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    Cosca riciclava denaro nel Lazio attraverso ditte nel viterbese, 17 arresti

     

     

    Cosca riciclava denaro nel Lazio attraverso ditte nel viterbese, 17 arresti

    06 mag 13 Un'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria è in corso per l'esecuzione di 22 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 22 presunti appartenenti alla cosca "locale di Gallicianò", operante a Condofuri e in provincia di Viterbo, dove secondo le indagini era riciclato denaro sporco. Le accuse sono associazione mafiosa, detenzione illegale di armi, riciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita con l'aggravante delle modalità mafiose.

    Gli arrestati: Sono 17 le persone arrestate dai carabinieri di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "El Dorado". Gli altri cinque destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda, sono stati già localizzati all'estero dagli investigatori e dovrebbero essere arrestati a breve. I provvedimenti sono stati emessi nei confronti di Antonino Casili, di 58 anni, Alberto Corso (37), Augusto Corso (51), Domenico Foti (55), Concetto Manti (43), Tommaso Mesiano (55), Antonio Nucera (72), Antonio Nucera (58), Bruno Nucera (55), Carmelo Nucera (63), Carmelo Nucera (43), Diego Nucera (65), Domenico Nucera (42), Filippo Nucera (72), Francesco Nucera (32), Giuseppe Nucera (67), Raffaele Nucera (50), Raffaele Nucera (40), Roberto Raso (41), Pietro Rodà (47), Domenico Vitale (54) e Girolamo Zindato (40). Le aziende sequestrate nel corso dell'operazione sono la T.C.I. Trasporti Centro Italia srl, con sede a Terni; la Vitercalabra autotrasporti srl, la Nucera trasporti srl, la Ortofrutticola Cimina srl, la Ortfruit internationale srl la Cimina immobiliare srl, tutte con sede nel viterbese.

    Gratteri: Impero economico in espansione delle ndrine. Avevano creato un vero e proprio impero ed un paradiso economico nella provincia di Viterbo riciclando il denaro ricavato dalle attivita' illecite in Calabria i presunti affiliati al "locale" di Gallicianò, frazione aspromontana di Condofuri arrestati stamani nel corso dell'operazione "El dorado" condotta, nella fase esecutiva, dai carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria insieme a quelli di Viterbo, Terni, Chieti e Roma. L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri e dal pm della Dda Antonio De Bernardo, é partita nel 2009 ponendo attenzione alle attività economico-commerciali della famiglia Nucera. Dalle indagini, secondo gli investigatori, è emerso anche il contrasto sorto per l'assunzione del "comando" all'interno della famiglia, risolti con l'intervento di altri soggetti "importanti" che, pur non appartenendo a quel locale, hanno risolto la questione. L'indagine, secondo gli investigatori, ha consentito di accertare un sistema di riciclaggio di denaro che partendo dalla Calabria, passava per il Lazio attraverso alcune ditte e ritornava in provincia di Reggio. Ad aprile 2009, Alberto Corso e Francesco Nucera, titolari di piccole aziende in provincia di Viterbo, andarono a Reggio e tramite Antonio Nucera, chiesero del denaro poiché la ditta ortofrutticola Cimina dei fratelli Corso era in forti difficoltà economiche. A maggio Antonio Nucera, fu fermato ad un posto di controllo in provincia di Viterbo, e trovato con 50 mila euro in contanti dalla guardia di finanza. L'uomo spiegò che i soldi provenivano dalla Svizzera e che servivano ai nipoti per pagare gli operai, ma per l'accusa i soldi erano per i fratelli Corso e provenivano dalla Calabria. Secondo l'accusa, i fratelli Nucera e Corso avrebbero preso circa 600 mila euro dalla Calabria e reinvestiti nelle ditte Nucera Trasporti, Vitercalabra ed Ortofrutta Cimina. La restituzione del denaro avveniva mediante l'invio mensile di 7.500 euro e di 50.000 euro una tantum ad Antonio Nucera che li restituiva a chi aveva dato il credito. "L'operazione - ha detto Gratteri - conferma la straordinaria capacità della 'ndrangheta di espandersi ed insediarsi con successo criminale in ogni territorio, nazionale ed internazionale. L'Arma dei carabinieri ha svolto un lavoro efficace e profondo che ha trovato riscontro anche nelle determinazioni del Gip. Emerge purtroppo un quadro compiuto delle febbrili attività nel campo del riciclaggio anche in province, come quella di Viterbo, relativamente tranquille sotto il profilo delle dinamiche della criminalità organizzata". Alla conferenza stampa, con Gratteri, hanno partecipato il pm De Bernardo ed il comandante provinciale dei carabinieri, col. Lorenzo Falferi.

