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    Giovane giornalista si suicida e scrive "Non più voglia di vivere"

     

     

    Giovane giornalista cosentino si suicida e scrive "Non più voglia di vivere"

    16 mar 13 Il giornalista Alessandro Bozzo si é suicidato nella sua abitazione a Marano Marchesato (Cosenza). Una tragedia. Una decisione che probabilmente era maturata da tempo. Lui lavorava con il quotidiano 'Calabria Ora' dalla sua fondazione, avvenuta sette anni fa. Nella lettera di tre pagine che ha lasciato ha spiegato di avere deciso di suicidarsi perché non aveva più voglia di vivere. Ieri dopo essersi preso un giorno di "corta" era rimasto a casa. Probabilmente a scrivere la lunga epistola per spiegare quello che da li a poco avrebbe deciso di fare. Una decisione inspiegabile per quanti lo conoscevano. Per chi gli stava vicino. Per chi aveva con lui contatti di lavoro. Riservato con tutti. Di una ineccepiile professionalità sul lavoro e molto riservato. Ma con chi frequentava più spesso era molto più espansivo. Mille pensieri e tanta incredulità ieri sera, dopo che la notizia si è diffusa, per quanti lo conoscevano. Rabbia mista a tanti dubbi. La cronaca nera era il suo pane quotidiano. E da cronista di nera ha messo in atto la sua atroce decisione. Un dramma per quanti fanno il suo mestiere. Chiusi come in scatole senza sole. Senza l'odore dell'aria. Con un monitor ed una tastiera compagni di tutti i giorni. Senza emozioni, non possono contaminarti, perchè devi raccontare nel migliore dei modi il mondo che ti passsa avanti. Oggi raccontiamo il suo di dramma. Un mestiere cinico che ti porta a non avere sentimenti, a tenere da parte le emozioni. Perchè il mondo continua a girare e bisogna raccontarlo. Lui lo faceva molto bene. Tanto bene che è riuscito a nascondere a tutti, persino a chi gli stava più vicino, quello che avrebbe fatto. Così come sulla sua pagina di FB dove respingeva chi gli sottolineava l'hobby degli ultimi tempi. Quel tiro a segno che lui ha giudicato come "un modo per scaricare lo stress". E invece. Ora non c'è pù. Tanti lo piangono e riflettono su come troppe volte questo tipo di mestiere ti svuota dal vivere. Avevamo deciso di tenere questo dolore per noi. Ma la voglia di fare questo mestiere, di continuare a farlo con entusiasmo, ce lo impone. Alessandro ha voluto trasformarsi in notizia. Ma la vita è una notizia che è ancora più importante di qualunque altra. Dovunque tu sia possa la terra eserti lieve. Una prece.

    Alessandro lacia la mogiie ed una dolcisima bimba di quattro anni e mezzo. Aveva compiuto 40 anni martedì scorso.

    Il direttore di Calabria Ora, Piero Sansonetti, stamane sul quotidiano scrive che "é la prima persona che mi ricordo quando misi per la prima volta piede a Calabria Ora. Abbiamo lavorato insieme quasi tre anni e, come succede, non abbiamo sempre avuto rapporti idilliaci. Si discuteva, si litigava. Però c'era rispetto. Io sapevo che era bravo, che era una sicurezza nel suo lavoro e che aveva le due grandi doti del giornalista: la prima è capire la notizia, la seconda è sapere scrivere bene".

