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    Protesta dei lavoratori ex Omeca a Reggio Calabria

     

     

    Protesta dei lavoratori ex Omeca a Reggio Calabria

    04 ott 13 I lavoratori Ansaldo Breda, delle ex Omeca, hanno dato vita stamane a Reggio Calabria ad un sit-in di protesta svoltosi davanti alla sede di Prefettura. L'iniziativa è stata organizzata nell'ambito dello sciopero di quattro ore indetto dalle organizzazioni sindacali nazionali. I lavoratori hanno manifestato gridando slogan e esponendo striscioni. Una delegazione di operai ed i rappresentanti sindacali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil e alle Rsu ha avuto un incontro con il vice Prefetto della città Patria Adorno. Alla rappresentante territoriale del Governo è stata illustrata la situazione che si prospetta con il Piano di smembramento di Finmeccanica. Nello stabilimento di Reggio Calabria sono impiegati circa 600 lavoratori. Al sit-in in Prefettura ha partecipato anche il consigliere regionale Candeloro Imbalzano, il Presidente della Commissione Bilancio del Consiglio regionale, dove nei giorni scorsi è stato invitato per una audizione il Direttore Centrale di Finmeccanica Marco Forlani. "Mi pare legittimo essere qui presente in una fase assai delicata per le Omeca - ha dichiarato Imbalzano - Ora, con il Governo, nella pienezza di poteri, c'è la possibilità di esaminare i dossier riguardanti il Gruppo Finmeccanica, a partire da Ansaldo Energie, Sps, e soprattutto, per quello che ci riguarda, Ansaldo Breda. Le notizie che arrivano da Roma parlano di una accelerazione della vendita di Ansaldo Energie. E questo fa presupporre che anche le trattative riguardanti gli altri comparti siano destinate ad andare avanti. Il nostro obiettivo è quello di fare in modo che qualsiasi operazione di vendita o cessione di partecipazioni del Gruppo Ansaldo-Breda si basi su quote minoritarie, rispetto ad una partecipazione maggioritaria del Fondo strategico della Cassa Depositi e Prestiti che è nato con una missione ben precisa, che fino ad oggi non è stata posta in essere, come ruolo strategico. Obiettivo per il quale era nato". "Questo fondo -ha proseguito - ha una dotazione di circa sette miliardi di euro che possono essere reinvestiti in settori strategici dell'industria italiana. Non è possibile e non è pensabile che Paesi come l'Italia, restino senza presidi industriali di materiale rotabile. La settima potenza economica a livello mondiale non può privarsi della capacità di orientare strategicamente scelte di questo settore".

    ''Sono inaccettabili le affermazioni dell'assessore regionale ai Trasporti Fedele, secondo cui la Regione avrebbe le risorse finanziarie disponibili per l'acquisto di materiale rotabile, ma non può utilizzarle poiché Trenitalia non avrebbe disponibilità di treni''. Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale del Pd Demetrio Naccari Carlizzi. ''Quanto detto da Fedele - prosegue Naccari Carlizzi - nel corso delle audizioni dei vertici del gruppo Ansaldo Breda-Finmeccanica evidenzia il disinteresse assoluto verso lo stabilimento Omeca di Reggio Calabria. Trenitalia per l'acquisto di materiale rotabile, al contrario delle aziende delle altre nazioni europee, pubblica bandi di gara con i quali non tutela affatto i produttori nazionali come Ansaldo Breda e alla fine aggiudica le commesse ad aziende francesi o tedesche e così via. Senza contare che, per commissionare i treni, bisogna comunque operare una programmazione di lungo periodo. Cosa che la Regione Calabria non fa. Si dovrebbe invece avviare una procedura di gara regionale, come prevede la legge,con condizioni che portino l'Ansaldo Breda a partecipare e ad essere anche favorita in quanto produttore nazionale''. ''Mi chiedo per quale motivo solo in Italia i treni si acquistino da aziende straniere - sostiene ancora il consigliere regionale del Pd - mentre i tedeschi comprano materiale tedesco e i francesi comprano materiale francese. Se Trenitalia, per motivi inspiegabili, vuole continuare a favorire produttori stranieri, la Regione ha gli strumenti per cambiare il corso delle cose, mettendo in campo i propri soldi, i propri bandi e i propri criteri di scelta. Noi, nella precedente legislatura regionale, avevamo applicato proprio questo criterio. Le affermazioni di Fedele dimostrano che la Regione si è consegnata a Trenitalia, che, com'è noto penalizza sempre e particolarmente il Mezzogiorno, e confermano che nella pratica dell'attività amministrativa la Ansaldo Breda non è tenuta in alcun conto. A questo proposito ricordiamo che, recentemente, lo stabilimento reggino dell'Ansaldo Breda ha ricevuto dal Belgio e dall'Olanda la disdetta delle commesse per la produzione di 19 treni e che le dichiarazioni dell'ad di Finmeccanica di inizio agosto hanno tracciato un percorso in ordine al futuro dell' Ansaldo Breda di assoluta incertezza, in quanto l'idea di spacchettare in due tronconi l'azienda, generando di fatto una separazione di destino tra good e bad company,con la possibilità che all'interno di quest'ultima entità confluisca lo stabilimento reggino, non corrisponde ad una logica di sviluppo industriale di settore, ma ha come unico obiettivo invece il risanamento economico del gruppo Finmeccanica a svantaggio del sistema Paese e in particolar modo della Calabria''. ''Nel marzo del 2010, nella mia veste di assessore regionale ai Trasporti - conclude Naccari Carlizzi - avevo promosso la firma di un accordo tra l'azienda del gruppo Finmeccanica, la Regione e Università Mediterranea, Università della Calabria per la ricerca e l'innovazione nel ciclo produttivo delle officine Omeca. Nel protocollo si definiva una programmazione condivisa per la creazione del Polo di Innovazione nell'impianto di Reggio Calabria definendo una proposta di contratto di sviluppo.La Regione si impegnava a sostenere finanziariamente i progetti relativi alla ricerca scientifica e all'innovazione svolti presso le due Università assieme alla formazione del personale. Ora mi chiedo cosa ne sia stato di quel protocollo ed ancora cosa è stato fatto fino ad oggi di concreto per la tutela di quel sito produttivo''.

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