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    Cinque mln per 13 progetti innovativi su disabili psichici a sud

     

     

    Cinque mln per 13 progetti innovativi su disabili psichici a sud

    06 mar 13 Tredici progetti "innovativi" nelle sei regioni del Mezzogiorno, per creare nuove strutture che forniscano servizi volti a favorire l'integrazione dei disabili psichici e per creare attività che permettano il loro inserimento lavorativo: la Fondazione con il Sud ha stanziato 5 milioni di euro e con un bando del 2012 ha selezionato le iniziative più innovative proposte dal terzo settore e dalle organizzazioni di volontariato. I progetti, presentati oggi a Roma, coinvolgono complessivamente oltre 140 organizzazioni e oltre 360 cittadini beneficiari diretti; ogni iniziativa è stata finanziata in media con oltre 380 mila euro. La necessità di intervenire per garantire l'assistenza sanitaria ai disabili psichici è avvertita in modo particolare dalle fasce più deboli della popolazione, e il tema è tornato di grande attualità dopo il varo della legge del 2012 che prevede la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari - in Italia sono sei, tre al Sud - entro il prossimo 31 marzo e l'affidamento dei detenuti a specifiche strutture sanitarie predisposte dalle Regioni. Il ritardo nello stanziamento delle risorse però, avverte la Fondazione, rischia di lasciare di fatto gli oltre mille disabili psichici negli Opg, più di 500 negli istituti meridionali, privi di adeguata assistenza. Tra i progetti finanziati, spiccano un'iniziativa ad Andria, in Puglia, per l'impiego di queste persone nel settore della produzione di snack e prodotti da forno pugliesi, una a Termini Imerese (Palermo) per realizzare una fattoria sociale per giovani disabili e un network commerciale ortofrutticolo in Basilicata e Campania. "E' necessario - ha detto il presidente della Fondazione, Carlo Borgomeo - ribaltare il paradigma per cui il sociale è qualcosa che viene dopo lo sviluppo; al contrario, terzo settore, famiglie e istituzioni insieme possono proporre un modo innovativo di fare welfare". Ciò non toglie, ha aggiunto, che le istituzioni debbano avere un "ruolo più forte" nell'ambito socio-sanitario. "O si ricomincia dalla coesione sociale o di sviluppo del Mezzogiorno facciamo solo finta di parlare" ha concluso.

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