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    La cosca Cataldo anche in Piemonte, 21 arresti per traffico di armi e droga

     

     

    La cosca Cataldo anche in Piemonte, 21 arresti per traffico di armi e droga

    07 mag 13 La cosca Cataldo, una delle più feroci della 'ndrangheta calabrese, e' presente anche in Piemonte. E' quanto è stato possibile accertare nel corso dell'inchiesta 'Esilio', che ha portato all'arresto di 21 persone, secondo quanto sostenuto dal capo della squadra mobile di Torino, Luigi Silipo, che ha condotto l'operazione con i carabinieri del comando provinciale del capoluogo piemontese. "Grazie all'operazione 'Esilio' - sottolinea Silipo - abbiamo accertato che la cosca Cataldo è operativa anche in Piemonte". Tra i ventuno arrestati nell'ambito di questa inchiesta, nella quale ci sono anche una trentina di indagati, ci sono infatti anche Antonio, Eduardo e Vincenzo Cataldo, residenti in Calabria.

    Gestivano un traffico internazionale di droga dalla Spagna all'Italia. I carbinieri del comando provinciale di Torino hanno sgominato una locale della 'ndrangheta. Ventuno gli arresti eseguiti dai militari dell'Arma, che hanno anche sequestrato beni immobili per un valore di 1 milione e mezzo di euro, una attività commerciale e 500 chili di hashish. Nello stesso ambito, altre due persone sono state arrestate dalla squadra mobile di Torino perché in contatto con l'organizzazione criminale. Due persone sono state fermate in flagranza di reato durante le perquisizioni in corso in tutta Italia. Sono invece una trentina le persone indagate a piede libero. Gli investigatori hanno ipotizzato l'esistenza di una locale nella zona di Giaveno. I circa 500 chili di hashish sono stati sequestrati a Rozzano (Milano). L'operazione, denominata 'Esilio', é partita dalle dichiarazioni di un nuovo collaboratore di giustizia, Christian Talluto, presunto affiliato della 'locale' composta da una decina di persone che, secondo quanto accertato, sarebbe anomala nel panorama torinese. A capo dell'organizzazione vi sarebbe stato un catanese, Giuseppe Mirabella detto Pippo e noto come 'Il Nonno', 71 anni, che secondo l'accusa manteneva i contatti con le 'ndrine Bellocco-Pisano di Rosarno (Reggio Calabria). Uno solo degli arrestati e' calabrese, mentre tra gli affiliati vi erano piemontesi e soprattutto siciliani, tra cui i cinque fratelli Magnis di Settimo Torinese, già arrestati e a processo per altri fatti criminosi, alcuni sardi. Gli arresti, infatti, oltre che in Piemonte, sono avvenuti in provincia di Sassari e altri in Spagna. Particolarità della cosca, che nessuno dei componenti risiedeva nella zona di competenza, la val Sangone, ma operava 'in trasferta' appropriandosi di un'area sprovvista di una 'locale' autoctona. Secondo l'inchiesta, le attività principali del sodalizio, attivo almeno dal 2007, erano estorsioni e traffico di armi e di droga. Immobili nelle disponibilità degli affiliati sono stati sequestrati a Rosarno (Reggio Calabria) e Sommariva del Bosco (Cuneo).

    A capo dell'organizzazione criminale c'era un catanese, 'Il Nonno', come veniva chiamato dagli affiliati per i suoi 71 anni. Tra gli affiliati molti piemontesi e sardi, e un solo calabrese. E' una 'locale' della 'ndrangheta anomala quella sgominata dai carabinieri del comando provinciale di Torino con l'operazione 'Esilio'. Nessuna delle 21 persone arrestate risiede in Val Sangone, nella zona di Giaveno (Torino), cuore delle attività illegali della banda, dedita in particolare al traffico di droga, a quello delle armi e alle estorsioni. Il sodalizio criminale operava 'in trasferta' in Piemonte almeno dal 2007, quando si era appropriato dell'area, all'epoca sprovvista di una locale autoctona. I militari dell'Arma si sono messi sulle sue tracce grazie alle rivelazioni di Christian Talluto, un presunto affiliato diventato collaboratore di giustizia. A capo dell'organizzazione c'era appunto 'Il Nonno', al secolo Giuseppe Mirabella, detto Pippo. Era lui che, secondo l'accusa, manteneva i contatti con le 'ndrine Bellocco-Pisano di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, e con gli altri affiliati. Tra loro anche i cinque fratelli Magnis di Settimo Torinese, gia' arrestati e a processo per altri fatti criminosi. Gli arresti, questa mattina all'alba, sono avvenuti in Piemonte, ma anche in Sardegna, in provincia di Sassari, e in Spagna. La locale gestiva infatti un ingente traffico di stupefacenti tra la penisola iberica e l'Italia, che ha portato al sequestro di circa 500 chili di hashish. Il carico si trovava a Rozzano, in provincia di Milano. Due dei 21 arresti sono stati effettuati dalla squadra mobile del capoluogo piemontese. Una trentina le persone indagate a piede libero nell'ambito dell'inchiesta, che ha portato anche ad un ingente sequestro di beni immobili per un valore complessivo di circa un milione e mezzo di euro. Erano nella disponibilità degli affiliati a Rosarno e a Sommariva del Bosco, in provincia di Cuneo.

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