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    Esplosione al Sir di Lamezia: muore terzo operaio. Indagato AD società

     

     

    Esplosione al Sir di Lamezia: muore terzo operaio. Indagato AD società

    13 set 13 E' morto l'operaio rimasto ferito ieri nell'esplosione di un silos in uno stabilimento industriale del lametino che ha provocato la morte di altri due suoi colleghi. Enrico Amati, di 47 anni, di Sinalunga (Siena), è deceduto nell'ospedale di Catanzaro dove era stato ricoverato con ustioni sul 90% del corpo. Le condizioni di Amato erano apparse subito gravissime. Tanto che era stato ricoverato a Catanzaro per l'impossibilità di trasportarlo in un centro gradi ustionati. Nell'esplosione del silos hanno perso la vita altri due operai, Daniele Gasbarrone di Latina e Alessandro Panella di Velletri, entrambi di 32 anni.

    Indagato Amministartore delegato. L'amministratore delegato della Ilsap Biopro è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Lamezia Terme in seguito all'esplosione del silos che ha provocato la morte di tre operai che erano impegnati in lavori sulla struttura. Si tratta, è stato specificato da fonti vicine all'inchiesta, di un atto dovuto per consentire l'esecuzione di alcuni accertamenti quali l'esame esterno sui cadaveri carbonizzati degli operai. Qualora l'esame esterno venga ritenuto sufficiente dai medici legali per le loro ricerche, l'autopsia non sarà disposta. Il dirigente della società è stato sentito per tutta la notte dal pm che conduce l'inchiesta, il sostituto procuratore Luigi Maffia. La Procura, secondo quanto si è appreso, sta vagliano anche la posizione di altri responsabili della società, che ha la sua sede legale a Latina.
    E' indagato nella sua qualità di responsabile della sicurezza, Maurizio Martena, l'amministratore unico della società Ilsap Biopro nel cui stabilimento di Lamezia Terme ieri si è verificata l'esplosione di un silos che ha provocato la morte di tre operai. Martena è stato iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto. ''In questo momento - ha detto l'avv. Francesco Pagliuso, legale della società - la prima preoccupazione dell'azienda è stare vicino ai familiari delle vittime e collaborare con l'autorità giudiziaria per accertare il perché si è verificata l'esplosione di un silos vuoto''. Anche oggi gli investigatori ed i tecnici sono stati al lavoro nell'azienda, che per il momento non è stata posta sotto sequestro, per stabilire la dinamica dell'incidente e capire da cosa possa essere stato provocato. Enrico Amati, di 37 anni, l'unico dipendente diretto della Ilsap, era responsabile della produzione e non partecipava direttamente ai lavori, ma controllava la loro esecuzione. Al momento non è ancora stato chiarito dove si trovasse al momento dell'esplosione anche se gli investigatori ritengono che potesse essere sul cestello sollevato da una gru sul quale si trovavano gli altri due operai morti, Daniele Gasbarrone di Latina e Alessandro Panella di Velletri, entrambi di 32 anni. Questi ultimi erano dipendenti dell'azienda Aurelia Srl che si occupa della realizzazione e della manutenzione di impianti come quello usato dalla Ilsap per la produzione di oli raffinati, biomasse, glicerina e biodiesel da oli combustibili.

    Arpacal preleva campioni miscela. E' terminato alle 2 di questa notte il sopralluogo dei tecnici del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria (Arpacal) sui luoghi dell'incidente che ha provocato la morte di tre operai a San Pietro Lametino. Il sopralluogo dei tecnici Arpacal, chiamati ad intervenire dai vigili del fuoco giunti sui luoghi insieme alle forze dell'ordine, è consistito in due procedure tecnico scientifiche: la prima, riguardante il monitoraggio dell'aria circostante il silos interessato dall'incidente, per verificare la presenza di sostanze chimiche che potessero essere pericolose per chi stava prestando soccorso; la seconda operazione è stata quella di prelevare campioni di miscela presente nel serbatoio interessato dall'incidente per verificarne la consistenza. Le operazioni si sono prolungate sino alle 2 e la squadra di tecnici ha subito fornito le opportune informazioni agli inquirenti presenti sul posto, ed oggi, a conclusione di attività connesse in Dipartimento, sarà trasmesso apposito report all'autorità giudiziaria. ''Il pronto intervento della nostra squadra - ha commentato il direttore scientifico dell'Arpacal Oscar Ielacqua - rientra in una serie di procedure codificate, interforze ed istituzionali, che permette all'intero sistema della sicurezza, in casi come questi, di avere il nostro supporto tecnico-scientifico in tempo reale, sia per la sicurezza dei soccorritori e sia per la tutela dell'ambiente interessato dall'incidente. Il mio plauso va ai nostri tecnici per il grande senso del dovere e per la professionalità mostrata, ancora una volta, in casi di assoluta emergenza come quello che si è verificato ieri a San Pietro Lametino''.

