NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Omicidio Lea Garofalo, movente e' odio. Confessione per limitare danno

     

    L'ultima foto di Lea Garofalo viva, con la figlia

     

    Omicidio Lea Garofalo, movente e' odio. Confessione per limitare danno

    15 mag 13 Lea Garofalo, la testimone di giustizia calabrese sequestrata e uccisa a Milano nel novembre 2009, venne ammazzata da Carlo Cosco, che fece sparire il corpo bruciandolo, perché quest'ultimo, suo ex compagno, "nutriva un odio profondo verso di lei che l'aveva abbandonato e soffriva del disonore tipico degli ambienti criminali mafiosi". Lo ha spiegato nella requisitoria del processo d'appello il pm Marcello Tatangelo, chiarendo che la Procura non ha mai contestato l'aggravante della finalità mafiosa. In primo grado, nel marzo del 2012, per l'omicidio di Lea erano arrivati sei ergastoli: per Carlo Cosco, per i suoi due fratelli Vito e Giuseppe e per Carmine Venturino, Massimo Sabatino e Rosario Curcio. Poi lo scorso luglio, Venturino ha iniziato a collaborare con i magistrati e ha raccontato come e perché era stata uccisa la donna. Il pentito ha spiegato, in sostanza, che Lea, che aveva raccontato in passato fatti di sangue di una faida di 'ndrangheta, venne strangolata da Carlo e Vito Cosco e poi lui e Rosario Curcio fecero sparire il corpo, non sciogliendolo nell'acido come si era detto nel processo di primo grado, ma bruciandolo e gettando i resti in un tombino di un capannone a Monza. Il collaboratore ha anche aiutato gli investigatori a ritrovare i resti di Lea. Nel corso di una perizia disposta d'ufficio dai giudici in appello non si è riusciti ad estrarre il dna dai resti, ma il pg Tatangelo ha spiegato che le parti del cadavere che sono state ritrovate sono certamente di Lea e "lo ha accertato anche una perizia sulla dentatura". Poi nelle scorse udienze dell'appello è arrivata la confessione, a distanza di oltre tre anni dai fatti, di Carlo Cosco che però ha escluso un omicidio premeditato e ha parlato di un "raptus" perché temeva che la donna non le facesse più vedere la figlia Denise, 21 anni, che con le sue dichiarazioni ha dato un impulso forte alle indagini e che è parte civile contro il padre. "Non abbiamo mai contestato l'aggravante mafiosa, malgrado le sollecitazioni della stampa e della parte civile - ha chiarito il pg - perché siamo convinti che in questo omicidio c'é una compresenza di fattori come il dolore di Cosco di essere stato abbandonato, il disonore, l'odio profondo che nutriva per questa donna sin dalla fine degli anni '90''. Il pentito Venturino, invece, sentito in aula, ha raccontato che l' omicidio venne deciso dalle cosche della 'ndrangheta che diedero l'autorizzazione a Cosco, che anche per la Procura è "un appartenente alla 'ndrangheta''. Il quadro delle richieste del pg, che arriveranno nel pomeriggio, cambierà probabilmente rispetto alla sentenza di primo grado, perché c'é da tenere conto della collaborazione di Venturino e del fatto che il pentito esclude Sabatino e Giuseppe Cosco dalla partecipazione all'omicidio.

    Tre ergastoli e 2 assoluzioni. Il sostituto pg di Milano ha chiesto la conferma della condanna all'ergastolo per tre persone, tra cui Carlo Cosco, nel processo d'appello sull' omicidio di Lea Garofalo. Chieste invece due assoluzioni per altrettanti imputati scagionati dalle dichiarazioni di un pentito, per cui l'accusa ha chiesto 27 anni.

    Confessione per limitare danno. Carlo Cosco, l'ex compagno di Lea Garofalo, accusato di aver ucciso e bruciato il corpo della testimone di giustizia calabrese, dopo anni di silenzio "ha confessato" nelle scorse udienze "solo per limitare il danno", ossia per escludere la premeditazione e un "piano omicidiario coltivato per anni" parlando di un "raptus d'impeto". Lo ha spiegato il pm di Milano Marcello Tatangelo, applicato come sostituto pg, nel corso della requisitoria del processo d'appello che si concluderà nel pomeriggio.

     

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore