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    In 21mila adersciono alla petizione di Masciari

     

     

    In 21mila adersciono alla petizione di Masciari

    21 nov 13 Hanno raggiunto in due giorni quota 21 mila le adesioni alla petizione lanciata da Maria Salerno per chiedere ''che lo Stato - riferisce una nota - non abbandoni il marito, il testimone di giustizia Pino Masciari, sotto protezione per avere testimoniato contro la 'ndrangheta''. "Dal 1997 mio marito - spiega la donna nel testo della petizione pubblicata su Change.org, la piattaforma per le petizioni - è sottoposto al programma di protezione previsto per i testimoni, insieme a tutta la nostra famiglia, per aver denunciato e fatto condannare con le sue dichiarazioni decine di capi e gregari di importanti famiglie della 'ndrangheta''. "Nel 1988, Pino Masciari - riporta la nota - cominciò a lavorare nell'impresa edile del padre, che aveva già denunciato le pressioni e le estorsioni da parte della 'ndrangheta. Da subito Masciari si ribellò alle pretese dell'organizzazione criminale, subendo così le prime ripercussioni sulla sua azienda come furti, incendi, danneggiamenti e minacce. Uno dei suoi fratelli fu gambizzato. Nel 1994 Masciari fu costretto a licenziare tutti i suoi operai e a denunciare alle forze dell'ordine quanto stava subendo". "Dopo numerose perdite economiche - prosegue il racconto della donna - le banche smisero di prestarci denaro e mio marito fu costretto a ricorrere agli usurai per ottenere quella liquidità che veniva meno dai mancati pagamenti dei lavori già realizzati dalla ditta. Io, mio marito e i miei figli dal 17 ottobre 1997 abbiamo dovuto abbandonare per il grave ed imminente pericolo di vita la nostra terra, la Calabria, le nostre attività di imprenditore e di medico odontoiatra, le nostre famiglie e vivere per 13 anni in località protetta". "Maria Salerno Masciari - conclude la nota - chiede al Ministero dell'Interno che la pendenza relativa al fallimento della impresa venga estinta dallo Stato, come stabilito da precedenti sentenze".

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