    Salma operaio in viaggio verso casa. E' in viaggio verso la Toscana la salma di Enrico Amati, 36 anni e non 47 come precedentemente comunicato, tecnico informatico di Torrita di Siena, morto all'ospedale di Catanzaro in seguito alle ustioni riportate dopo lo scoppio di un silos della Ilsap Biopro a San Pietro Lametino sulla costa tirrenica catanzarese, costato la vita ad altri due colleghi, Daniele Gasbarrone di Latina e Alessandro Panella di Velletri. Amati, nato nel 1977 all'ospedale di Sinalunga, viveva a Torrita di Siena prima di trasferirsi un paio d'anni fa a Sant'Eufemia (Lamezia Terme) e qui abitava insieme alla famiglia, la moglie di origine polacca e un figlio di 9 anni. Aveva lasciato Torrita di Siena dove vivono 2 sorelle e i genitori, che ieri hanno appreso dell'incidente dalla televisione, dopo aver girato il mondo per lavoro. Stanco di continui spostamenti, due anni fa aveva accettato la proposta di trasferirsi in Calabria per una vita familiare più tranquilla. E proprio qui ha trovato la morte in seguito a gravi ustioni mentre stava lavorando per trasformare la struttura da silos di passaggio a silos di stoccaggio. La famiglia di Amati è molto conosciuta a Torrita di Siena dove la notizia ha lasciato tutti sgomenti.

    Talarico "Dramma che pone interrogativi". ''Esprimo il più commosso cordoglio a nome mio e del Consiglio regionale della Calabria, che rappresento, alle famiglie delle vittime della tragedia sul lavoro nell'azienda Ilsap di Lamezia Terme''. Lo afferma, in una dichiarazione, il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico. ''Constatare che nell'era postmoderna e della digitalizzazione - aggiunge - accadono ancora drammi sconvolgenti come questo, induce a porsi interrogativi sulle condizioni di sicurezza dei lavoratori. Un incidente come quello di ieri scuote la coscienza dei calabresi e del Paese nella sua interezza. L'auspicio perciò è che mentre ogni soggetto politico, istituzionale e sociale che ha ruolo e competenza eserciti le proprie funzioni affinché si metta un solido argine al lungo elenco delle morti bianche, nel caso specifico si faccia di tutto, in fretta e senza trascurare alcunché, per individuare le modalità esatte di quanto accaduto ed accertare le responsabilità''.

    Nesci: Accertare cause. Dalila Nesci, deputata del Movimento 5 Stelle, ha predisposto un'interrogazione ai ministri del Lavoro, della Giustizia e dell'Ambiente, sull'incidente avvenuto ieri a Lamezia Terme che ha provocato la morte di tre operai. ''I lavoratori - afferma Nesci - non sono matricole, numeri. Quanto accaduto è terribile. Sono vicina ai parenti. Bisognerà garantire tutti i diritti ai familiari delle vittime''. ''La deputata Cinque Stelle - è scritto in un comunicato - è preoccupata anche per eventuali conseguenze ambientali ed eventuali interessi criminali nei confronti dell'azienda''. Nell' interrogazione, Nesci chiede di sapere dai ministri ''quali iniziative, secondo le rispettive competenze, intendano adottare per accertare le cause della tragedia e verificare il rispetto, da parte dell'azienda, delle norme e delle autorizzazioni sulla sicurezza nel lavoro e per la salvaguardia dell'ambiente'' e ''quali azioni possano adottare per garantire, a conclusione delle indagini, i diritti dei familiari delle vittime''. Nesci chiede poi di sapere ancora ''cosa i ministri possono riferire in ordine alle conseguenze ambientali dell'accaduto e come, all'occorrenza, intendano intervenire per impedire o limitare eventuali danni''.

