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    Beni per 20 mln sequestarti dalla DIA a imprenditore di Reggio

     

     

    Beni per 20 mln sequestarti dalla DIA a imprenditore di Reggio

    19 set 13 La Dia di Reggio Calabria ha confiscato beni per 20 milioni di euro ad un imprenditore, Francesco Gregorio Quattrone, di 56 anni, indagato e prosciolto in inchieste sulla cosca Libri. Il provvedimento, disposto dal Tribunale per la sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto, ha riguardato il patrimonio aziendale di un ristorante-albergo, una pizzeria, una sala ricevimenti, terreni agricoli per 360 mila metri quadri, 16 fabbricati e 2 conti correnti. Quattrone è stato in passato destinatario della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Reggio Calabria per due anni, irrogatagli nel 2000 dalla Corte di appello reggina e diventata definitiva l'anno successivo. Coinvolto nell'operazione ''Olimpia 1'' come presunto affiliato alla cosca Libri, è stato poi prosciolto dal Gup. Ad accusarlo erano stati alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali Giovanni Riggio, Giuseppe Calabrò, Antonino Rodà, Antonino Gullì e Paolo Iannò, secondo i quali Quattrone era ''referente'', negli anni '90, dei Libri. Il 27 ottobre 2010 il gip di Reggio Calabria, in seguito ad un'indagine della Dia reggina nell'ambito dell'operazione Entourage, emetteva una ordinanza di custodia cautelare in carcere per Quattrone, perché ritenuto responsabile di avere fatto parte della cosca Libri. Successivamente il Tribunale del riesame ha annullato l'ordinanza disponendo l'immediata liberazione di Quattrone per insufficienza dei gravi indizi di colpevolezza. La confisca è stata emessa in seguito ad una lunga e complessa serie di accertamenti patrimoniali svolti dal Centro Dia di Reggio, conclusi con una proposta di misura di prevenzione dal direttore della Dia, nella quale è stato ricostruito il complesso dei beni riconducibili a Quattrone. Dagli accertamenti è emersa una sproporzione tra i modesti redditi dichiarati dall'imprenditore e dal suo nucleo familiare in rapporto all'ingente patrimonio aziendale e personale riconducibile all'uomo. I beni erano stati sequestrati nel maggio del 2012. Nel decreto di confisca, i giudici hanno scritto che ''l'intero patrimonio sequestrato al Quattrone ed al suo nucleo familiare, in quanto formato in virtù di risorse provenienti da un'attività costituita con ricchezza illecita, deve essere confiscato''. I beni confiscati saranno amministrati da personale dell'Agenzia dei beni confiscati che garantirà la prosecuzione delle attività aziendali.

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