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    Mons. Morosini in visita al carcere con il quadro della Vergine

     

     

    Mons. Morosini in visita al carcere con il quadro della Vergine. Ai detenuti "Cambiare vita"

    19 nov 13 Il quadro della Madonna della Consolazione è stato portato nel carcere di Reggio per offrire ai detenuti la possibilità di venerare la Sacra effige. L'arcivescovo, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, ha celebrato la messa e nell'omelia, rivolgendosi ai detenuti, ha detto che "vi viene data la possibilità di venerarlo, di rivolgervi con più speranza alla Madonna perché vi conforti e vi dia la forza di portare avanti la vita in questo luogo di sofferenza e di pena". L'arcivescovo di Reggio Calabria ha poi aggiunto che "oggi voi vivete il mistero della Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta. Come a lei, anche a voi oggi Maria fa visita portandovi il Signore Gesù. Anche a voi si sono aperti i cuori e per un attimo anche voi forse avete gioito come Elisabetta. Ecco, noi davanti a questo quadro stiamo pregando. Mi auguro che davanti ad esso possiamo sentire, come Elisabetta udendo la voce di Maria, sentire la presenza del Signore, che ci allarga le braccia, ci stringe al suo cuore, e ci chiama a conversione". "Dinanzi al quadro della Madonna della Consolazione, carissimi fratelli, noi - ha proseguito mons. Morosini - abbiamo tante cose da dire alla Madonna, abbiamo tanti problemi da presentare, tante persone care da raccomandare. Ma una cosa tutti chiediamo e desideriamo: Essere consolati e confortati. Abbiamo ascoltato San Paolo: Benedetto sia Dio di ogni consolazione, il quale ci consóla in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. La consolazione perciò è un dono di Dio, ma è anche una missione. Dio ci consola, ma anche noi dobbiamo consolare. La nostra azione, in un certo senso, condiziona quella di Dio. Nel Padre nostro diciamo: rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. C'è sempre questa reversibilità: Dio e il prossimo, il prossimo e Dio".

    Cambiare vita: " La Madonna ci conforterà se noi glielo permettiamo. In che cosa consiste questo permesso? Nel creare nella nostra vita le condizioni della conversione. Cosa vuol dire convertirci? Cambiare vita e riparare il male che abbiamo fatto. Dobbiamo offrire segni di conversione". Lo ha detto l'arcivescovo di Reggio Calabria, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, ai detenuti del carcere reggino nel corso dell'omelia pronunciata durante la messa in occasione dell'arrivo nella struttura del quadro della Madonna della Consolazione. "La Madonna - ha aggiunto - non ci può consolare se noi siamo causa di sofferenze per altri. Quando sono venuto a celebrare per voi a settembre, il giorno dopo il mio arrivo a Reggio, vi consegnai un messaggio, che scaturiva da una premessa. Vi dissi che non giudicavo nessuno, che tra voi si trova una gamma svariata di situazioni: chi si sente innocente, chi non capito, chi invoca perdono, chi si sente odiato e respinto, chi spera nella riconciliazione. A voi dissi l'altra volta: fatevi messaggeri verso parenti ed amici perché cessino tutte le forme di illegalità, di violenza, di sopraffazione. Non ci può essere consolazione fino a quando c'è commercio di droga; fino a quando ci sono attentati contro cose e persone; fino a quando non c'è fedeltà nel matrimonio; fino a quando si uccide; fino a quando si imbroglia il prossimo; fino a quando non rispetta il bene comune; fino a quando sul battesimo cristiano facciamo prevalere quello dell'affiliazione al crimine". "Tutti abbiamo accolto trionfalmente la Madonna, quando è venuta in Cattedrale. Tutti abbiamo chiesto la consolazione della Madonna. Ma intanto solo in quest'ultimo mese in città, ci sono stati numerosi attentati al vivere sociale, che costituiscono la fonte della nostra paura e della nostra angoscia. Come può consolarci Maria, se succedono ancora questi fatti?"

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