    Confindustria Calabria: sicurezza è centrale. ''Il primo pensiero va alle vittime dell'incidente sul lavoro ed ai loro cari. Il tragico episodio ci testimonia come la sicurezza nei luoghi di lavoro debba continuare ad essere in primo piano e centrale nelle attività''. E' quanto afferma il presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali, in una dichiarazione nella quale esprime il suo ''più vivo cordoglio'' e la sua ''più sincera vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime sul lavoro dell'area industriale di Lamezia Terme''. Cordoglio è stato espresso anche dal presidente di Piccola industria della Calabria , Aldo Ferrara. ''Perdere la vita nell'adempimento dei propri doveri sul lavoro - sostiene Ferrara - non è mai giustificabile e accettabile. La nostra sincera vicinanza e solidarietà va ai familiari delle vittime. In attesa di capire le cause del disastro, continueremo a produrre ogni sforzo perché non solo vi sia lavoro ma anche e soprattutto sicurezza nel suo espletamento''.

    Cisl "Non distogliere attenzione da sicurezza". La Cisl esprime cordoglio alle famiglie delle vittime dell'esplosione del silos a Lamezia e chiede di non distogliere l'attenzione dalla prevenzione e dalla tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. ''Con l'esplosione avvenuta nel Silos - afferma il segretario confederale Cisl Luigi Sbarra - si riapre la ferita aperta delle morti sul lavoro e quella delle eventuali conseguenze nocive per la popolazione causate da incidenti in siti produttivi locati vicino ai centri abitati. E' fondamentale capire - conclude - cosa sia realmente successo e quale sia stato l'anello debole della catena che ha ceduto, determinando, ancora una volta, la perdita di vite umane nello svolgimento del proprio lavoro".

    D'Attore: rabbia. ''Con profonda tristezza e sgomento esprimo sentita vicinanza alla famiglia dei giovani operai rimasti uccisi nell'esplosione di una cisterna nell'area industriale di Lamezia Terme. Da poche ore, purtroppo, le vittime salgono da due a tre, perché il lavoratore rimasto gravemente ferito non ce l'ha fatta, ed è morto questa mattina all'ospedale di Catanzaro''. Lo afferma il deputato del Pd Alfredo D'Attorre. ''Al cordoglio per la tragica scomparsa dei tre lavoratori - prosegue - si aggiunge la rabbia per l'impotenza con cui ci tocca constatare che si continua a morire di lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno, dove l'altissimo livello di disoccupazione e la crisi economica non possono giustificare la colpevole omissione di misure volte a garantire gli standard di sicurezza dei lavoratori. Bisogna fare in modo, in maniera concreta, che l'elenco delle morti bianche, che nei primi 8 mesi dell'anno ammonta complessivamente a 320, non cresca ulteriormente. E', quindi, indispensabile accertare in tempi brevi cause e responsabilità di questo drammatico incidente, senza trascurare l'impegno per la realizzazione di politiche attive finalizzate a garantire sicurezza e dignità sul luogo di lavoro''.

