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    Ragazza di Vibo morta a Roma, s'indaga su vita privata

     

     

    Ragazza di Vibo morta a Roma, s'indaga su vita privata

    05 nov 13 Si scava nella vita privata di Simona Riso, la ragazza morta il 30 ottobre scorso dopo essere precipitata dal palazzo in cui abitava, nel quartiere San Giovanni di Roma. Gli inquirenti, che procedono per omicidio volontario, stanno tentando di ricostruire le ultime ore di vita della ragazza, che lavorava come cameriera in un hotel, puntano la loro attenzione anche sull'ambito sentimentale. In particolare chi indaga vuole capire se la ragazza avesse attualmente in piedi vicende personali anche se i primi elementi raccolti raccontano di una persona sostanzialmente single ma con una breve relazione chiusa da qualche tempo.

    Un vuoto di due ore. Gli investigatori proseguiranno con le audizioni delle persone che frequentavano Simona Riso, la ragazza morta a Roma mercoledì scorso. Al momento i testimoni ascoltati hanno sostenuto di non aver sentito nulla. Obiettivo di chi indaga è cercare di colmare il vuoto tra le 4,46 ora in cui la ragazza ha ricevuto la telefonata della madre, e le 6 e 40 ora in cui la ragazza è stata trovata agonizzate nel cortile del suo palazzo.

    Trovata una sim nei pantaloni. Gli inquirenti che indagano sulla morte di Simona hanno accertato che nella tasca dei pantaloni indossati della ragazza è stata trovata la sim card che utilizzava alternativamente per i due telefonini e per il tablet. Dall'analisi del traffico telefonico, da quello telematico (la ragazza frequentava delle chat) e da quello legato all'utilizzo del bancomat potrebbero arrivare elementi utili alle indagini. Il sostituto Attilio Pisani, coordinato dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, ha accertato che Simona il 29 ottobre, giorno prima della morte, non si era recata la lavoro avendo usufruito del suo giorno di riposo.

    Una fiaccolata a San Calogero. A San Calogero, il paese di origine di Simona Riso, è ancora vivo il dolore per la morte della ragazza ed in molti sono convinti che la giovane è stata uccisa. I familiari della ragazza sono chiusi nel dolore e nel silenzio ed attendono gli esiti delle indagini in corso da parte degli investigatori di Roma. C'è poi chi va al cimitero per portare fiori e lasciare un messaggio a Simona. Nel frattempo a San Calogero, piccolo comune del vibonese, si stanno approntando i preparativi per la fiaccolata in programma per sabato sera organizzata dalla Parrocchia guidata dal don Antonio Purita - molto colpito dalla vicenda - e dai giovani del paese che, proprio in occasione di quel giorno, realizzeranno anche delle magliette con il volto della 28enne. Simona Riso per cinque anni ha frequentato la scuola di danza classica del paese ed è stata ricordata con commozione dalla direttrice Liberata Occhiato. Intanto il gruppo di Facebook a suo nome continua a far registrare commenti di persone che lasciano un pensiero, un ricordo, un incoraggiamento alla famiglia e che chiedono giustizia. Nemmeno loro credono alla tesi del suicidio.

    Al vaglio la sua vita privata. Una vita privata da scavare. Vicende sentimentali, scelte fatte nelle ultime settimane e negli ultimi giorni di vita. La morte di Simona Riso, avvenuta il 30 ottobre scorso dopo un volo dal terrazzo condominiale dello stabile in cui abitava nel quartiere San Giovanni di Roma, assume sempre più i contorni di un giallo in cui i pm della Procura di Roma cercano di mettere in fila tutti i tasselli fino ad ora individuati. In primo luogo gli inquirenti - che procedono per omicidio volontario dopo le denunce dei familiari convinti che Simona sia stata uccisa - stanno tentando di ricostruire le ultime ore di vita della ragazza, che lavorava come cameriera in un hotel, puntando la loro attenzione anche sull'ambito sentimentale. Simona era single? Al momento tutti gli elementi in possesso al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e al sostituto Attilio Pisani, escludono l'esistenza di una relazione stabile di Simona che però da qualche tempo aveva chiuso una storia iniziata da poco. Molte risposte in tal senso potrebbero arrivare dall'analisi dei cellulari e del tablet che spesso Simona utilizzava per chattare. Al tal riguardo gli inquirenti hanno inoltre accertato che nella tasca dei pantaloni indossati il giorno della morte è stata trovata la sim card che Simona utilizzava alternativamente per telefonini e tablet. Dall'analisi del traffico telefonico, da quello telematico e da quello legato all'utilizzo del bancomat potrebbero arrivare elementi utili alle indagini. Indagini che, in sostanza, puntano a chiarire cosa sia avvenuto dopo che la Riso ha terminato la consueta telefonata con la quale la madre, intorno alle 4:45 del mattino, si accertava che la figlia si fosse svegliata per andare al lavoro. Un buco di circa due ore, fino alle 6.45, ora in cui la ragazza è stata trovata agonizzante nel cortile del palazzo. Gli investigatori, che hanno accertato che Simona il giorno prima di morire non si era recata al lavoro avendo usufruito di un giorno di riposo, proseguiranno con le audizioni delle persone che frequentavano Simona. Al momento i testimoni ascoltati hanno sostenuto di non aver sentito nulla. Infine tra gli accertamenti disposti dalla procura di Roma sulla morte di Simona Riso c'e' anche la verifica delle procedure adottate al pronto soccorso del San Giovanni. Gli inquirenti vogliono ricostruire gli ultimi istanti di vita della ragazza e quanto avvenuto in ospedale. L'iniziativa della procura é in sintonia con le richieste dei familiari della ragazza, originaria di San Calogero, i provincia di Vibo Valentia. E proprio nel suo paese, in Calabria, non si placa il dolore per la sua morte. 'L'hanno uccisa', ripetono amici e parenti. E intanto si prepara la fiaccolata di sabato. Tanti sfileranno indossando magliette con sopra il volto di Simona.

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