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    Al S. Anna Hospital equipe medica della "Clinique Pasteur" di Tolosa

     

     

    Al S. Anna Hospital equipe medica della "Clinique Pasteur" di Tolosa

    26 ott 13 Un'équipe medica della "Clinique Pasteur" di Tolosa (il più grande ospedale accreditato di Francia) ha trascorso due giorni al Sant'Anna Hospital per un'attività formativa e di approfondimento, dedicata alla gestione pre, intra e post operatoria, in pazienti sottoposti a intervento di chirurgia mini invasiva. Lo riferisce un comunicato del Sant'Anna Hospital. L'équipe era formata da un cardiochirurgo, un cardioanestesista e uno strumentista, che hanno avuto modo di partecipare a quattro interventi in sala e, successivamente, di discuterli con i colleghi che operano all'interno del Centro calabrese di Alta specialità del cuore. La cardiochirurgia mini invasiva, introdotta al S.Anna oltre due anni fa, consente di eseguire un'operazione al cuore senza aprire lo sterno ma attraverso un'incisione di pochi centimetri sul torace, dunque con un trauma chirurgico ridotto al minimo, con evidenti benefici per il paziente. Essa è particolarmente indicata nel trattamento di problemi valvolari, che possono essere curati o con la sostituzione della valvola nativa o con la sua ricostruzione. Non è certo la prima volta che il personale medico del S.Anna svolge attività formative o, come si dice in gergo, di proctoraggio. "Ciò che rileva, in questo caso - ha spiegato il Dg, Giuseppe Failla - è che l'attività è stata svolta all'interno del S.Anna, a dimostrazione non solo del livello di competenza dei sanitari che vi operano, in team e con approccio integrato ma anche del grado di affidabilità della struttura nella sua interezza. La complessità di certe metodiche, la loro sofisticatezza, impongono che sia l'organizzazione tutta a funzionare perfettamente, secondo protocolli rigorosi. È per noi motivo di legittima soddisfazione che questo dato sia stato ancora una volta riconosciuto a livello internazionale". I medici francesi giunti a Catanzaro erano interessati, in particolare, al cosiddetto "clampaggio interno dell'aorta", una complessa procedura, riconosciuta solo di recente e in via formale dal sistema sanitario d'Oltralpe. "Per clampaggio - spiega Alfonso Agnino, direttore dell'Unità operativa di Cardiochirurgia al Sah - si intende la chiusura dell'aorta, necessaria per eseguire l'intervento. Tale gesto, normalmente viene effettuato dall'esterno dell'arteria e impone quindi un'incisione più ampia. Il sistema "HeartPort", che abbiamo illustrato ai colleghi francesi, consiste invece nel far passare attraverso l'arteria femorale un catetere che arriva in aorta ascendente vicino al cuore e, attraverso di esso, far salire una sonda dotata di palloncino. Arrivati in aorta ascendente, il palloncino viene gonfiato determinandone l'occlusione interna. In questo modo, l'intervento di mini invasiva necessita di un'incisione ancora più ridotta e inoltre il palloncino consente anche di fare la cardioplegia, cioè l'iniezione nelle coronarie della sostanza che serve a fermare e proteggere il cuore durante l'intervento stesso. Infine, il clampaggio interno amplia la platea dei pazienti che possono ricevere la chirurgia mini invasiva, arrivando a comprendere quelli nei quali, in generale, è più rischioso effettuare clampaggi esterni, come i già operati al cuore che necessitano di un reintervento".

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