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    Omicidio Lea Garofalo: in appello 4 ergastoli. La figlia chiede i funerali

     

    Lea Garofalo

     

    Omicidio Lea Garofalo: in appello 4 ergastoli. La figlia chiede i funerali

    29 mag 13 La corte d'Assise d'Appello di Milano ha confermato 4 dei 6 ergastoli inflitti in primo grado per l'omicidio di Lea Garofalo. All'ergastolo è stato condannato, fra gli altri, l'ex compagno della donna, Carlo Cosco. Un altro imputato è stato assolto e un pentito è stato condannato a 25 anni. I giudici hanno confermato la condanna all'ergastolo, inflitta in primo grado nel marzo 2012 per Carlo Cosco (un anno di isolamento diurno), per il fratello Vito Cosco (otto mesi di isolamento diurno), per Rosario Curcio e per Massimo Sabatino. Per quest'ultimo il sostituto Pg Marcello Tatangelo aveva chiesto l'assoluzione, anche sulla base delle dichiarazioni del pentito Carmine Venturino che lo aveva scagionato. Nei suoi verbali dello scorso luglio, dopo la sentenza di primo grado, il pentito aveva scagionato anche Giuseppe Cosco e per lui oggi i giudici hanno dichiarato l' assoluzione "per non aver commesso il fatto". Al pentito Venturino (ergastolo in primo grado, così come Giuseppe Cosco) i giudici hanno inflitto 25 anni di reclusione, riconoscendogli le attenuanti generiche ma non l'attenuante speciale della collaborazione, che non era stata chiesta neanche dal sostituto Pg. La Corte, presieduta da Anna Conforti, ha anche confermato i risarcimenti per le parti civili: 200mila euro di provvisionale per Denise, la figlia di Lea, 50mila euro alla madre e alla sorella della donna uccisa, e 25mila euro al Comune di Milano. Lea Garofalo, testimone di giustizia che aveva raccontato agli inquirenti calabresi fatti di una faida di 'Ndrangheta, venne uccisa a Milano il 24 novembre 2009 e il suo corpo fu bruciato in un magazzino a Monza. Nel processo di primo grado l'ipotesi era che la donna fosse stata sciolta nell'acido, ma poi Venturino ha raccontato che il cadavere venne bruciato e ha aiutato gli inquirenti anche a ritrovare i pochi resti in un tombino.

    La figlia chiede i funerali a Milano. Denise Garofalo, la figlia di Lea, vorrebbe celebrare il funerale della madre a Milano. Lo ha spiegato il suo avvocato, il legale Vincenza Rando, parlando con i cronisti dopo la sentenza d'appello per l'omicidio della donna. "L'impianto accusatorio ha tenuto - ha chiarito l'avvocato -, Denise è contenta di aver trovato alla fine il corpo della madre e di poterle fare un funerale, che vuole celebrare a Milano"
    Una pagina di giustizia. Per Denise Garofalo, la figlia di Lea, con la sentenza di secondo grado per l'omicidio della madre é stata scritta "un'altra pagina di giustizia" dopo il verdetto di primo grado del marzo 2012. Lo ha spiegato l' avvocato Vincenza Rando, legale della ragazza che da anni vive sotto protezione dopo aver aiutato gli inquirenti nelle indagini, e che oggi ha assistito al verdetto nascosta in un corridoio vicino all'aula e dietro un paravento. "Con i quattro ergastoli - ha spiegato l'avvocato - è stata scritta un'altra pagina di verità e in relazione all' assoluzione di Giuseppe Cosco attendiamo di leggere le motivazioni". Giuseppe Cosco è stato assolto con la formula della 'vecchia' insufficienza di prove. Il legale ha voluto ribadire inoltre che "questo non è un delitto passionale, ma si inserisce all'interno di una cultura 'ndranghetista'". Infine, l'avvocato ha sottolineato ancora una volta come il pentito Carmine Venturino "ha fatto un passo importante facendo ritrovare il corpo di Lea".

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