    Sit in Cgil: La Cgil si costituirà parte civile ''per tutelare i lavoratori'' nell'eventuale processo per la morte dei tre operai provocata dall'esplosione di un silos nell'azienda Ilsap Bioprop avvenuta ieri nell'area industriale di Lamezia Terme. Ad annunciarlo è stato il segretario regionale del sindacato, Michele Gravano, durante il sit-in organizzato stamani dal sindacato davanti i cancelli dell'azienda dove sono morti Daniele Gasbarrone e Alessandro Panella, entrambi trentaduenni, ed Enrico Amati (37). Tante le bandiere del sindacato listate a lutto. ''Non siamo riusciti a prevenire questa tragedia - ha detto Gravano - ma, in accordo anche con il prefetto, inizieremo una campagna di proselitismo sulla sicurezza e questa battaglia inizierà proprio da qui, da questa zona. La Calabria è una terra che ha bisogno di lavoro dignitoso e non possiamo essere mortificati nei diritti e nella dignità''. Per il segretario provinciale della Cgil Catanzaro-Lamezia, Giuseppe Valentino ''questo è un Paese che spesso bada più all'economia ed al mercato più che al nostro benessere. Di lavoro si dovrebbe vivere ed invece si muore, e non solo a Lamezia. In un momento così triste e drammatico del mondo del lavoro, di solitudine e drammaticità, dobbiamo continuare a resistere a questo vento che spira. Se stamattina non ci fosse stata la Cgil, questi cancelli sarebbero rimasti soli e vuoti. Il dolore per questa tragedia dovrà contaminarci come dovrà contaminare gli stessi colleghi: non si può tornare a lavorare come se niente fosse. Queste cose non accadono per fatalità, ma perché c'è disattenzione e si bada ad altro''. Dopo aver osservato tutti un minuto di silenzio, il sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza, nel ricordare che ''i funerali si svolgeranno nelle città di appartenenza dei lavoratori'', ha reso noto che lunedì sarà proclamato il lutto cittadino con bandiere a mezz'asta e momenti di riflessione sui posti di lavoro ed anche nelle scuole. ''C'è un senso di ingiustizia profonda - ha detto - perché non si può morire a questa età mentre si lavora''

    Boccuzzi: Bicamerale per gli infortuni. ''Mi auguro che la magistratura indaghi celermente e il Governo acceleri il processo per istituire una Commissione bicamerale su infortuni sul lavoro e malattie professionali''. Lo ha dichiarato, in una nota, il deputato Pd Antonio Boccuzzi, della commissione Lavoro. ''Oggi - ha aggiunto - è mancato all'affetto dei suoi cari anche il 37enne Enrico Amati, la terza vittima dell' esplosione. Si aggiunge ai due 32enni Daniele Gasbarrone e Alessandro Panella. Altre tre famiglie distrutte a causa del lavoro. Una tragedia che mi ricorda quella dei silos dell'Umbria Olii a Campello sul Clitunno del 25 novembre 2006, in cui morirono 4 operai, anch'essi impegnati in opere di manutenzione su grossi silos di metallo. Si parla ancora una volta di imprevedibilità, di imprevisti che possono accadere sul lavoro, di tragiche fatalità. Ma non è così. Un'organizzazione del lavoro seria e scrupolosa non può causare la morte di tre lavoratori''. ''Nell'esprimere il mio cordoglio alle famiglie, la mia vicinanza alle Istituzioni del territorio e il mio ringraziamento a vigili del fuoco e soccorritori - ha concluso Boccuzzi - auspico dunque celerità sia nelle indagini da parte della magistratura sia nell'istituzione da parte del governo della commissione Bicamerale su infortuni sul lavoro e malattie professionali. Non cada inascoltato il grido di dolore delle famiglie delle tre vittime in Calabria''.

    ''In questo Paese gli infortuni e le morti sul lavoro rappresentano una tragica e insopportabile realtà e spacciare per semplificazioni la modifica delle norme sulla sicurezza sul lavoro, come ha fatto anche questo governo con il decreto 'del fare', non è accettabile. Lo afferma, in una dichiarazione, il deputato Ciccio Ferrara, coordinatore della segreteria nazionale di Sel, che esprime a nome del partito il ''cordoglio'' ai familiari dei tre operai morti durante l'esplosione avvenuta ieri a Lamezia Terme. ''Piuttosto - prosegue Ferrara - il Governo si adoperi per ripristinare quelle norme sulla sicurezza sul lavoro che il governo Berlusconi aveva abrogato nel 2008 e provveda ad inviare gli ispettori nei cantieri e nelle fabbriche perche' il rispetto delle norme sulla sicurezza sia totale, perchè non si può continuare a morire di lavoro''.
    Sinistra Ecologia Liberta' esprime il proprio cordoglio ai familiari dei 3 operai morti durante l'esplosione avvenuta ieri a Lamezia Terme. Lo afferma Ciccio Ferrara, coordinatore della segreteria nazionale di Sel. "In questo Paese - dice l'esponente di Sel - gli infortuni e le morti sul lavoro rappresentano una tragica e insopportabile realtà e spacciare per semplificazioni la modifica delle norme sulla sicurezza sul lavoro, come ha fatto anche questo governo con il decreto "del fare", non e' accettabile. Piuttosto l'attuale governo si adoperi per ripristinare quelle norme sulla sicurezza sul lavoro che il governo Berlusconi aveva abrogato nel 2008 e provveda ad inviare gli ispettori nei cantieri e nelle fabbriche perché il rispetto delle norme sulla sicurezza sia totale, perché non si può continuare a morire di lavoro".

