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    Piano alternativo per al differenziata di Legambiente, associazioni e sindacati

     

     

    Piano alternativo per al differenziata di Legambiente, associazioni e sindacati

    06 mag 13 Una legge regionale per il riordino del sistema impiantistico, il varo di un sistema di raccolta porta a porta, fondi per la prevenzione della produzione di rifiuti, più investimenti per gli impianti di compostaggio, l'introduzione di una ecotassa regionale per lo smaltimento dei rifiuti in discarica, la bonifica dei siti contaminati: sono le priorità individuate in un "Piano alternativo per avviare anche in Calabria quella rivoluzione nella gestione del ciclo dei rifiuti già in corso in altre regioni", e condensate in un documento condiviso tra Legambiente, Cigl, Cisl, Uil, Legacoop, Confcooperative e Legautonomie con cui "il mondo dell'associazionismo lancia una sfida alla Regione". "Il tutto - è scritto in una nota di Legambiente - alzando l'asticella della raccolta differenziata al 50%, obiettivo minimo previsto dalle norme nazionali e totalmente ignorato nella politica dei rifiuti della Regione Calabria". "Una sorta di contropiano dei rifiuti dunque - prosegue la nota - con le critiche alle linee guida regionali ma soprattutto proposte concrete e obiettivi da raggiungere, che sarà presentato alla stampa il prossimo 10 maggio a Lamezia, nella consapevolezza che occorre il contributo di tutte le migliori energie calabresi per lasciarci alle spalle gli errori e gli orrori del passato. Da un quindicennio la gestione dei rifiuti in Calabria è impostata nella modalità 'emergenza permanente', con la discarica come unica opzione e senza la minima attenzione alle politiche di prevenzione. Da anni si invoca la fine del commissariamento per i suoi evidenti fallimenti. Secondo la relazione della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti approvata nel 2011, investimenti che superano il miliardo di euro in un quindicennio hanno prodotto una quota di raccolta differenziata sotto il 15%, obiettivo che il decreto Ronchi fissava per il '99. Un fallimento che, secondo la Commissione, e' il risultato di un sistema di potere che ha lucrato sulla gestione del ciclo dei rifiuti, adottando politiche schizofreniche". "Di fronte a un simile scenario apocalittico - conclude la nota - il Piano rifiuti immaginato dalla Regione sembra ampiamente insufficiente: le linee guida approvate a febbraio dalla Giunta confermano gli errori di programmazione dei precedenti piani, a partire da un obiettivo di raccolta differenziata fissato incredibilmente al 33%, con un sistema di finanziamento che continua a concentrare gli investimenti su pochi impianti di trattamento e smaltimento finali. Inoltre, in controluce si intravede la potente azione delle lobby delle discariche e degli inceneritori, che spingono per continuare seppellire i rifiuti o bruciarli magari in nuovi impianti, mandando così in fumo il futuro della Calabria".

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