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    Terzo settore spelle al muro a Reggio Calabria

     

     

    Terzo settore spelle al muro a Reggio Calabria

    13 mar 13 "Lo scorso 11 marzo al termine di una drammatica riunione del Coordinamento del Terzo Settore, le organizzazioni aderenti hanno preso atto dell'impossibilità concreta di proseguire i servizi alle attuali condizioni. Oggi non possiamo che certificare la morte clinica dello stato sociale a Reggio Calabria". Lo afferma il Portavoce del Coordinamento, Luciano Squillaci. "Infatti, nonostante la dichiarata attenzione verso questo delicatissimo settore che riguarda i cittadini più fragili ed emarginati - prosegue - purtroppo ad oggi non abbiamo ricevuto dalla struttura commissariale le risposte che auspicavamo e che avevamo peraltro concordato, sia a dicembre a seguito della manifestazione Senza cuore Reggio muore, sia successivamente in occasione degli incontri al tavolo tecnico istituito in Prefettura insieme ai sindacati. Ad oggi permangono integralmente tutti i problemi già noti, con l'aggravante di un ulteriore periodo di grande sofferenza che abbiamo dovuto sopportare. Manteniamo infatti un credito pregresso al 31.12.2012 pari a circa 7 milioni euro e risalente al 2010, 2011 e parte del 2012. Un credito che ha messo in ginocchio le diverse realtà del terzo settore, esposte in banca oltre ogni possibilità, perseguitati dagli istituti di previdenza, dal fisco e da Equitalia e costretti ad assistere impotenti allo smantellamento progressivo dei servizi in città. A ciò si aggiunga che alcuni crediti ricadono su settori diversi dalle politiche sociali, come la pubblica istruzione o le politiche comunitarie, rispetto le quali non si ha alcuna notizia di pagamenti ne presenti, ne futuri". "A tale gravissima situazione legata al pregresso - afferma Squillaci - si aggiunge l'assoluta carenza di risposte circa il futuro dei servizi. Ad oggi per la gran parte dei servizi gravanti sul bilancio comunale, tutti scaduti nel corso del 2012, non sono state conferite le proroghe promesse, sicché si stanno proseguendo i servizi senza di fatto alcun titolo o garanzia, esclusivamente per rispondere ai bisogni dei cittadini. Inoltre, non rientrando le politiche sociali nell'ormai famigerato decreto ministeriale del 1993 sui servizi essenziali, anche ammesso che arrivino le proroghe non è chiaro come i servizi saranno pagati nel corso del 2013. Alla luce di tutto ciò, il Coordinamento non può che prendere atto del fallimento di ogni tentativo messo in atto per salvare i servizi e sensibilizzare la città e le istituzioni sulla drammaticità di quanto sta accadendo ai cittadini più deboli. In data odierna verrà comunicato alle famiglie degli utenti che se non interverranno risposte concrete e risolutive, i servizi verranno chiusi. In tal senso una prima azione dimostrativa, è prevista per martedì 19 marzo quando verranno chiusi tutti i servizi per l'intera giornata e verrà realizzato un in sit in di protesta in Piazza Italia. Un'occasione che servirà, speriamo, a dimostrare concretamente ciò che accadrà quanto prima , quando saremo costretti, in assenza di risposte concrete, a chiudere sine die i servizi stessi".

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