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    Adescavano ragazzine su internet, 5 arresti tra Cosemza e la Liguria

     

     

    Adescavano ragazzine su internet, 5 arresti tra Cosemza e la Liguria

    12 mar 13 Adescavano delle minorenni sui social network per avere rapporti sessuali: cinque persone sono state arrestate tra Cosenza e la Liguria dalla Polizia postale. Dopo il contatto via web seguivano gli incontri durante i quali, secondo quanto accertato, sarebbero stati consumati rapporti sessuali orali. Una delle persone indagate deve rispondere di violenza sessuale. Le ragazzine adescate attraverso i social, che sono due, sono minori di 14 anni.

    E' stata la denuncia presentata dal padre di una quattordicenne che vive in un centro della provincia di Cosenza dopo che aveva scoperto che la figlia, all'epoca dodicenne, intratteneva amicizie virtuali a carattere sessuale sui social network con persone adulte, a fare scattare l'indagine della Polizia postale di Cosenza che ha portato all'arresto di cinque persone. Degli arrestati la polizia ha reso note soltanto le iniziali: C.L., di 40 anni; N.B. (22); G.L. (21), C.R. (21) e A.S. (41). Soltanto per il primo, residente a Sestri Ponente ed arrestato dalla Polposta di Genova, è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre gli altri sono finiti agli arresti domiciliari. Le ordinanze di costodia cautelare sono state emesse dal gip del tribunale di Cosenza, Salvatore Carpino, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Paola Izzo. Gli investigatori, nel corso dell'indagine info-telematica, hanno accertato l'esistenza di contatti molto frequenti tra una delle minori coinvolte nella vicenda e le persone arrestate le cui conversazioni non lasciavano spazio ad alcuna interpretazione in merito all'argomento trattato. Gli atti sessuali con la minore, secondo quanto ricostruito dalla Polposta, sono stati compiuti tra il marzo e il giugno dello scorso anno.

    "I social network si confermano ancora una volta uno strumento adatto all'adescamento di minori. Il caso delle due minorenni di Cosenza, circuite con successo sui social network per ottenere rapporti sessuali, ci sgomenta: siamo pronti a costituirci parte civile sia verso i presunti pedofili, sia verso la piattaforma social": è quanto afferma Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Moige (Movimento genitori). "Le community non devono essere uno strumento utile ai pedofili - continua Munizzi - noi come genitori siamo preoccupati per i nostri figli, la cui salvaguardia sui social network non è garantita. I social network prevedono per l'accesso la formalizzazione di un contratto illegittimamente sottoscritto dal minorenne non solo senza il consenso genitoriale, ma anche senza che sia riconosciuta al genitore la possibilità di esercitare la legittima potestà di controllo sul proprio figlio. Questo è ciò che succede quotidianamente sulle principali piattaforme, che da grande opportunità si stanno trasformando in un pericoloso strumento lesivo per l'incolumità dei minori".

    Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa ha lanciato oggi una piattaforma su internet (www.congress-pact1in5.eu) che consente alle autorità locali e alle loro associazioni di condividere le iniziative che stanno adottando per combattere contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali dei minori. Lo strumento potrà essere utilizzato dagli eletti locali innanzitutto per firmare il 'patto delle citta' e regioni contro la violenza sessuale, un'iniziativa che il Congresso ha lanciato l'anno scorso e che prevede che i firmatari elaborino e implementino una serie di misure al fine di prevenire ogni tipo di abuso, per proteggere le vittime, perseguire i colpevoli, e favorire la partecipazione dei minori. Le misure vanno dal lancio di campagne di sensibilizzazione, alla distribuzione di materiale informativo principalmente nelle scuole, alla strutturazione di servizi specializzati. L'iniziativa del Congresso fa parte della campagna di sensibilizzazione 'Uno su Cinque' che il Consiglio d'Europa sta conducendo dal 2010 per promuovere la firma, la ratifica e quindi l'applicazione della Convenzione per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali anche conosciuta come Convenzione di Lanzarote. L'Italia l'ha ratificata all'inizio di questo anno. Sinora la Convenzione è stata ratificata da 25 paesi membri del Consiglio d'Europa, mentre altri 21 l'hanno firmata. L'unico Paese a non averlo fatto è la Repubblica Ceca.

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