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    Allarme cinghiali nella Presila catanzarese

     

     

    Allarme cinghiali nella Presila catanzarese

    29 mag 13 E' allarme cinghiali nella Presila catanzarese, e non solo. Ormai non si contano più le incursioni degli animali selvatici, quasi sempre in branco e particolarmente distruttivi, in appezzamenti di terreno coltivato ma anche nelle adiacenze di civili abitazioni. E i danni generati dai raid risultano essere piuttosto consistenti. A rischio, per questa sorta di invasione, provocata molto probabilmente dalle falle nel sistema di ripopolamento e controllo della selvaggina che è di pertinenza della Provincia di Catanzaro, è tutta un'agricoltura di frontiera già penalizzata di per se ma importante per l'economia delle aree interne e che potrebbe essere praticamente cancellata. Da Taverna a Zagarise, passando per tutti i comuni, piccoli e grandi, della zona pedemontana del catanzarese, non si contano più le segnalazioni e anche le denunce presentate da singoli agricoltori e da aziende a carabinieri e Corpo forestale dello Stato per una situazione che diventa di giorno in giorno più preoccupante e ingestibile. A complicare le cose, secondo alcuni agricoltori della zona che lamentano l'assenza di provvedimenti in grado di arginare il fenomeno, c'é la vicinanza dell'area in questione a quella del Parco nazionale della Sila, dove la caccia è vietata. Un territorio che, in ragione di ciò, diventa facile rifugio per i cinghiali. Intanto cresce l'allarme sociale per l'invadenza degli ungulati, particolarmente prolifici, e non mancano testimonianze di cittadini, soprattutto anziani soli, residenti in frazioni o zone rurali, costretti a barricarsi in casa per la presenza degli animali selvatici liberi di scorrazzare vicino alle abitazioni in cerca di cibo e di distruggere tutto ciò che si trova alla loro portata. Nei mesi scorsi la situazione, che in qualche caso sta provocando una sorta di psicosi e che riguarda altre realtà della regione, è stata oggetto di interventi da parte di amministratori locali e rappresentanti istituzionali (é stata presentata anche un'interrogazione in Consiglio regionale) ma nulla, evidentemente, è stato fatto per contenere la problematica.

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