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    Beni per 150 mln sequestrati alla ndrangheta tra Calabria e Lazio, anche albergo a Roma

     

     

    Beni per 150 mln sequestrati alla ndrangheta tra Calabria e Lazio, anche un albergo a Roma

    12 nov 13 Beni per 150 milioni di euro sono stati sequestrati nel corso di una operazione della Dia di Roma e Reggio Calabria e della polizia di Stato nei confronti di Giuseppe Mattiani e del figlio Pasquale, ritenuto vicini alla cosca della 'Ndrangheta dei Gallico. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia. Il sequestro è il risultato di due attività di indagine condotte dal Centro Operativo Dia di Roma, dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di polizia Palmi che hanno consentito di acquisire gli elementi necessari a dimostrare la contiguità di Giuseppe e Pasquale Mattiani con la cosca dei Gallico.

    Un Hotel a 4 stelle a Palmi ed un prestigioso hotel a Roma, in uno dei quartieri più esclusivi e a maggiore densità turistica della Capitale, sono tra i beni sequestrati dalla Dia nei confronti di Giuseppe Mattiani e del figlio Pasquale. I valore dei beni sequestrati ammonta a 150 milioni di euro. Stamane ci sarà una conferenza stampa a Reggio Calabria alla quale parteciperà il Procuratore, Federico Cafiero de Raho, il Questore, Guido Longo, ed il Capo del Centro Operativo Dia Gianfranco Ardizzone.

    È l'Hotel Gianicolo, nell' omonimo quartiere di Roma, l'albergo sequestrato dalla Dia nella capitale nell'ambito dell'operazione che ha portato alla sottrazione di beni per un valore di 150 milioni di euro a Giuseppe Mattiani ed al figlio Pasquale, ritenuti vicini alla cosca Gallico della 'ndrangheta. L'albergo sequestrato a Palmi è l'Hotel L'Arcobaleno, anche questo, come il Gianicolo, a 4 Stelle. Secondo quanto riferito dagli investigatori, sia l'Hotel Gianicolo che l'Hotel L'Arcobaleno, sarebbero stati acquistati da Giuseppe Mattiani e dal figlio Pasquale, che sono due imprenditori, riciclando, secondo l'accusa, proventi illeciti della cosca Gallico. L'Hotel L'Arcobaleno, tra l'altro, era stato acquistato dai due presunti emissari della cosca Gallico quando era una pensione e poi trasformato, con l'utilizzo dei proventi illeciti, in un albergo di lusso.

    Hotel Gianicolo era ex Monastero. Era un monastero l'Hotel Gianicolo sequestrato stamane dalla Dia e dalla polizia di Stato nell'ambito di un'inchiesta contro le cosche della 'ndrangheta. La società di Giuseppe Mattiani e dei figli, alla fine degli anni novanta e poco prima del Giubileo, registrò un grande salto a livello finanziario e acquistò un immobile a Roma. Si trattava di un monastero collocato in uno dei posti più belli della capitale, il colle Gianicolo, di proprietà di una congregazione religiosa. In quel periodo, visto l'approssimarsi del Giubileo, gli immobili di tipo alberghiero erano ricercatissimi e naturalmente molto onerosi per via dell'atteso afflusso dei pellegrini. Il Grand Hotel Gianicolo, di categoria 4 stelle lusso, è provvisto di 48 camere più piscina e parcheggio interno. La Dia e la polizia hanno sequestrato la società "Hotel Residence Arcobaleno Sas", proprietaria sia del Grand Hotel Gianicolo che dell'Hotel Arcobaleno a Palmi. Sono stati sequestrati anche 53 beni immobili ubicati tra Roma, Castiglione dei Pepoli (Bologna) e Palmi, 9 automobili e rapporti bancari intrattenuti in 13 istituti di credito.

    Dimesso da assessore a palmi nipote Messiani. "Di seguito alle notizie di oggi, comunico che a tutela della immagine della mia famiglia e della Città ho rassegnato le mie irrevocabili dimissioni da Assessore del Comune di Palmi, rimettendo ogni incarico nelle mani del Sindaco". Lo afferma in una nota Giuseppe Mattiani, nipote dell'omonimo imprenditore al quale stamane sono stati sequestrati beni per 150 milioni di euro. "Preciso, inoltre, che sin dal mese di agosto scorso - aggiunge - mi ero autosospeso da ogni incarico politico-amministrativo, formalizzando tale scelta durante la prima seduta di Consiglio Comunale del mese di settembre. Preciso infine che a seguito di tale scelta, sin da allora non ho percepito alcuna indennità di carica. Ripongo fiducia nella Giustizia, confidando che la vicenda possa risolversi al più presto e nel migliore dei modi". L'Amministrazione comunale di Palmi, è scritto in una nota, ''prende atto della sensibilità espressa da Giuseppe Mattiani e della sua decisione di rassegnare le dimissioni da ogni incarico politico amministrativo. Si tratta di quella stessa sensibilità dimostrata da Giuseppe Mattiani sin dai primi giorni di agosto scorso, allorquando si era allontanato dall'attività di Giunta al fine di evitare strumentalizzazioni. Per come era stato anticipato nei mesi scorsi, in presenza di nuove vicende, Mattiani ha agito con coerenza e consequenzialità. L'Amministrazione comunica, infine, che a breve la maggioranza si riunirà per riorganizzare le attività dell'Ente".

