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    Beni per 3 mln sequestrati per bancarotta dalla Gdf a Vibo, 2 indagati

     

     

    Beni per 3 mln sequestrati per bancarotta dalla Gdf a Vibo, 2 indagati

    18 nov 13 Beni per 3 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia a due persone indagate per i reati di bancarotta fraudolenta, omessa dichiarazione e occultamento di scritture contabili. L'operazione dei finanzieri è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia. I beni sequestrati consistono in un'azienda, immobili, automobili e conti correnti. Le somme sequestrate corrispondono a quelle evase al fisco. I particolari dell'operazione, scaturita da una precedente complessa ed articolata investigazione di polizia economico-finanziaria conclusa dalle fiamme gialle vibonesi con il recupero a tassazione di diversi milioni di euro, saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa indetta dal Procuratore Capo della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo. L'incontro con i giornalisti si è svolto presso gli Uffici della Procura della Repubblica, presente anche il Comandante Provinciale della Guardia di finanza, Col. Paolo Valle.

    I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Vibo Valentia hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di due soggetti amministratori pro-tempore di una società di Limbadi (VV), operante nel settore del commercio di materiale edile. L’attività trae origine da una precedente complessa ed articolata investigazione di polizia economico-finanziaria a conclusione della quale sono state accertate numerose violazioni di carattere amministrativo e penale. Le fiamme gialle, avvalendosi delle specifiche attribuzioni conferite dalle singole leggi tributarie e dal D.Lgs. 68/2001 che ha attribuito, in via esclusiva, alle stesse i poteri di polizia economica e finanziaria a tutela del bilancio pubblico, delle regioni, degli enti locali e dell’unione europea, hanno controllato un arco temporale che va dal 2010 al 2012, recuperando a tassazione in materia di Imposte sui Redditi oltre 8 milioni di Euro ed in materia di I.V.A. quasi 1,2 milioni di Euro. Nella circostanza, i legali rappresentanti della società sono stati segnalati all'Autorità Giudiziaria competente per i reati di dichiarazione infedele, omessa dichiarazione ed occultamento di scritture contabili (D.Lgs. n. 74/2000) nonché per Bancarotta Fraudolenta. Per effetto delle violazioni nelle dichiarazioni fiscali il valore corrispondente al profitto del reato è stato quantificato in circa 3 milioni di Euro, pari all’imposta evasa. Il provvedimento emesso rappresenta l’apice di una lunga e laboriosa attività di indagine condotta, considerata la pericolosità fiscale dell’impresa, anche con lo strumento degli accertamenti bancari tesi a ricostruire il reale reddito del contribuente. Tali indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno permesso di acquisire elementi di prova tali da indurre il G.I.P. ad emettere il citato provvedimento ablativo, finalizzato alla confisca ex art. 322 ter c.p., per un importo di circa € 3.000.000,00, anche con formula per equivalente, sui beni nella disponibilità degli indagati. Tale strumento, della confisca per equivalente per reati fiscali, introdotto dalla Legge Finanziaria per l’anno 2008, consente, nell’impossibilità di individuare e dunque confiscare i beni che rappresentano il prezzo e/o profitto del reato, di aggredire somme di denaro, beni e/o altre utilità di valore corrispondente. In particolare, tra i beni nella disponibilità degli indagati, è risultata esservi una ulteriore impresa “TALE E QUALE” esercente la medesima attività della verificata, negli stessi locali aziendali, che di fatto ha sostituito la società verificata. Il valore del patrimonio sottoposto a sequestro ammonta a circa € 3.000.000,00.

    PM: Contabilità anomala. C'è anche una impresa per il commercio di materiale edile, identica a quella sottoposta a controlli, tra i beni sequestrati dalla guardia di finanza a Limbadi, nel vibonese. L'operazione compiuta stamane dalle fiamme gialle ha portato al sequestro di beni per 3 milioni di euro nei confronti di due persone accusate di bancarotta fraudolenta, occultamento di scritture contabili e omessa dichiarazione fiscale. Il sequestro dei beni è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Vibo Valentia che ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica. I finanzieri hanno controllato un arco temporale che va dal 2010 al 2012, recuperando a tassazione in materia di imposte sui redditi oltre 8 milioni di euro ed in materia di Iva quasi 1,2 milioni di euro. Le due persone segnalate all'autorità giudiziaria sono i legali rappresentanti della società. Per effetto delle violazioni nelle dichiarazioni fiscali il valore corrispondente al profitto del reato è stato quantificato in circa 3 milioni di euro, pari all'imposta evasa. I particolari dell'operazione chiamata 'Tale e quale' sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, ed i vertici della Guardia di finanza. "L'imprenditoria vibonese - ha detto Spagnuolo - è obiettivamente sana, purtroppo le mele marce si trovano ovunque, ma noi le stiamo da tempo eliminando". Le indagini dei finanzieri sono state dirette dal sostituto procuratore Alessandro Pesce. "Dagli accertamenti - ha proseguito il procuratore - è emerso come la società avesse una contabilità fiscale assolutamente anomala, con l'alterazione dei costi e dei ricavi. Non pagava l'Iva e l'Ires e risultava essere debitrice nei confronti dello Stato. A questo punto, viene fatta fallire per costituirne - come l'araba fenice che risorge dalle proprie ceneri - un'altra". Il pm Pesce, il tenente colonnello Michele Di Nunno e il colonnello Paolo Valle hanno evidenziato come "la Edil Seminara con riferimento all'anno 2010 dichiarasse utili per 50.000 euro e un fatturato per 2 milioni ma faceva registrare una movimentazione finanziaria pari a 4 milioni di euro. E stesse anomalie erano risultate anche nei due anni successivi".

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