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    Favorivano gare d'appalto a imprenditori vicini ndrangheta, 7 arresti

     

     

    Favorivano gare d'appalto a imprenditori vicini ndrangheta, 7 arresti nel milanese

    14 mag 13 Dalle prime luci dell'alba, i carabinieri della Compagnia di Desio stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Monza nei confronti di 7 soggetti, tra cui alcuni funzionari pubblici brianzoli, tutti indagati in concorso per corruzione, abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture ed altro. L'indagine ha consentito di portare alla luce legami diretti e indiretti tra alcuni degli imprenditori indagati e soggetti appartenenti alla 'ndrangheta, organici alla ''locale" di Desio, già coinvolti nell'indagine "Infinito" nonché di comprovare l'esistenza di un sistema corruttivo strutturato e collaudato, che ha consentito l'aggiudicazione di svariate gare d'appalto. Tra gli arrestati figurano alcuni imprenditori, e due funzionari e un tecnico dei comuni di Desio e Solaro. L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza, ha mosso i suoi primi passi nel marzo del 2012 quando l'amministrazione comunale di Desio ha presentato due esposti ai carabinieri per alcuni dubbi sulla correttezza dell'operato dell'Ufficio Contratti di quel Comune. E' stata inoltre accertata l'esistenza di uno strutturato e collaudato sistema che vede coinvolti i funzionari e dipendenti comunali e che ha consentito l'aggiudicazione di alcune gare d'appalto in favore degli imprenditori coinvolti nell'inchiesta.

    Favoriti imprenditori amici di condannati. Secondo le accuse, gli imprenditori coinvolti nell'indagine erano in rapporti di "consolidata amicizia" con personaggi legati alla 'ndrangheta e condannati a seguito dell'indagine denominata 'Infinito', quella che ha decapitato le 'locali' nel Milanese. Tali imprenditori, sempre secondo le risultanze delle indagini, avevano posto in essere un sistema corruttivo grazie alla compiacenza di alcuni tecnici e funzionari comunali. Tra essi, Roberto B., responsabile dell'Ufficio Contratti e appalti del Comune di Desio (Monza) e Maurizio M., geometra nello stesso ufficio, che sono stati arrestati e si trovano in carcere a Monza. Un terzo dipendente comunale, G.D.M., funzionario dell'analogo ufficio del Comune di Solaro, è stato posto agli arresti domiciliari.

    Favoriti anche funzionari pubblici. Sette persone arrestate (uno ai domiciliari) e tre denunciate in stato di liberta' sono il bilancio degli arresti di questa mattina in provincia di Monza che hanno evidenziato l'ennesima storia di malaffare in alcune amministrazioni locali in Brianza. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Desio, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Monza nei confronti di funzionari pubblici ed imprenditori accusati di corruzione, abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture ed altro. La nuova trance di indagini si snoda dalla maxi operazione 'Infinito', che ha smantellato le "locali" dell'Ndrangheta in Lombardia, e nel marzo del 2012 quando l'amministrazione comunale di Desio ha presentato due esposti ai carabinieri per alcuni dubbi sulla correttezza dell'operato dell'Ufficio Contratti di quel Comune. Secondo le accuse, gli imprenditori coinvolti nell'indagine erano in rapporti di "consolidata amicizia" con personaggi legati alla 'ndrangheta e condannati a seguito dell'operazione 'Infinito'. Tali imprenditori, sempre secondo le risultanze delle indagini, avevano posto in essere un sistema corruttivo grazie alla compiacenza di alcuni tecnici e funzionari comunali. Gli arrestati con incarichi pubblici sono Roberto S., responsabile dell'Ufficio Contratti e appalti del Comune di Desio (Monza) e Maurizio M., geometra nello stesso ufficio, che sono stati portati in carcere a Monza. Un terzo dipendente comunale, G.D.M., funzionario dell'analogo ufficio del Comune di Solaro, è stato posto agli arresti domiciliari. Insieme, secondo gli inquirenti, avevano messo in piedi un sistema corruttivo strutturato e collaudato per l'aggiudicazione di svariate gare d'appalto. Secondo quanto emerso dagli accertamenti, anche di tipo tecnico, la banda operava per garantirsi gli appalti attraverso un concordato sul prezzo, a cui seguivano fatture gonfiate allo scopo di ricavarne un ingiusto profitto. Roberto S., inoltre, è accusato anche di abuso d'ufficio: per gli investigatori, infatti, dissuadeva i possibili concorrenti delle ditte appaltatrici complici, a partecipare alle gare d'appalto.

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