    Procuratore Reggio: Colpiti beni proventi di illeciti. Circa quindici miliardi di vecchie lire vennero spesi per l'acquisto del monastero che fu trasformato nel Grande Hotel Gianicolo. Una operazione finanziaria ritenuta "ingiustificabile rispetto all'andamento degli affari della famiglia Mattiani". I particolari delle indagini che hanno portato al sequestro di beni per 150 milioni di euro alla famiglia Mattiani sono stati resi noti dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, dal questore, Guido Longo, e dal capo del centro operativo Dia, Gianfranco Ardizzone. "La Procura della Repubblica di Reggio Calabria - ha aggiunto Cafiero de Raho - Reggio Calabria - continuerà nella sua strategia di individuare e colpire la ricchezza illegittima e frutto di proventi mafiosi, uno strumento efficace affinchè lo Stato si riappropri di beni derivanti da operazioni di riciclaggio o da iniziative economiche di dubbia matrice". Cafiero de Raho, inoltre, ha detto che le "infiltrazioni della criminalità organizzata in Calabria condizionano l'intero circuito economico e politico e negare che vi sia il condizionamento significherebbe negare l'esistenza della 'ndrangheta"

    Libero: A Roma per ripulire i soldi. "Plaudiamo l'operato della magistratura e delle forze dell'ordine per il nuovo colpo alla cupola di 'ndrangheta. I sequestri di oggi sono l'ennesima prova della forza economica delle mafie e rappresenta l'ulteriore conferma che le mafie non sono più infiltrate ma radicate nel territorio. Ormai la Capitale è stata scelta come luogo privilegiato per reinvestire e ripulire i soldi del boss": è quanto afferma in una nota l'Ufficio di presidenza di Libera, commentando l'operazione della Dia di Reggio Calabria e di Roma che ha portato al sequestro di beni per 150 milioni di euro. "I sequestri di beni degli ultimi anni - sottolinea l'associazione antimafia - manifestano una predilezione per bar e ristoranti di lusso, locali della movida. Solo a Roma sono circa 20 i locali sequestrati al clan Gallico e clan Alvaro". "Per mantenere accessi i riflettori su questo territorio e raccontare il positivo che esiste e lavora nella lotta alle mafie, si svolgerà proprio nel Lazio, a Latina, la manifestazione nazionale il 22 marzo 2014, prevista nell'ambito della diciannovesima Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che si tiene ogni anno il primo giorno di primavera" conclude la nota

    Bindi: ottimo risultato. "L'operazione congiunta della Dia di Roma e di Reggio Calabria con la Polizia di Palmi che ha portato al sequestro di beni per 150 milioni di euro, tra i quali un noto albergo della capitale, segna un nuovo importante colpo contro gli affari della 'Ndragheta e il clan Gallico di Palmi. Un ottimo risultato, che conferma come uno degli strumenti più efficace di contrasto sia quello del sequestro dei patrimoni e delle ricchezze accumulate da un'organizzazione criminale che sempre più si struttura come un soggetto economico, con vocazione imprenditoriale, capacità di fornire una gamma di servizi e di infiltrarsi in realtà produttive e amministrative diverse". Lo dice la presidente della commissione Antimafia Rosi Bindi.

    Bianchi: "Importante colpire patrimoni". "La notizia del sequestro di beni per 150 milioni di euro al clan Gallico, tra cui un lussuoso hotel a Roma, e' un altro significativo passo in avanti nella lotta alla 'ndrangheta". Lo afferma in una nota la parlamentare del Pdl Dorina Bianchi, componente commissione Antimafia. "Come ha sottolineato - aggiunge - il procuratore nazionale antimafia Roberti, l'aggressione ai patrimoni illeciti è tra gli strumenti più efficaci per contrastare la criminalità organizzata. La 'ndrangheta ha ampliato i propri profitti, penetrando nel tessuto economico e produttivo del centro e nord Italia, e vuole riciclare denaro sporco. Sbarrarle la strada con la confisca dei beni significa annientare queste velleità. Questi sono gli interventi da intensificare". "Un plauso - conclude Bianchi - agli agenti della Direzione investigativa Antimafia e alla polizia per l'operazione odierna e il quotidiano impegno nel contrasto alle organizzazioni criminali".

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