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    Il 28% delle famiglie calabresi al di sotto della soglia di povertà

     

     

    Il 28% delle famiglie calabresi al di sotto della soglia di povertà

    29 nov 13 "Il 28% delle famiglie calabresi si colloca al disotto della soglia di povertà. In questi numeri la sofferenza e le diseguaglianze in cui vivono migliaia di persone: bambini, giovani, donne, anziani". E' quanto si afferma in una nota della segreteria regionale della Cgil. "Sono gli effetti - prosegue la nota - di una crisi dura che si abbatte mese dopo mese sulla condizione occupazionale e sui redditi da lavoro e da pensione e contro cui né la Regione né il Governo stanno offrendo risposte sufficienti. Il contrasto alla povertà passa dal lavoro, dalle politiche ad esse finalizzate e dall'accesso a quei servizi essenziali di cittadinanza verso cui le famiglie calabresi sono di fatto deprivati: servizi di cura sociali e sanitari, trasposto pubblico, accesso a nidi, scuola e università. La Legge regionale 19/2013 che prevedeva interventi di contrasto alla povertà per gli agglomerati urbani, approvata con una dote di 6,1 milioni di euro, oltre a disattendere l'obiettivo sollecitato dalla Cgil di introdurre elementi innovativi, resta da oltre 8 mesi sulla carta perché manca del regolamento attuativo che definisca i criteri di accesso per i Comuni". "Per la Cgil e per i temi che si appresta ad affrontare nel prossimo congresso - è scritto ancora nella nota - la condizione di sofferenza del Paese e della Calabria, impegna il Governo e la Regione nella predisposizione di strumenti di contrasto alla povertà assoluta, da assicurare come Livello essenziale e strumento di inclusione, definendo un reddito integrato da servizi finalizzati a orientamento, formazione, ricerca occupazionale, cura e promozione della salute, istruzione dei minori. In questa direzione l'orientamento del Governo di estendere, rifinanziandola, la nuova Carta acquisti già in uso con la sperimentazione per le grandi città con popolazione oltre i 250mila abitanti attraverso progetti personalizzati di Sostegno all'inclusione attiva (Sia), va nella direzione di interpretare il disagio economico e sociale di persone e famiglie. Il sostegno all'inclusione attiva (Sia) per come nelle proposta di Legge di Stabilità è però insufficiente di finanziamento affinché possa essere esteso dal 2014 alle aree oggi escluse che interessano soprattutto il Mezzogiorno dove invece è maggiormente radicata la povertà". "Verso un rafforzamento di questa misura che presuppone l'integrazione con politiche pubbliche per il Welfare ed il lavoro - conclude la nota - le Amministrazioni locali, ogni forza politica e sociale deve sentirsi impegnata per sollecitare il Governo nazionale e regionale a interventi calibrati, coerenti ed esigibili di contrasto alla povertà che concorrano a superare gli squilibri sociali del Paese".

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