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    Di Iacovo "Incidenza della ndrangheta stimata in 5 mld di euro"

     

     

    Di Iacovo "Incidenza della ndrangheta stimata in 5 mld di euro"

    10 ott 13 "L'incidenza dell'economia criminale in Calabria, attività produttive e commerciali non sottoposte ad alcun regime di imposizione fiscale e previdenziale, è stimata in 5 miliardi di euro e coinvolge direttamente e indirettamente 20-25 mila individui. Sul versante del sommerso, nonostante una forte riduzione negli ultimi 10 anni, nella nostra regione si aggira ancora attorno al 20 per cento della forza lavoro regolare, per un numero di unità stimate pari a circa 137 mila". Lo afferma Benedetto Di Iacovo, presidente della Commissione regionale per l'emersione del lavoro non regolare, anticipando alcuni dati del IX rapporto sul sommerso di prossima pubblicazione, in occasione del ciclo di conferenze su "Criminal economies" organizzato dalla Regione Calabria e in programma domani a Reggio. "L'iniziativa su 'Criminal Economies' - aggiunge Di Iacovo - è quindi importante ed opportuna. Per questo agli organizzatori, a partire dal Governatore Giuseppe Scopelliti ed ai qualificatissimi oratori e rappresentanti del Governo con il Ministro degli Interni Angelino Alfano, in primis, va il nostro plauso. Com'è noto in Calabria operano mafie di diverse nazionalità ed il mercato del lavoro attraverso un uso distorto ed illegale della manodopera straniera e per lo più clandestina ne è fortemente permeato, sino a produrne una profonda ed irrimediabile alterazione. Appare importante sottolineare il rapporto fra la 'nndrangheta e le nuove mafie etniche. In Calabria la 'ndrangheta conserva sempre il carattere di organizzazione quasi dominante. In 'partenariato', però, agiscono mafie emergenti (quali le mafie turche, colombiane e russe), che cooperano nelle grandi operazioni internazionali di narcotraffico e di riciclaggio, e altre mafie a carattere stanziale quali le mafie albanesi, cinesi e nigeriane che operano su aree marginali dell'economia criminale in Calabria e che in particolare gestiscono tratta e prostituzione''. Secondo Di Iacovo "è evidente che la 'ndrangheta, mentre lascia via libera a forme marginali e degradate di criminalità, organizza forme di controllo delle stesse perché non crescano e non si strutturino tanto sui territori da intaccare la sovranità dell'organizzazione. Per questa ragione essa mantiene un canale di comunicazione attraverso le sue periferie e utilizza il racket ed il dissenso sociale, compreso l'uso della manodopera clandestina e a nero, come meccanismi di regolazione per impedirne la crescita. Le relazioni fra organizzazioni criminali sui territori calabresi appartengono ormai ad una fenomenologia molto articolata e complessa''. ''Compito delle istituzioni, della magistratura, delle forze dell'ordine e degli organismi internazionali preposti, nonchè della politica - conclude Di Iacovo - è di attivare ogni mezzo di contrasto per evitare che anche il mondo del lavoro possa essere fortemente condizionato dalle attività criminali ed illegali".

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