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    Morosini "Non mi riconosco in parole Cgil"

     

     

    Morosini "Non mi riconosco in parole Cgil"

    14 set 13 ''In riferimento alla nota di Michele Gravano, segretario generale Cgil Calabria, afferente la lettera inviata da mons. Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova, al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l'arcivescovo intende specificare come non si riconosce affatto nelle dichiarazioni attribuitegli da Gravano''. E' quanto si legge in una nota dell'Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi. ''In particolar modo - prosegue la nota - circa i riferimenti espressi dal presule a riguardo della grave situazione della Locride, il segretario generale Cgil Calabria dichiara: 'Adombrare però, come emerge dalla lettera (che può darsi non risponda al suo effettivo pensiero) che causa di ciò (della grave situazione della Locride, ndr) possa essere la politica di contrasto dello Stato alla illegalità e alle cosche è del tutto sbagliato'. Mons. arcivescovo rassicura i lettori e le Istituzioni tutte di non aver mai scritto al Presidente della Repubblica né lasciato intendere ad alcuno che la causa della situazione della Locride possa essere la politica di contrasto dello Stato alla illegalità e alle cosche. Se il senso delle parole è quello oggettivo allora è sufficiente riportare il passaggio della lettera scritta da Mons. Morosini al Presidente Napolitano per aver chiara la posizione di sua eccellenza in merito: 'Sig. Presidente, debbo, però esprimerle tutto il mio rammarico per la politica che viene adottata nei confronti della Locride: non è una politica di liberazione e di riscatto, perché incentrata prevalentemente sulla repressione. Nulla da eccepire sull'azione di repressione della delinquenza, ma è necessaria un'azione di prevenzione, che non può essere svolta solo a livello di educazione teorica e morale'. Si deduce che mons. Morosini, se le parole della lettera hanno un significato, ritiene che per risolvere la grave situazione della Locride non è sufficiente l'azione repressiva della criminalità, della quale riconosce la necessità (nulla da eccepire etc...), perché ad essa deve essere unita quella di promozione del territorio, che manca. Forse la lettera è stata letta con eccessiva fretta, e con più eccessiva fretta si è passato allo scritto''. ''Quanto poi al sospetto che l'affermazione di mons. Arcivescovo 'può darsi non risponda al suo effettivo pensiero' - conclude la nota - è utile ribadire che sua eccellenza è una persona coerente. Scrive quello che pensa''.

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