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    Rapporto Demoskopica-Bcc: Cosenza e provincia in piena recessione

     

     

    Rapporto Demoskopica-Bcc: Cosenza e provincia in piena recessione

    31 ott 13 Recessione economica senza fine in provincia di Cosenza, all'insegna del peggior clima di fiducia degli ultimi sette anni. Otto imprese su dieci, pari all'80,4% del totale - secondo il IX Rapporto Bcc Mediocrati sull'andamento economico delle imprese della provincia di Cosenza e dell'area Mediocrati, realizzato dall'istituto Demoskopika - hanno denunciato, nel 2012, una flessione del fatturato registrando un saldo pari a -76,5%, in forte flessione rispetto al -59,3% del 2011. Dall'indagine congiunturale, svolta su un campione rappresentativo di 400 imprese e presentata oggi a Rende, si delinea una situazione di pesante difficoltà per il tessuto imprenditoriale locale. Anche per gli ordinativi e per la domanda di beni e servizi - evidenzia il rapporto - oltre il 67% degli intervistati segnala una flessione, con un saldo negativo pari a -61,5% a fronte del -55,1% del periodo precedente, mentre sul fronte dell'occupazione la tendenza prevalente è di una stabilità congiunturale (58,1%) ma comunque con saldo in area negativa che oltretutto registra un peggioramento, passando da -31,8% a -34,5%. Sul fronte gestionale, le dinamiche di breve periodo relative ai costi di produzione, nonostante la riduzione dei prezzi, evidenziano un aumento, con saldo (+56,1%) che continua mantenersi sui livelli dell'anno precedente (+55,4%); allo stesso modo i costi legati alla gestione del personale che, in questo caso, segnano un deciso incremento passando da un saldo del +10,8% al +22,7%. Sul fronte del livello dei prezzi anche nel 2012 il calo registratosi nel 2011 (saldo pari a -6%), va accentuandosi con un saldo che si attesta a quota -26,8% per cui risulta ancora maggiore la percentuale di imprenditori che ravvisano una flessione (40,8%) rispetto a quanti invece dichiarano un aumento (14%). E' molto probabile che, anche per il 2012, le imprese abbiano continuato a perseguire la logica della riduzione dei prezzi di vendita, nonostante l'incremento rilevante dei costi di produzione, per intercettare una domanda debole (di beni e servizi) fiaccata dalla grave crisi economica. Dopo la flessione registratasi tra il 2010 e il 2011, nel 2012 la curva della propensione agli investimenti registra un lieve incremento di 3,3 punti percentuali, passando dal 15,5% al 18,8%. Sul lungo periodo, però, la tendenza resta negativa, considerando che nel 2004 avevano effettuato investimenti oltre un terzo degli imprenditori intervistati (34,0%). Da qui una riduzione di ben oltre 15 punti percentuali. Gli effetti negativi della crisi pesano nettamente sull'accesso al credito. Il 59,5% degli imprenditori ha dichiarato che la propria impresa sta riscontrando "molto" (27,8%) e "abbastanza" (31,7%) difficoltà di accesso al credito. Minore, invece, è la percentuale (33,2%) di quanti sembrano subire "per niente o poco" gli effetti della stretta del credito.

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