    "'Tutto cio' che non siamo capaci di fare da soli riduce la nostra liberta". Alessandro Bozzo deve avere riflettuto a lungo su questa considerazione, espressa da un grande della letteratura italiana, Cesare Pavese, anch'egli assalito e travolto dal 'mal di vivere'". E' quanto afferma, in una nota, Giuseppe Soluri, presidente dell'Ordine dei giornalisti, in relazione al suicidio del giornalista Alessandro Bozzo. "Alessandro era un collega che stimavo molto - prosegue Soluri - e che consideravo atipico in un mondo che insegue sempre di più la vetrina, il palcoscenico, il protagonismo a tutti i costi. Alessandro era invece una persona schiva, preoccupato sempre di fare il proprio lavoro con correttezza, rispettando la verità dei fatti e senza inquinare la propria professione con interpretazioni e smanie da primi della classe a tutti i costi. Questa sua visione rigorosa della professione era certamente figlia della sua personalità e della sua 'problematicita''. Ad Alessandro non bastava vivere, perché della vita cercava quotidianamente il senso, il fine, l'obiettivo. Come è accaduto a tanti, e come accadrà a molti, questo 'senso' evidentemente Alessandro non lo aveva trovato e, probabilmente, aveva immaginato che fosse impossibile trovarlo. Ed ha scelto a quel punto il gesto estremo, quello che tutti ritengono 'impensabile', quello che l'istinto rifiuta e che impone un coraggio ed una 'razionalita'' che solo pochi hanno. E si tratta in genere di persone particolarmente sensibili, particolarmente intelligenti, particolarmente bisognose di capire il senso delle cose, di condividerlo e di non subirlo". "Alessandro Bozzo era fatto così - sostiene ancora Soluri - e, dinanzi alle domande estreme, ha avuto il 'coraggio', perché di questo c'é bisogno, di dare una risposta estrema. Sono gesti che pongono interrogativi importanti ad ognuno di noi: a chi questi interrogativi se li è posti o se li pone ed a quanti invece non sono assaliti da questo problema. I giornalisti calabresi esprimono un cordoglio sentito e non di maniera e ricorderanno sempre Alessandro Bozzo come un esempio nella professione e come un amico dalle grandi qualità umane. Rendiamo omaggio, con grande dolore ma anche con grande rispetto, alla sua scelta di abbandonare questo mondo che giudicava forse troppo volgare e troppo banale per la sua sensibilità".

    Il segretario del sindacato dei giornalisti della Calabria e vicesegretario nazionale della Fnsi, Carlo Parisi, ha ricordato che "Alessandro pubblicamente, di solito, era di poche parole, ma con chi si fidava era un fiume in piena. La sua breve, ma intensa carriera professionale, come testimoniano le toccanti testimonianze dei colleghi, l'ha dedicata a diffondere e radicare nei colleghi, soprattutto i più giovani, i valori più nobili della professione giornalistica, costituiti dalla costante ricerca e dalla verifica delle notizie, ma soprattutto dal rispetto della dignità umana e professionale della persona".

    "Con dolore e sconcerto ho appreso della scomparsa del giovane giornalista Alessandro Bozzo". Lo afferma in una nota il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto. "Da Sindaco di una città - aggiunge - che, non diversamente da tante altre, vive molti problemi, non posso non interrogarmi sui baratri bui che si aprono davanti ai nostri giovani fino ad indurre i più vulnerabili fra loro a decisioni estreme, che solo apparentemente sono individuali, mentre riguardano l'intera collettività, che si risveglia con un forte senso di impotenza, rimpianto e rammarico per ciò che forse si poteva fare e non è stato fatto. Mi stringo in un abbraccio forte alla famiglia di Alessandro e ai suoi colleghi. Insieme a loro piango l'uomo, il papà, il professionista capace ed impegnato, il giovane sensibile.

    "Siamo addolorati. Alessandro era un collega, ma soprattutto un giovane che avrebbe avuto diritto alla serenità". E' quanto scritto in una nota dell'Ufficio stampa del Comune di Cosenza. "Così evidentemente - prosegue - non era e il risveglio per tutti noi è stato molto brusco. Impossibile capire. Possiamo soltanto, con rispetto ed affetto, piangere l'amico che se ne va e stringerci alla sua famiglia e ai colleghi di Calabriaora".

    "Conoscevo Alessandro Bozzo da una vita, da quando fece il servizio militare con mio fratello, anche se non ci frequentavamo: alla moglie, alla piccola figlia e a tutti i colleghi di Calabria Ora il mio pianto e il mio cordoglio". Lo afferma il giornalista Mario Campanella. "Spero - aggiunge - che il mondo del giornalismo calabrese e cosentino si stringa intorno alla moglie Mariuccia e alla figlia con solidarietà vera e affetto. Non è questo il tempo delle riflessioni che sembrerebbero solo posticce. La rabbia per una morte cosi giovane prevale su ogni altro sentimento".

