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    Annuario Ispra sulla salute: pesante pressione industria su ambiente

     

     

    Annuario Ispra sulla salute: pesante pressione industria su ambiente

    17 lug 13 "Pesante la pressione esercitata sull'ambiente dalle attività industriali". Questa una delle osservazioni contenuta nell'Annuario dei dati ambientali dell'Ispra, presentato oggi alla Camera. "Continuano a preoccupare gli effetti negativi sulla salute dell'uomo e sugli ecosistemi - spiega l'Ispra - causati dalla presenza di sostanze pericolose nel suolo, nel sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee".

    Aumenta il consumo del suolo. Aumenta il consumo di suolo in Italia che "raggiunge gli 8 metri quadrati al secondo " (per oltre 50 anni la media era stata di 7 mq al secondo). E' come se "ogni 5 mesi " venisse "cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni una superficie pari alla somma di Milano e Firenze ". Questa la fotografia scattata dall'Annuario dei dati ambientali dell'Ispra sul suolo nel nostro Paese che di per se ha un "territorio tendente " al dissesto idrogeologico. Gli eventi calamitosi sono soprattutto terremoti, frane e alluvioni. Dal 1 novembre 2011 al 31 dicembre 2012, sul territorio nazionale, sono avvenuti 4.129 terremoti; è aumentato il numero di quelli con magnitudo superiore a 5. Le frane sono gli eventi che si ripetono con maggiore frequenza: quelle censite sono circa 487.000 (pari al 6,9% del territorio); nel 2012 ne sono state censite 85; la popolazione esposta a frane sfiora un milione di abitanti. Le persone esposte ad alluvioni superano i 6 milioni; dal 1951 al 2012 le alluvioni hanno causato il decesso di 1.519 persone.

    Allarme per qualità aria. Allarme per Pm10 (le polveri sottili) e per il benzo(a)pirene, una delle prime sostanze di cui si è accertata la cancerogenicità. A parlare di "qualità dell'aria " come di una delle "emergenze ambientali ", soprattutto per le città, è l'Annuario dei dati ambientali dell'Ispra. Lo stato della qualità dell'aria - prosegue il report - presenta "una situazione piuttosto stazionaria, che continua a essere soddisfacente per il biossido di zolfo e per il benzene e insoddisfacente per il Pm10" con "il valore limite giornaliero " che viene "superato nel 48% delle stazioni di monitoraggio ", per l'ozono (obiettivo a lungo termine non rispettato nel 92% delle stazioni), per il biossido di azoto (valore limite annuale non rispettato nel 20% delle stazioni). "Un altro inquinante preoccupante per le accertate proprietà cancerogene è il benzo(a)pirene - spiega l'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale - i cui livelli, seppur misurati in un numero ancora troppo limitato, superano il valore obiettivo nel 20% dei casi ".

    Aumentate allergie da Polline. In Italia centrale i valori delle allergie da polline sono "tendenzialmente sopra la media", e risentono della "forte presenza di cupressaceae" che determinano "i picchi a Firenze, Perugia e Castel di Lama". I dati sulla "stagione pollinica e l'indice pollinico allergenico" sono contenuti nell'Annuario dei dati ambientali, presentato oggi dall'Ispra. I valori del nord Italia - prosegue il rapporto - "sono più condizionati dai pollini di urticaceae e, nell'Arco prealpino, dalla spiccata biodiversità". L'Ispra rileva "una forte variabilità geografica dell'indice pollinico allergenico: le zone costiere, sia tirreniche sia adriatiche, sono caratterizzate da valori bassi; ciò è dovuto alle brezze e ai venti marini che tendono a ripulire l'aria da tutte le particelle aerosospese ". Il periodo più problematico per la salute - si osserva nel report dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - si conferma quello primaverile, durante il quale è possibile "constatare la quasi contemporanea presenza in atmosfera di pollini di tutte le famiglie allergizzanti monitorate ". Nelle aree metropolitane "l'inquinamento chimico-fisico preesistente favorisce e amplifica gli effetti negativi sulla salute umana dovuti all'azione degli aeroallergeni ".

    Ancora 1749 siti inquinati. In Italia i siti che continuano a essere contaminati sono 1.749 (erano 4.837 di cui 3.088 bonificati e riutilizzabili). Lo dice il rapporto dell'Ispra sui dati ambientali, presentato oggi a Roma. Al centro-nord sono stati effettuati più interventi, mentre al sud procedono "con notevole lentezza sia le attività di accertamento sia quelle di bonifica ". Tra le attività economiche che danno origine alla contaminazione del suolo e delle acque sotterranee prevalgono "le attività industriali e commerciali e quelle connesse alla gestione dei rifiuti: le prime al centro-nord, le seconde al sud ". Nel report si fa presente che nel 2012 sono stati "rilasciati 13 provvedimenti di Aia (Autorizzazione integrata ambientale): 1 raffineria, 3 centrali termoelettriche e 9 impianti chimici ". Negli anni, "il ricorso a questo provvedimento è fortemente cresciuto: gli impianti vigilati sono passati da 25 nel 2009 a 140 nel 2012, mentre quelli ispezionati da 5 nel 2009 a 76 nel 2012"

    Italia nazione più calda. - L'Italia è più calda del resto del Pianeta. Cosa che è stata evidente negli ultimi 30 anni. A dirlo è l'Annuario dei dati ambientali dell'Ispra, presentato oggi a Roma. "L'aumento della temperatura media registrato in Italia negli ultimi trent'anni - si legge nel report dell'Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale - è stato quasi sempre superiore a quello medio globale sulla terraferma. Nel 2012 l'anomalia della temperatura media (+1,31C) è stata inferiore a quella globale sulla terraferma (+0,78C). Il 2012 è stato per l'Italia il ventunesimo valore annuale positivo consecutivo e si colloca al quarto posto nel periodo che va dal 1961 al 2012". Calano ancora, invece, le emissioni di gas serra, essenzialmente per colpa della crisi economica. Le emissioni totali di gas a effetto serra dal 1990 al 2011 si riducono del 5,8%, passando da 518,98 a 488,79 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Le stime provvisorie di emissioni di gas serra per il 2012 (aggiornate al 30 giugno 2013), pari a 464,55 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, evidenziano un'ulteriore diminuzione del 5% rispetto al 2011, "per il perdurare della congiuntura economica negativa, mostrando una riduzione complessiva rispetto al 1990 del 10,5%". La distanza dall'obiettivo del Protocollo di Kyoto - osserva l'Ispra - "risulta attualmente di entità ridotta e tale da consentire all'Italia di raggiungere l'obiettivo con uno sforzo limitato", grazie ai crediti per le attività forestali. I maggiori contributi alle emissioni di CO2 provengono dalle "attività umane" specialmente dall'utilizzo di "combustibili fossili ". Il settore dei trasporti, per esempio, è stato responsabile nel 2012 del "23,4% delle emissioni totali di gas serra".

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