NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Operazione antindrangheta nel reggino, 20 arresti, sequestrati 70 mln di beni

     

     

    Operazione antindrangheta nel reggino, 20 arresti, sequestrati 70 mln di beni

    26 nov 13 I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito ad Oppido Mamertina, nel Reggino, venti provvedimenti di fermo nei confronti di altrettante persone presunte affiliate alla 'ndrangheta. I fermati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, di alcuni omicidi, intestazioni fittizie di beni e di avere reimpiegato proventi di attività illecita nell'acquisto di immobili, anche di prestigio, a Roma. L'indagine che ha portato ai fermi è scaturita dalla ripresa della faida che vede contrapposta la cosca "Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo" a quella dei "Ferraro-Raccosta", scoppiata nel 1991.

    Gli arresti: Questo l'elenco delle persone nei confronti delle quali i carabinieri hanno eseguito il provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione ''Erinni'': Rocco Bonina, di 35 anni; Antonino De Pasquale (28); Rocco, Francesco e Giuseppe Mazzagatti, di 40, 22 e 29 anni; Carmine Murdica (20); Francesco Paiano (18); Cosmo e Paolo Polimeni, di 26 e 32 anni; Rocco Alessandro Ruffa (22); Giuseppe, Leone e Pasquale Rustico, di 33, 32 e 28 anni; Domenico Scarfone (56) e Diego Zappia (28), tutti di Oppido Mamertina (Reggio Calabria). Gli altri fermati sono Leandro e Valerio Pepe, di 39 e 22 anni, e Matteo Scarponi (21), tutti di Roma, e Simone Pepe (24), nato a Roma e residente ad Oppido Mamertina.

    Durante indagini arrestato latitante. Sono ancora in corso le perquisizioni connesse all'esecuzione dell'Operazione "Erinni" e contemporaneamente la notifica dei sequestri preventivi delle aziende individuate nel circuito economico delle cosche di Oppido Mamertina. In varie abitazioni degli indagati tra Roma e la Calabria è stato trovato materiale documentale ritenuto di particolare interesse per il proseguo delle indagini e somme contanti per complessivi 170.000 euro nascosti in intercapedini dei muri delle abitazioni. Gli arresti dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria giungono a conclusione di una complessa attività investigativa coordinata dalla Dda reggina. Nel corso dell'indagine, nel luglio del 2012, è stato anche arrestato Domenico Polimeni, inserito nella lista dei latitanti più pericolosi d'Italia, elemento di spicco della cosca di Oppido Mamertina.

    Procuratore Reggio "Connivenze in Forze dell'ordine": "La 'ndrangheta è cresciuta grazie alle connivenze che è riuscita a trovare in molti dei settori istituzionali, non ultimo quello degli appartenenti alle forze dell'ordine''. Lo ha detto all'ANSA il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho. "Vi è piena consapevolezza da parte di tutti, anche dei vertici delle stesse forze dell'ordine - ha aggiunto - dell'esigenza di contrastare la criminalità organizzata soprattutto nelle appendici infedeli dello Stato"

    Sequestrati beni per 70 mln. Ottantotto immobili, tra terreni e case, per un valore di oltre 70 milioni di euro, sono stati sequestrati a Roma ed in Calabria dai carabinieri nell'ambito dell'operazione che ha portato all'esecuzione di venti provvedimenti di fermo nei confronti di altrettanti affiliati alla 'ndrangheta. I sequestri sono stati disposti dalla Dda di Reggio Calabria, che ha anche emesso i provvedimenti di fermo eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale reggino. Il gruppo criminale sgominato con l'operazione ruotava attorno alla figura dl boss Rocco Mazzagatti, di 50 anni, capo dell'omonima cosca, che è stato arrestato. Mazzagatti, attraverso una serie di prestanome, avrebbe gestito un vasto giro di attività imprenditoriali a Roma ed in Calabria, tra cui attività di commercio di automobili e distributori di carburante. Nella capitale, anche grazie a complicità che gli inquirenti stanno cercando adesso di individuare, il presunto boss avrebbe acquisito, in particolare, la proprietà di immobili ed attività commerciali ed imprenditoriali attraverso il sistema delle aste giudiziarie, per le quali non è escluso che Mazzagatti possa avere beneficiato di favoritismi. L'operazione dei carabinieri ha consentito anche di fare luce su cinque omicidi avvenuti nell'ambito della faida tra i Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo ed i Ferraro-Raccosta.

    Vittima data in pasto a maiali. È stato dato in pasto ai maiali quando era ancora vivo Francesco Raccosta, una delle vittime degli omicidi attribuiti alla cosca Mazzagatti sgominata stamattina dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria con l'operazione "Erinni". Raccosta scomparve nel marzo del 2012 insieme a Carmine Putrino, anch'egli ucciso. Il duplice omicidio sarebbe da collegare alla faida tra la cosca Mazzagatti e quella rivale dei Ferraro-Raccosta, cui appartenevano le vittime del duplice omicidio. Francesco Raccosta e Carmine Putrino, che erano cognati, furono fatti sparire il 13 marzo 2012 ad Oppido Mamertina e, secondo quanto è emerso dalle indagini, furono uccisi lo stesso giorno. Nella stessa giornata del 13 marzo 2012, sempre ad Oppido Mamertina, fu ucciso Vincenzo Ferraro, di 42 anni, già sorvegliato speciale. L'indagine dei carabinieri ha fatto luce anche sull'omicidio di Vincenzo Raccosta, rispettivamente, padre e suocero di Francesco Raccosta e Carmine Putrino, assassinato il 10 maggio 2012. A compiere i quattro omicidi sarebbe stato, secondo le risultanze dell'inchiesta Erinni, Simone Pepe, di 24 anni, che è una delle venti persone fermate nell'operazione di stamattina. Pepe, secondo l'accusa, avrebbe commesso i quattro omicidi per vendicarsi dell'assassinio del patrigno, Domenico Bonarrigo, di 45 anni, avvenuto sempre ad Oppido Mamertina il 3 marzo del 2012.