    "La notizia della scomparsa del collega Alessandro Bozzo ci colpisce e ci addolora profondamente". Lo afferma il Presidente del circolo della Stampa di Cosenza, Gregorio Corigliano. "Di fronte - aggiunge - ad un gesto come questo, ci esimiamo dal formulare qualunque tipo di opinione, ma non possiamo non manifestare alla famiglia del collega la nostra solidarietà più profonda ed il nostro affetto più sentito. Così come ci sentiamo profondamente vicini all'intera Redazione di "Calabria Ora" che con Alessandro perde un pezzo importante della sua storia ed un collega che con i sui servizi ha dato grande dignità alla generazione dei giovani cronisti".

    Il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, ha espresso profondo cordoglio per la morte del giornalista di 'Calabria Ora', Alessandro Bozzo. "La notizia del gesto di Alessandro Bozzo - dice Wanda Ferro - ha destato grande sconcerto. E' davvero doloroso apprendere che un professionista capace e brillante, ma soprattutto un ragazzo stimato e amato dai propri colleghi, abbia deciso di togliersi la vita, evidentemente sopraffatto da un insopportabile malessere. Alla sua famiglia, ai suoi colleghi, alla redazione di Calabria Ora, giunga il più sincero sentimento di cordoglio e solidarietà".

    "Come Assessore alla comunicazione e come amica di Alessandro Bozzo non posso non esprimere il dolore per la sua tragica scomparsa". Così l'assessor alla Comunicazione del Comune di Cosenza Rosaria Succurro. "Ricordo -dichiara la Succurro- la professionalità, l'entusiasmo di Alessandro, professionista brillante, e la sua capacità di essere sempre alla ricerca delle ragioni dei deboli. Se non vogliamo far passare questa morte come un mero fatto personale, rispettandone il tragico epilogo, non possiamo solo esprimere un cordoglio di circostanza. Il suo abbandonarsi ad un gesto estremo impone una riflessione sui disagi che spesso impediscono di guardare al futuro con fiducia e di realizzare progetti di vita. Un abbraccio alla moglie, alla figlia e ai colleghi che hanno lavorato al suo fianco. Ciao Alessandro, ci mancherai".

    "Ho conosciuto Alessandro tanti anni fa, siamo stati insieme per anni nella fantastica avventura de "La Provincia Cosentina", spesso ci sentivamo telefonicamente". Lo afferma il giornalista Gianfranco Bonofiglio. "Si parlava - dichiara Bonofiglio- spesso anche delle difficoltà che vivono i giovani giornalisti pieni di passione ma senza alcuna tutela con un Ordine professionale che tutela solo i garantiti ed i pochi privilegiati e di una professione divenuta oramai squallida e che nasconde sotto la patina del sogno e della visibilità solo sfruttamento, precariato, licenziamenti, riduzioni di stipendi, ingerenze degli editori, pressioni politiche e quant'altro ha distrutto la possibilità di esercitare realmente il ruolo di giornalista. E fare il giornalista "vero" con la schiena dritta in Calabria è francamente impossibile.Alessandro ci credeva e si sforzava di esserlo in ogni suo gesto, in ogni suo articolo. Discutevamo spesso di questo con Alessandro e discutevamo anche di cronaca nera, di storia della criminalità cosentina, che Alessandro conosceva a menadito con la passione e la preparazione che lo contraddistingueva. Oggi tutti ne piangono la scomparsa. Anche quelli che, con lacrime di coccodrillo, pensano solo a tutelare le loro privilegiate posizioni e che oltre alle frasi di comodo ed ipocrite non hanno mai alzato un dito contro gli editori che sfruttano o contro un sistema che martorizza i giovani giornalisti colpevoli solo della loro passione. Quante volte abbiamo parlato di politica, dei personaggi mediocri e scadenti che formano il ceto politico calabrese e ci siamo sempre trovati in sintonia. La pensavamo nello stesso modo in tante, tante cose. Ti ricorderò sempre nei tanti momenti di dialogo. E solo così vorrò ricordarti, rispettando la tua drammatica ed ultima scelta scelta. Ciao Alessandro, che la tua nuova vita ti sia lieve e serena".

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