi un ricatto personale"

    29 set 13 "I deputati, i ministri del Pdl sono costretti a seguire le estemporaneità del loro capo. Berlusconi ha fatto pesare il ricatto personale: o risolvete, per via politica, una vicenda giudiziaria che si è completata con una condanna oppure faccio cadere il governo. Sono cose che non succedono in nessuna parte del mondo". Lo ha detto il vice presidente del parlamento europeo, Gianni Pittella, a margine della festa del Pd in Calabria in corso a Castrovillari. "Mi pare chiaro - ha aggiunto - che le larghe intese in Italia hanno mostrato la loro inadeguatezza perché c'è un signore, che è il capo vero di un'area che non si può nemmeno definire un partito, il quale condiziona tutto alle sue vicende giudiziarie. Purtroppo le larghe intese non si possono fare quando ci sono situazioni di questo genere, occorre prenderne atto. Io mi ero permesso di dirlo anche all'inizio di questa vicenda e ora mi rafforzo nel convincimento che serve un governo di scopo che faccia la riforma della legge elettorale e la legge finanziaria e, all'inizio della prossima primavera, ci porti al voto''

    Condizioni PD non buone. "Lo stato di salute del partito democratico non è buono anche se, a mio giudizio, ci sono i margini per una ricostruzione e un rilancio". Lo ha detto il vice presidente del parlamento europeo e candidato alla segreteria del Pd, Gianni Pittella, a margine della festa del partito in Calabria. ''Purtroppo - ha aggiunto - il 25 febbraio è stata una data molto negativa perché abbiamo avuto una pesante sconfitta che è frutto anche dei nostri errori. Ora bisogna rilanciare, ricostruire, ridare all'Italia una grande forza riformista, socialista di tipo europeo. Ho deciso di candidarmi a segretario nazionale del Pd per tre ragioni. La prima riguarda l'imperativo categorico di fare un partito europeo ed europeista. Un partito impegnato a cambiare quest'Europa che non ci piace perché è l'Europa dell'austerità, delle lobbyes finanziarie, della tecnocrazia, della burocrazia e del governo degli esecutivi. La seconda ragione è che abbiamo bisogno del riscatto del mezzogiorno". "La terza e ultima ragione - ha concluso Pittella - riguarda il tipo di partito che vogliamo costruire. Per me il partito che verrà costruito dovrà essere un partito federale, piantato, con la testa e con i piedi, nel territorio, negli ottomila Comuni dell'Italia. Un partito vivo e non un partito che si chiude. Un partito non romano centrico, un partito dove non contino 20 persone a Roma che decidono liste, che decidono linee politiche. Un partito dove gli iscritti e anche i non iscritti possano partecipare quotidianamente alla definizione delle linee e delle scelte".(

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