    Il gruppo del Partito Democratico al Consiglio Regionale, è scritto in una nota, ''esprime commosso cordoglio alle famiglie dei tre operai uccisi dall'esplosione di un silos in uno stabilimento industriale di Lamezia Terme''. ''L'incidente - affermano i democratici di Palazzo Campanella - pone drammaticamente, ancora una volta, all'attenzione di tutti noi i temi della prevenzione e della sicurezza sui luoghi di lavoro, che devono costituire obiettivi imprescindibili su cui basare serie politiche di tutela della salute. Creare lavoro sicuro e rispettoso della dignità e della salute delle persone è una battaglia che i riformisti portano avanti da tempo, lottando per regole più severe, per sanzioni più dure, per controlli più pressanti. Il Gruppo regionale del Pd chiede un'azione rigorosa in tema di controlli, per prevenire morti bianche ed infortuni sul lavoro, che rappresentano una piaga vergognosa per un Paese come l'Italia''. Sulla morte dei tre operai è intervenuto anche il coordinatore regionale del partito Giovanni Puccio. ''Esprimiamo - ha sostenuto - il nostro più sentito cordoglio e la vicinanza alle famiglie dei tre lavoratori che sono rimasti uccisi. Auspichiamo che in tempi brevissimi vengano accertate le responsabilità e le cause dell'accaduto. Questo fatto drammatico deve rappresentare un'ulteriore spinta all'attuazione di misure finalizzate a garantire sicurezza e dignità delle persone nei luoghi di lavoro. Non si può morire di lavoro: è una cosa che continuiamo a ripetere, soprattutto guardando alla precarietà economica e sociale del Mezzogiorno. Abbiamo preso parte al presidio silenzioso organizzato dalla Cgil sul luogo della tragedia, un gesto di solidarietà che deve essere uno stimolo alle forze sociali, imprenditoriali e politiche a non abbassare la guardia sulla necessità di intervenire concretamente per fare in modo che tragedie come quella di Lamezia non si ripetano''.

    ''Profondo cordoglio per la tragedia di Lamezia Terme'' è stata espressa dalla segreteria regionale della Cisl che si è riunita oggi. Ad inizio dei lavori la segreteria, a nome di tutto il gruppo dirigente, ha rinnovato sentimenti di profondo cordoglio alle famiglie dei lavoratori vittime del gravissimo incidente avvenuto a Lamezia Terme nello stabilimento della Ilsap, sulle cui cause è urgente il pieno e celere accertamento della verità. ''Questa ennesima tragedia - ha sostenuto il segretario generale Paolo Tramonti - deve porre all'attenzione di tutti la necessità imprescindibile di interventi strutturali per garantire la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché la piena applicazione del Dlgs 81/08 le cui prescrizioni vengono spesso ignorate con motivazioni pretestuose. Il tragico evento di Lamezia si consuma peraltro in una Regione ai massimi livelli per indici di disoccupazione e inoccupazione e che, a fronte dell'incalzante emergere di fortissime problematiche sociali e all'esplosione dell'area della povertà, richiederebbe la realizzazione di una forte infrastrutturazione sociale, legata ad un piano organico per il lavoro e di contrasto alla povertà. Obiettivi, questi, imprescindibili e fondamentali del percorso concertativo intrapreso di recente con il Governo Regionale. In questa ottica la Cisl ritiene che l'ultimo provvedimento regionale di credito sociale e micro-finanza rappresenti una risposta sganciata da tale contesto e per questo troppo parziale. Le gravissime criticità del nostro tessuto socio-produttivo ed occupazionale richiederebbero interventi strutturali e puntuali, ispirati ad una strategia organica di interventi coerenti e non isolati''. ''Per questi motivi - conclude Tramonti - la Cisl chiede con fermezza che si passi una volta per tutte dalla logica degli interventi unilaterali e polverizzati a quella delle strategie concertate in direzione di politiche di sistema in grado di risolvere realmente i gravi problemi in essere''.