    Sequestrate sei aziende per 20 mln di euro. Sei aziende, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro, sono state sequestrate dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "El Dorado" che stamani ha portato all'arresto di 22 presunti affiliati al "locale" di 'ndrangheta di Galliciano', frazione di Condofuri. I sequestri sono stati eseguiti tra Viterbo e Terni. Le aziende, secondo l'accusa, sono riconducibili al locale di Gallicianò.

    Un rodato sistema di riciclaggio di denaro che, partendo dalla Calabria, era ripulito attraverso ditte situate nel Viterbese per tornare poi nel capoluogo reggino: è quello venuto alla luce nel corso delle indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che stamani hanno arrestato 22 persone per associazione mafiosa. Dalle indagini, avviate nel settembre 2009, è emerso che a Condofuri operano tre locali di 'ndrangheta: Condofuri Marina, San Carlo e Galliciano'. L'inchiesta ha inquadrato le attività della famiglia a capo della locale di Gallicianò ed ha permesso, secondo l'accusa, di documentare le attività criminali e le sue dinamiche interne, anche attraverso l'assegnazione di cariche e gradi. Contestualmente agli arresti, i carabinieri stanno anche eseguendo un decreto di sequestro probatorio di sei aziende, operanti nel settore dei trasporti, ortofrutticolo ed immobiliare, tra la Calabria ed il Lazio ed una situata a Terni.

    Da 'Ghost track' a 'El Dorado' in 20 giorni. Francesco e Domenico Nucera, due dei 22 destinatari, oggi, di ordini di custodia cautelare nell'ambito dell'operazione anti 'ndrangheta, erano gia' stati catturati lo scorso 16 aprile a Viterbo in un'operazione congiunta concluda da guardia di finanza e polizia di Stato. Allora si erano resi protagonisti, insieme ad altre sei persone finite in manette e 17 denunciate, di un complesso sistema di truffa ai danni di assicurazioni e operatori commerciali per circa due milioni di euro. Grazie a una serie di basi e di appoggi dal nord al sud dell'Italia, noleggiavano macchine operatrici per il movimento terra, le facevano sparire a Malta e ne denunciavano il furto. Conclusa dopo due anni di indagini, l'operazione 'Ghost track' era appena valsa ai Nucera e agli altri una lunga lista di reati contestati: associazione per delinquere, simulazione di reato, falso in atti, utilizzo di atti falsi, truffa, appropriazione indebita. Oggi quella denominata 'El Dorado' porta le accuse su un altro livello, quello dell'associazione di tipo mafioso.

    Complimenti di Alfano ai carabinieri. ''Grazie al prezioso lavoro di sinergia tra le forze dell'ordine e la magistratura oggi è stato inferto un durissimo colpo ad una delle più pericolose organizzazioni criminali operanti anche fuori del territorio calabrese". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che si è congratulato con il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, per l'operazione, eseguita questa mattina dal Comando provinciale di Reggio Calabria, che ha portato all'arresto di 22 esponenti della 'ndrangheta e al sequestro di diverse aziende utilizzate per il riciclaggio di denaro sporco. ''Questo ottimo risultato - ha sottolineato il ministro - accresce, quindi, la fiducia dei cittadini nello Stato e rafforza il controllo del territorio, sottraendo alla criminalità organizzata le risorse di cui si nutre"

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