NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Beni per 10 mln sequestrati tra Calabria e Lombardia

     

     

    Beni per 10 mln sequestrati tra Calabria e Lombardia a clan Gallico-Bruzzise

    23 mag 13 Beni per 10 milioni di euro sono stati sequestrati dalla squadra mobile di Reggio Calabria a due presunti appartenenti alle cosche Gallico e Bruzzise di Palmi e Seminara, arrestati nell'ambito dell'operazione "Cosa mia" contro le medesime cosche del reggino. I provvedimenti hanno interessato immobili, imprese e società con sede nelle province di Reggio Calabria, Milano, Bergamo e Cremona, nonché polizze assicurative e conti correnti.

    Aziende dopavano mercato. "E' un risultato importante perché nella lotta alla criminalità organizzata non bastano gli arresti. Per disarticolare una cosca è importante aggredire i patrimoni illecitamente acquisiti". A dirlo è il capo della squadra mobile di Reggio Calabria, Gennaro Semeraro, commentando il sequestro operato stamani di beni per dieci milioni di euro a due presunti affiliati a cosche del reggino. Il provvedimento è stato eseguito da personale dell'Ufficio misure di prevenzione della Divisione anticrimine della Questura di Reggio e del Commissariato di Palmi al termine di indagini patrimoniali che hanno costituito il seguito di un'inchiesta condotta dalla squadra mobile. "Sono state tolte dal mercato - ha aggiunto Semeraro - imprese tipicamente mafiose che condizionano, inquinano, 'dopano' il mercato, andando ad alterare la libera concorrenza a danno delle imprese oneste. Il fatto che tre delle aziende sequestrate avessero sede in Lombardia dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, che la 'ndrangheta investe soprattutto al nord perche' più redditizio e per cercare di sfuggire ai controlli delle forze dell'ordine".

    Sigilli a società di Milano e Bergamo. Quote sociali e patrimonio aziendale di tre società, la "Lovena", con sede a Milano, per la costruzione di edifici residenziali, la "Varedil costruzioni", a Palmi, la "Diana pallet", a Treviglio (Bergamo), per il commercio all'ingrosso di legname e operazioni di facchinaggio, di un'impresa individuale, la "Outlet della frutta", a Mozzanica (Bergamo), oltre a polizze assicurative, conti correnti, libretti di deposito al portatore o nominativi: sono i beni sequestrati dalla polizia a due presunti affiliati a cosche del reggino. Il sequestro è stato disposto dal Tribunale di Reggio Calabria - Sezione misure di prevenzione, su proposta del procuratore Federico Cafiero De Raho, dell'aggiunto Michele Prestipino e del pm Sara Ombra, nei confronti di Antonio Ciappina, 37 anni, di Vibo Valentia, e Matteo Gramuglia (60), di Palmi. I provvedimenti, eseguiti da personale dell'Ufficio misure di prevenzione della Divisione anticrimine della Questura di Reggio e del Commissariato di Palmi, rappresentano l'evoluzione dell'indagine condotta dalla squadra mobile e dal Commissariato sfociato nell'operazione del maggio 2010 "Cosa mia" contro la cosca Gallico. L'operazione, in particolare, ha coinvolto i principali esponenti delle 'ndrine dei Gallico-Morgante-Sgro'-Sciglitano di Palmi e di quelle contrapposte dei Bruzzise-Parrello operanti nella frazione di Barritteri di Seminara, protagoniste di una sanguinosa faida tra il 2004 ed il 2008, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione aggravata e altri delitti con particolare riferimento agli appalti legati all'ammodernamento dell'autostrada A3 tra gli svincoli di Gioia Tauro e Scilla. Secondo quanto emerso dall'inchiesta, le cosche estorcevano alle ditte appaltatrici il pagamento di una tangente del 3% sull'importo fissato nel capitolato d'appalto, la cosiddetta "tassa ambientale", nonché il rifornimento di calcestruzzo da aziende vicine agli ambienti mafiosi. Ciappina, in particolare, secondo l'accusa, si sarebbe dedicato alle attività estorsive e sarebbe stato uomo di fiducia del presunto boss Rocco Gallico. Gramuglia, invece, è ritenuto un imprenditore "di riferimento" della cosca dei Parrello-Bruzzise, ed è accusato di avere ottenuto sub-appalti per i lavori sulla A3 con modalità mafiose.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore