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    Mons. Bertolone "Rinnovarsi alla luce della fede"

     

     

    Mons. Bertolone "Rinnovarsi alla luce della fede"

    31 mar 13 "E' sintomatico che, per annunciare lo sfolgorio della resurrezione, gli uomini in bianche vesti preferiscano evocare la misteriosa figura del Figlio dell'uomo". E' questo uno dei temi affrontati dall'Arcivescovo di Catanzaro, mons. Vincenzo Bertolone, nel corso dell'omelia della messa di Pasqua. "Lo stesso Gesù, secondo l'evangelista Luca, si auto-attribuisce - ha aggiunto - questo titolo. Nella letteratura apocalittica, il Figlio dell'uomo, come del resto anche gli angeli, avevano una parte attiva nello scenario dell'ultimo giudizio. Lo stesso Pietro, che il libro degli Atti non ci presenta più come turbato e stupito per l'accaduto del sepolcro vuoto, bensì come coraggioso annunciatore della vicenda di Gesù di Nazaret, ne riprende per noi il senso apocalittico, quando annuncia ad alta voce e fermamente, proprio nella stessa regione della Giudea e di Gerusalemme, in cui il Nazareno aveva trovato la morte appeso ad una croce: 'Egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio'. Bisogna adesso decidersi per questo Figlio dell'uomo, non si può rinviare. Il giudizio è ora: essere pro o contra il Figlio dell'uomo? Dichiararsi pro o contra il Risorto, sapendo che da questa decisione (non soltanto privata, ma pubblica) dipende la nostra stessa sorte eterna?". "Di fronte al mistero del Vivente, siamo chiamati - ha proseguito mons. Bertolone - a decidere adesso della nostra fede in Lui, professata in privato e in pubblico: potremo essere dei con-sepolti e con-risorti con lui, dei nascosti con Cristo in Dio, che poi si manifesteranno con Lui nella gloria finale, oppure potremo mettere in pericolo la nostra salvezza definitiva! Se ci lasciassimo prendere dalla paura della persecuzione dei nemici della fede, sempre presenti anche nel nostro tempo, oppure se, esposti alle tante ostilità delle nostre società complesse e plurali, ci pervertissimo nell'apostasia (teorica o pratica, come avviene in certe vite dissolute ed immorali), non potremmo che essere rinnegati dalla comunione con il Vivente. Nel Vivente-Risorto, infatti, il regno futuro - adombrato nella figura del Figlio dell'uomo - è già presente e all'opera, ed è posto nella disponibilità di tutti noi, solo se lo vogliamo e ci decidiamo per Lui. Non possiamo, non dobbiamo, sorelle e fratelli, bestemmiare contro lo Spirito Santo fino a non riconoscere che, Colui che era stato crocifisso, è il Vivente". "Come le vergini prudenti, dobbiamo piuttosto vegliare, come abbiamo vegliato la notte di Pasqua, per riconoscere - ha concluso - chi è questo Figlio dell'uomo e riconoscerci in Lui come donne ed uomini nuovi. Il che significa riconoscere in Lui colui che il Padre consacrò in potenza e Spirito santo e che il Padre ha liberato dalla morte, risuscitandolo il terzo giorno e dandogli la consegna di manifestarsi ai testimoni prescelti da Dio. Saremo coraggiosamente anche noi siffatti testimoni? Me lo auguro, ve lo auguro: siate rinnovati nello Spirito del Risorto e rinascete nella luce del Signore risorto".

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