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    Giornalisti assolti in Cassazione ora chiedono i danni

     

     

    Giornalisti assolti in Cassazione ora chiedono i danni

    25 mar 13 "La suprema corte di Cassazione ha assolto i giornalisti professionisti Guido Scarpino e Jeunevieve Makaping, accusati rispettivamente di diffamazione a mezzo stampa e di omesso controllo, per un articolo pubblicato il 15 agosto 2005 sul quotidiano La Provincia Cosentina dal titolo 'Associazione a delinquere, indagati La Rupa e Morelli'". E' quanto si afferma in un comunicato dello stesso Scarpino che anticipa la decisione di richiedere i danni a carico di dieci parti civili. "I due professionisti - prosegue il comunicato - erano stati condannati il 7 luglio 2009 dal tribunale di Cosenza (rispettivamente a un mese e due mesi e al risarcimento dei danni) e la condanna era stata ratificata il 21 maggio 2012 dalla Corte di Appello di Catanzaro, ma la Cassazione li ha assolti in pieno, annullando la condanna senza rinvio e contestando l'erronea applicazione della legge. Scarpino e Makaping, all'epoca dei fatti caposervizio della zona tirrenica e direttore responsabile del quotidiano, erano stati querelati dall'ex sindaco e consigliere provinciale di Amantea, Giovanni Battista Morelli, dal figlio dell' ex sindaco e consigliere regionale Alfredo La Rupa e da persone loro vicine: Africano Liliana, Cristaudo Anna, Pellegrino Tiziana, Chiappetta Antonio, Bossio Rosaria, Guido Teresa, Scala Andrea e Frangine Antonio. Le parti civili erano tutte rappresentate dall'avvocato Gregorio Barba, ad eccezione di Frangione e Scala, patrocinati da Mazzoni e Iaconetti. Scarpino era invece difeso dall'avvocato Sergio Calabrese e Makaping dallo studio Carratelli di Cosenza". "Nell'articolo considerato diffamatorio si affermava che le persone sopra indicate - prosegue la nota del giornalista - erano indagate, contrariamente al vero, per associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico, al voto di scambio ed all'abuso d'ufficio. I dieci querelanti, in effetti, erano stati denunciati, assieme ad altre sette persone, tra cui l'ex sindaco Franco La Rupa, da una fonte autorevole e qualificata (la Digos di Cosenza) ma la Procura di Paola aveva ritenuto non doverli iscrivere nel registro degli indagati. In poche parole vi era un'indagine della Digos a carico di 17 persone, ma solo alcuni nomi venivano formalmente indagati. "Guido Scarpino, che oggi è caposervizio a Calabria Ora - conclude il comunicato - ha reso noto d'aver conferito incarico a uno studio legale di Paola per valutare la predisposizione di una citazione in giudizio, innanzi al giudice civile, per la richiesta del danno, in solido, a carico delle dieci parti civili".

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