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    Carabinieri arrestano autore omicidio pensionata di Belvedere

     

     

    Carabinieri arrestano autore omicidio pensionata di Belvedere

    09 lug 13 - I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno fermato Filippo D'Aprile, 52 anni gestore di una stazione di servizio, accusato di essere il responsabile dell'omicidio di Iolanda Nocito, la donna di 80 anni uccisa nella sua abitazione a Belvedere Marittimo il 4 gennaio scorso. Il fermo è stato fatto in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Paola. Alla base dell'omicidio dell'anziana ci sarebbe stato un tentativo di rapina attuato con la minaccia di un'arma da taglio e stringendole le mani al collo per farsi rivelare il nascondiglio delle chiavi della cassaforte contenente un consistente quantitativo di denaro contante e depositi bancari e postali per un valore di circa 40mila euro. D'Aprile è il genero di una vicina di casa di Iolanda Nocito che, secondo quanto emerso dalle indagini, aveva rapporti con la vittima e custodiva una copia delle chiavi del suo appartamento. Da li l possibilità di accedere indisturbato nella palazzina. L'uomo è stato incastrato dall'esame del dna e da alcune telefonate giunte all'utenza dell'anziana. Circostanze che l'uomo, sentito dai carabinieri nel corso delle indagini, aveva negato. D'Aprile è ritenuto anche il responsabile dell'aggressione ai danni del figlio sacerdote dell'anziana uccisa, don Marcello Riente, parroco in una frazione del paese, avvenuta il 16 ottobre del 2012. In quella circostanza ad aggredire il sacerdote nell'androne del palazzo era stata una persona mascherata con passamontagna. All'identificazione di D'Aprile gli investigatori del Ris sono arrivati dopo avere repertato campioni di materiale biologico prelevati dal passamontagna e dal nastro adesivo sequestrati in occasione dell'aggressione del sacerdote, confrontati con altri reperti prelevati all'interno dell'appartamento in cui è avvenuto l'omicidio di Iolanda Nocito e con le tracce biologiche ricavate da un bicchiere di carta utilizzato dallo stesso D'Aprile nel corso di un interrogatorio cui fu sottoposto dai carabinieri.

    --- Video Video della conferenza stampa

    Vescovo S. Marco A.: Grati a inquirenti. "Il vescovo di San Marco Argentano - Scalea, appresa la notizia del fermo del presunto omicida di Iolanda Nocito, madre del parroco don Marcello Riente, ha espresso i sensi della riconoscenza agli inquirenti e alle forze dell'ordine, impegnati per mesi nella ricerca della soluzione all'inquietante vicenda". E' quanto si afferma in un comunicato della Diocesi. "Un particolare pensiero il Vescovo ha rivolto - prosegue la nota - ai Carabinieri della Compagnia di Scalea e al loro comandante Vincenzo Falce, per l'intelligente lavoro fin qui svolto, coordinato dal colonnello Francesco Ferace, che ha consentito di ottenere i risultati noti. Era stato lo stesso mons. Bonanno, durante la celebrazione delle esequie della signora Iolanda, in quel triste pomeriggio dell'Epifania, ad invitare i fedeli a collaborare con gli organi inquirenti. Egli tra l'altro così si era rivolto all'assemblea dei fedeli, attonita per l'accaduto: 'dico a voi tutti e a quanti giungeranno queste mie parole, segnate dal dolore e dallo sgomento, di collaborare con quanti sono preposti nella comunità civile alla ricerca della verità e al ristabilimento della giustizia''. "Anche per questo - conclude la nota - la notizia odierna ha suscitato comprensibile sollievo non solo nella comunità di Belvedere Marittimo ma anche tra i confratelli di don Marcello e nell'intera diocesi".

    Scheda: Era la madre di un sacerdote, don Marcello Riente, Iolanda Nocito, la donna di 80 anni uccisa nella sua abitazione di Belvedere Marittimo il 4 gennaio scorso e per l'omicidio della quale stamattina i carabinieri hanno fermato un uomo ritenuto il presunto responsabile dell'assassinio. Il cadavere di Iolanda Nocito fu trovato legato ed imbavagliato. Il corpo presentava profonde ferite alla testa provocate, presumibilmente, da un corpo contundente col quale fu ripetutamente colpita. La donna viveva insieme al figlio sacerdote, parroco in una frazione di Belvedere Marittimo, ed era stato proprio quest'ultimo, al rientro da una funzione religiosa, a trovarne il cadavere.

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