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    Indebiti contibuti per lavoro, Gdf sequestra 2.5 mln di beni a Lamezia

     

     

    Indebiti contibuti per lavoro, Gdf sequestra 2.5 mln di beni a Lamezia

    22 ott 13 Una truffa allo Stato e all'Ue nel settore degli incentivi occupazionali è stata scoperta dai finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme, che hanno sequestrato beni per 2,5 milioni nell'ambito di un'inchiesta della Procura nella quale 8 persone sono indagate per truffa e falso. I sequestri di appartamenti, terreni, denaro, quote societarie e auto hanno riguardato gli indagati e la società beneficiaria delle agevolazioni, segnalata quale persona giuridica.

    Il sequestro è stato disposto dal Gip di Lamezia Terme su richiesta della Procura. Tra gli indagati figurano l'amministratore e alcuni soci e dipendenti di una nota impresa edile di Lamezia che ha beneficiato di un contributo pubblico, pari complessivamente a 391 mila euro interamente erogati, finalizzato ad incentivare la ditta ad attuare incrementi occupazionali, assumendo persone appartenenti a categorie "svantaggiate" sotto il profilo dell'integrità fisica e del contesto familiare e sociale di appartenenza. I contributi dovevano servire anche alla formazione professionale in azienda dei nuovi assunti. I finanzieri, dall'analisi della documentazione acquisita, dai "controlli incrociati" effettuati e dall'approfondimento delle dichiarazioni rese, hanno invece portato alla luce la truffa finalizzata a lucrare indebitamente sul finanziamento pubblico. In particolare, la documentazione prodotta dall'impresa per ottenere le provvidenze economiche è risultata, in notevole parte, falsa, soprattutto in merito all'effettivo possesso dei requisiti previsti per l'assunzione dei dipendenti. In particolare, secondo l'accusa, alcuni dipendenti erano stati appena licenziati da un'altra ditta riconducibile agli stessi indagati solo al fine di maturare artatamente lo stato di "disoccupazione almeno biennale" necessario per far ottenere alla nuova società datrice di lavoro, sempre delle stesse persone fisiche, i contributi statali e dell'unione. Anche l'obbligatoria attività di formazione professionale del personale "neoassunto", in realtà, si è svolta solo "sulla carta", con la falsa rappresentazione documentale di attività didattiche in realtà mai effettuate nei confronti, peraltro, di dipendenti del tutto ignari, come hanno dichiarato ai finanzieri, di essere stati "istruiti". I profili di "danno erariale" sono stati segnalati alla Procura regionale della Corte dei conti della Calabria.

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