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    Praticò "Ritiro squadra Callipo è sconfitta per tutto lo sport"

     

     

    Praticò "Ritiro squadra Callipo è sconfitta per tutto lo sport"

    08 mag 13 "La situazione della squadra di pallavolo di Vibo Valentia deve indurci a riflettere. Ci troviamo di fronte a una sconfitta per l'intero mondo sportivo calabrese e non certo per il gruppo Callipo, che tanto ha dato nel corso di questi anni per far sì che la Calabria fosse rappresentata ai massimi livelli". Lo afferma, in una dichiarazione, il presidente del Coni Calabria, Mimmo Praticò, facendo riferimento alla decisione del presidente della Callipo Vibo Valentia di pallavolo, Pippo Callipo, di ritirare la squadra dal campionato di serie A1 a causa di difficoltà finanziarie. "Voglio sottolineare - aggiunge - il grande merito che va ascritto a un presidente che ha deciso, comunque, di non disperdere il patrimonio sportivo e sociale rappresentato dal suo club: così va interpretata la sua volontà di mantenere in vita il settore giovanile e la prima squadra in serie B2. Decisione che tante altre società non hanno voluto o, più spesso, potuto assumere a causa delle difficoltà finanziarie e strutturali". Praticò, secondo quanto riferisce un comunicato, "ha avuto un cordiale colloquio telefonico con Callipo", a cui ha espresso "la vicinanza del Coni" e auspicando anche "un intervento da parte di possibili sponsor, anche istituzionali, che possano eventualmente imprimere una svolta alla vicenda e consentire alla dirigenza vibonese di assumere una decisione diversa". Il presidente del Coni Calabria fa riferimento anche "alla condizione più generale dello sport in Calabria e nel Meridione" esprimendo "una valutazione inevitabilmente intrisa di amarezza non solo e non tanto - afferma - per quanto avviene nelle realtà professionistiche, ma anche e direi soprattutto a livello di sport giovanile e di base. Sono tantissimi gli esempi di società sportive, un tempo anche floride e sicuramente prestigiose dal punto di vista agonistico - sostiene Praticò - che hanno conosciuto una parabola drammaticamente negativa. Club che, sulle ali della passione, dell'entusiasmo e della generosità dei loro dirigenti, avevano portato la Calabria a eccellere, ottenendo straordinari risultati nel corso di campionati trionfali coronati da promozioni spesso anche di portata storica. Eppure, alle volte, quelle stesse squadre non hanno potuto neanche cominciare i campionati, dopo il salto di categoria, per la mancanza di fondi o per l'assenza degli impianti, per l'inadeguatezza delle strutture esistenti o per i bilanci inevitabilmente in profondo rosso, pur a fronte di gestioni virtuose e ammirevoli. Lo sport, al sud e soprattutto in Calabria, sta morendo. Mancano le risorse economiche indispensabili per far fronte ai gravosi impegni dei campionati; manca un tessuto di impiantistica adeguato e dignitoso; manca un rapporto sinergico con le istituzioni che pure stanno attraversando una grave crisi economica e manca soprattutto la visione di fondo dell'importanza fondamentale dello sport nella vita sociale del Paese. Oggi è da quest'ultimo aspetto che possiamo e dobbiamo ripartire"

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