    ''Esprimo profondo cordoglio ai familiari dei giovani operai morti a causa dell'improvvisa esplosione avvenuta all'interno dello stabilimento di San Pietro Lametino dell'Ilsap Biopro, azienda di biomasse e biodiesel". Così l'eurodeputato Mario Pirillo. ''Una tragedia - prosegue - che riporta all'ordine del giorno il problema della sicurezza sui luoghi di lavoro, prerogativa fondamentale sulla quale non si può più sorvolare. Invito la Procura della Repubblica di Lamezia Terme a fare immediatamente luce sulla situazione. Sono vicino al Sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza e a tutta la popolazione di San Pietro Lametino sconvolta per l'accaduto''.

    ''Ancora una volta tre lavoratori metalmeccanici hanno perso la vita mentre stavano lavorando. Non è bastata la tragica e analoga morte dei lavoratori della Umbria Olii avvenuta nel 2006, per far sì che venissero attuate nelle attività di raffinazione e stoccaggio industriale degli olii e dei grassi, le opportune misure di sicurezza che impedissero una tragedia come quella di Lamezia Terme''. E' quanto si afferma in una nota congiunta delle segreterie nazionale, regionale e territoriale di Catanzaro della Fiom-Cgil. ''Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori, Daniele Gasbarrone, Alessandro Panella e Enrico Amati - prosegue la nota - ma nel contempo chiediamo che la Magistratura e gli organi inquirenti realizzino un impegno fortissimo nell'individuare le precise cause e responsabilità di questa tragedia. Nell'eventualità che venissero individuate responsabilità a carico di dirigenti della Ilsap Biopro la Fiom-Cgil dichiara fin d'ora che si costituirà parte civile. Questa tragedia dovrebbe essere un monito al Governo, alla Confindustria affinchè sia chiaro che lo smantellamento continuo delle norme che faticosamente sono state approvate in questi anni, in materia di sicurezza e di salute dei lavoratori, non sono utili né alle aziende e meno che mai a tutelare la vita di ogni lavoratore''.

    ''Salgono a tre purtroppo le vittime dell'incidente sul lavoro accaduto ieri a Lamezia Terme, con l'esplosione di un silos in uno stabilimento industriale. Tre lavoratori uccisi, solo gli ultimi di una lunga serie''. Lo afferma Paolo Ferrero, segretario nazionale del Partito della Rifondazione comunista. ''Le morti sul lavoro - prosegue Ferrero - sono il costo della ricerca del massimo profitto, una ferita insanabile, impedirle e prevenirle è un dovere dello Stato. Invece, siamo il Paese dove gli ultimi governi, da Berlusconi a Monti e Letta, hanno abbassato i livelli di garanzia per i lavoratori, intervenendo in senso peggiorativo sulle leggi in materia di sicurezza: è una vergogna, considerato il drammatico numero di incidenti e morti sul lavoro. Siamo vicini alle famiglie delle vittime''.

    ''Il dolore per la tragedia avvenuta nell'area industriale di Lamezia Terme non può essere circoscritto alla sola città della Piana, ma bisogna sia condiviso da tutti i Comuni calabresi, a partire dal Capoluogo, perché unisce l'intera comunità regionale''. Lo afferma il sindaco di Catanzaro e presidente del Consiglio per le autonomie locali della Calabria, Sergio Abramo in relazione alla tragedia consumatasi ieri a Lamezia Terme. ''Anche a nome di tutti i miei concittadini - prosegue Abramo - voglio esprimere i sentimenti più assoluti di vicinanza e cordoglio ai familiari delle vittime dell'ultimo episodio nello stillicidio di incidenti sul lavoro che non può più restare senza soluzione. Auspico che quanto accaduto spinga finalmente le istituzioni e il mondo imprenditoriale sulla strada di una profonda riflessione sulla sicurezza nei cantieri, per evitare il ripetersi di tragedie simili, nelle quali a pagare con la vita sono sempre ed esclusivamente quelle persone che si rimboccano le maniche per mantenere, in mezzo a mille difficoltà, le proprie famiglie''.

