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    Mons. Mondello "In momento di crisi Pasqua sia segno di speranza"

     

     

    Mons. Mondello "In momento di crisi Pasqua sia segno di speranza"

    22 mar 13 "Ma questa esperienza pasquale non è solo liturgica". Lo afferma l'arcivescovo di Reggio Calabria - Bova, mons. Vittorio Mondello, in vista della festa di Pasqua. "Se la inseriamo, infatti, nell'attuale momento storico, segnato dall'infittirsi - aggiunge - di una crisi, che non è solo economica, ma attraversa l'essere stesso dell'uomo; e l'accostiamo ai sofferti problemi del nostro territorio e della nostra gente, dentro - tra l'altro - una stagione politica colma di lacerazioni e di confusioni, può diventare il segno di una impensata strada di speranza". "In questo momento - prosegue mons. Mondello - così delicato e carico di speranza della vita della Chiesa e del mondo - con nel cuore la commozione per il forte gesto di rinuncia di Benedetto XVI e la gioia di avere già avuto da Dio il dono dell'umile Papa Francesco come Vescovo di Roma e Pontefice della Chiesa universale - sento vivo il bisogno - nell'imminenza della celebrazione del mistero di Cristo, morto, sepolto e risorto - di rivolgermi a tutti voi, ad ognuna delle comunità cristiane delle quali siete parte viva, per esortarvi ad accogliere nella pienezza questo singolare momento di grazia, questo passaggio del Signore, che vuole condurci - anche attraverso l'esperienza dura della croce - alla gioia della libertà. Quello che stiamo per vivere è il momento più alto nel cammino dell'intero anno liturgico: la grande Settimana, che si apre con la Domenica della Passione o delle Palme e culmina con la Domenica della Risurrezione". "Se riusciremo - aggiunge - a viverla pienamente ed intensamente, può diventare per noi, presbiteri e fedeli, come e magari più di un corso di esercizi spirituali. Se, infatti, 'accompagneremo' Cristo nella totale offerta di Sé - dall'Ultima Cena alla solitudine del Getsemani, dalla notte della cattura e degli insulti alla tragica esperienza dei tribunali che lo giudicano e lo condannano a morte, dalla flagellazione alla Via crucis, dalle parole di perdono che pronuncia innalzato da terra fino alla morte; e poi dal silenzio del sepolcro al grido della Risurrezione - avremo, per grazia, la possibilità di entrare nel mistero della sua vita e di permettere alla sua forza divina di varcare le soglie della nostra fragilità umana. Perché la Pasqua ci annuncia che, se é vero che le radicali difficoltà, il non-senso, il dolore e la morte lacerano il tessuto della nostra storia, è anche certo che non è quella l'ultima parola. Oltre la morte, infatti, il Risorto sveglia la vita. E apre 'strade di speranza' dentro l'orizzonte delle nostre fatiche". "Ed è questo l'augurio, fratelli e figli carissimi, che rivolgo - conclude - a tutte e a ciascuna delle nostre comunità, mai come in questi giorni "radunate insieme": che il seme della speranza, inserito da Gesù nei solchi dei nostri passi, ci permetta di riconoscerLo soprattutto lì dove egli ama nascondersi: negli ultimi della terra, nei 'senza nome e nei senza diritti', negli 'esperti di solitudine e di abbandono', nelle vittime dell'odio, nei bastonati della storia, nei relitti del mondo".

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