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    Ragazza di Vibo morta a Roma, forse violentata da conoscente

     

     

    Ragazza di Vibo morta a Roma, forse violentata da conoscente. Sentiti testimoni

    08 nov 13 Un trauma del passato, un abuso subito da una persona della quale si fidava, a lei "vicina". E' su questo che si stanno concentrando le indagini della Procura riguardo la morte della giovane precipitata dal tetto dello stabile dove abitava a Roma. L'attività di indagine prosegue sul fronte della vita personale della ragazza. Il pm Attilio Pisani, con il coordinamento del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, sta cercando di ricostruite il passato psichiatrico-terapeutico della ragazza. Obiettivo è capire se quanto avvenuto possa essere legato ad un trauma, anche lontano nel tempo, subito dalla ragazza e che forse qualcuno della sua famiglia conosceva. Simona, infatti, è stata seguita negli ultimi anni da alcuni specialisti anche alla luce di atti di autolesionismo. Gesti drammatici forse legati ad una violenza subita anni fa. E la frase detta al personale del 118, "sono stata violentata", non riferiva di un abuso recente ma di un trauma passato che la giovane non avrebbe mai elaborato. E tanto più doloroso perché inflitto da chi le era vicino e di cui si fidava.

    Sentiti testimoni: C'è certezza sull'ora in cui Simona Riso, la ragazza di 28 anni deceduta il 30 ottobre scorso dopo che era stata trovata in fin di vita nel cortile della sua abitazione, è precipitata dal tetto del suo palazzo. Gli inquirenti fissano nelle 6.30 del mattino l'orario in cui la giovane sarebbe caduta. A confermare l'ora alcuni testimoni, si tratta di alcuni religiosi che abitano di fronte alla palazzine di via Urbisaglia dove si trova la canonica della vicina parrocchia della Natività. Sentiti dagli inquirenti hanno raccontato di aver "sentito a quell'ora un tonfo" ma di non aver "udito grida di aiuto" e "avendo visto alcuni gatti rincorrersi" hanno pensato ad una caduta di qualche oggetto, "non di un corpo". Queste testimonianze sembrano allontanare l'ipotesi che la ragazza possa essere stata oggetto di una aggressione e assottigliano il lo spazio temporale intercorso tra l'ultima telefonata con la madre di Simona, avvenuta intorno alle 4.45 del mattino. (

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