    ''La morte dei tre giovani lavoratori, avvenuta nell'area ex Sir, ci pone ancora una volta dinanzi al dramma dei caduti sul lavoro. Si muore di lavoro in una regione dove la mancanza di lavoro viene vissuta come dramma da migliaia di famiglie''. E' quanto si afferma in un comunicato di Vincenzo Massara, presidente regionale del Movimento cristiano lavoratori. ''Assisteremo ancora una volta - prosegue Massara - a tante prolusioni e commemorazioni demagogiche. La sicurezza sul lavoro non può e non deve rappresentare un costo aziendale. La vita e la dignità dei lavoratori non hanno prezzo. Nella speranza che questo ulteriore tributo di sangue non sia vano, come Movimento Cristiano lavoratori della Calabria, rivolgiamo ai familiari di questi lavoratori i sensi della nostra fraterna vicinanza partecipando con sentita commozione al loro profondo cordoglio''.

    Il presidente della Sacal, Massimo Colosimo esprime ''sincero cordoglio alle famiglie degli operai che hanno perso la vita nella fabbrica Ilsap di Lamezia Terme. Davanti a simili tragedie, il pensiero corre alle famiglie dei tre giovani operai che, in questo momento, vivono un profondo senso di vuoto e di angoscia. La Sacal ed io ci uniamo al loro dolore con profonda e sincera solidarietà''.

    Il presidente e l'amministratore delegato della Lamezia Multiservizi, a nome di tutti i dipendenti, esprimono ''il loro cordoglio per la morte dei tre lavoratori della società Ilsap e vogliono manifestare vicinanza alle famiglie delle vittime in queste ore di angoscia e lutto. Analogamente alla Multiservizi l'azienda situata nell'area industriale lametina opera in un settore molto delicato, quale quello del recupero di olii esausti, fondamentale per la tutela ambientale e, conseguentemente, per la qualità complessiva della vita''.

    ''Pur in queste ore di dolore - afferma Fernando Miletta, coordinatore provincia,e Sel Catanzaro - dobbiamo ribadire che non è accettabile che si possa perdere la vita esercitando un proprio diritto. Per questo e anche in memoria di questi tre lavoratori è opportuna una meditazione seria ed approfondita sull'efficacia dei sistemi che devono garantire sicurezza''.

    ''Oltre alla vicinanza umana che assicuriamo alle famiglie delle vittime, come rappresentanti di associazioni cattoliche espressione del mondo del lavoro - si afferma in un comunicato congiunto di Acli, Azione cattolica e Ucid - in un mondo oggi in completa rivoluzione, non solo a causa della crisi socio economica che attraversa il Paese, vorremmo offrire al territorio la nostra disponibilità all'ascolto di nuove istanze, di nuovi bisogni, ed alla collaborazione con le nostre competenze culturali e professionali per delineare e percorrere strade che possano aprire 'nuovi' orizzonti per ridefinire in chiave umana il senso del 'lavoro' nel terzo millennio''.

    ''A nome di Confindustria Catanzaro, esprimo dolore e vicinanza alle famiglie dei tre operai rimasti uccisi nell'esplosione del silo di Lamezia Terme''. E' quanto afferma Daniele Rossi presidente di Confindustria Catanzaro. ''E' davvero incredibile che ancora oggi - prosegue Rossi - si possa morire di lavoro così come è accaduto ieri. Mi associo a tutte quelle voci che, all'indomani di questa tragedia, ripropongono con forza la necessità di garantire, anche attraverso le nuove tecnologie, maggiore sicurezza sui posti di lavoro. Un impegno che dovrà essere concreto e non legato all'emotività del momento''.

    ''Sarà necessario interrogarsi sui perché e sui per come di un incidente difficile da concepire. Speriamo che gli inquirenti facciano luce quanto prima sulle dinamiche di quanto avvenuto, per verificare il rispetto di tutti i paramenti di sicurezza previsti e accertare ogni eventuale responsabilità''. E' quanto si afferma in una nota di Area liberale italiana (Ali). ''Non è concepibile - prosegue la nota - che si possa, ancora oggi, morire di lavoro. La sicurezza e la tutela della salute di chi lavora devono essere considerate una priorità e non un costo''.

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