    A Roma una filiale criminale. Avevano creato a Roma una vera e propria ''filiale criminale'', secondo la definizione degli investigatori, gli affiliati alla cosca Mazzagatti sgominata dai carabinieri con i 20 fermi eseguiti stamattina nell'ambito dell'operazione denominata Erinni. Nella Capitale il gruppo criminale capeggiato da Rocco Mazzagatti avrebbe gestito, attraverso una serie di prestanome, una serie di società ed attività commerciali ed acquistato un consistente quantitativo di immobili. In alcune telefonate intercettate dagli investigatori Rocco Mazzagatti fa riferimento alle sue attività imprenditoriali vantandosi della sua capacità nel portarle avanti e dispensando consigli agli affiliati alla sua cosca sui metodi per nascondere i proventi illeciti in modo da eludere gli accertamenti patrimoniali. In una telefonata, tra l'altro, Mazzagatti critica la cosca Alvaro della 'ndrangheta per essersi fatta sequestrare dalla Dda di Reggio Calabria il 'Cafè de Paris' a Roma. "Noi non siamo come loro. Siamo sicuramente più scaltri e più abili", afferma il boss in una conversazione telefonica con uno degli affiliati al suo gruppo criminale. Tra gli arrestati un ruolo di rilievo sarebbe stato svolto da Domenico Scarfone, di 56 anni, residente a Genzano di Roma. Sarebbe stato proprio Scarfone, grazie ad amicizie con avvocati e persone gravitanti nell'orbita delle aste giudiziarie e delle procedure fallimentari, a consentire alla cosca Mazzagatti di acquistare numerosi appartamenti nelle aste giudiziarie che venivano poi intestati ad altre persone. Mazzagatti aveva anche interessi a Catanzaro, dove aveva trasferito la sua residenza ed una parte dei suoi interessi economici, rilevando, sempre attraverso prestanome, una serie di attività. La cosca Mazzagatti, inoltre, a detta degli investigatori, avrebbe intrecciato stabili rapporti criminali con altri gruppi criminali di tutta la Calabria, ed in particolare con quelli di San Luca e Platì. Il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, ha sottolineato "la capacità che aveva Rocco Mazzagatti di intrecciare rapporti anche con gruppi criminali del Crotonese e del Vibonese, oltre che di Catanzaro, ampliando così i suoi interessi". Tra i fermati nell'operazione Erinni c'è un diciottenne, all'epoca dei fatti ancora minore, "che aveva una partecipazione piena e consapevole - ha detto, in conferenza stampa, il Procuratore dei Minorenni di Reggio Calabria, Carlo Macrì - all'interno dell'organizzazione, per la quale aveva il compito di detenere delle armi, tenerle nascoste e metterle a disposizione degli uomini della cosca quand'era necessario".

    "Con l'operazione denominata 'Erinni' della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, coadiuvata dal Comando Provinciale Carabinieri e dallo Squadrone Eliportato 'Cacciatori' dei carabinieri è stata sgominata ad Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria, una tra le più pericolose e sanguinarie cosche di 'ndrangheta che operava tra la Calabria e Roma". Lo afferma la deputata Rosanna Scopelliti (Nuovo Centrodestra), componente della Commissione Parlamentare Antimafia. "Sia i nomi - aggiunge - che il gran numero di persone arrestate, ben 20 di cui uno addirittura minorenne, oltre che l'enorme valore stimato in circa 70 milioni di euro per i beni a loro sequestrati dà la dimensione dell'operazione 'Erinni', che ha sgominato una delle cosche di 'ndrangheta - quella dei Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo - che aveva la sua base a Oppido Mamertina, ma che aveva allungato i suoi artigli profondamente nella Capitale. Alla cosca Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo la Dda di Reggio Calabria ascrive una serie infinita di reati gravissimi, che vanno da una serie di omicidi, commessi anche compiendo atrocità inumane, alle estorsioni, ai danneggiamenti fino all'immancabile traffico di stupefacenti. Questi dati fanno comprendere la complessità delle indagini compiute dalla magistratura antimafia reggina, ed anche il rischio a cui si sono esposti i Carabinieri che hanno materialmente realizzato gli appostamenti ed infine gli arresti". "L'operazione 'Erinni' - ha concluso l'on. Scopelliti - è l'ennesima riprova delle grandi professionalità che operano in Calabria come magistratura e forze dell'ordine, con uomini e donne degni dell'ammirazione non solo dei calabresi, ma dell'intero Paese".

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore