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    Lavoratori Multiservizi su tetto Municipio Reggio per protesta

     

     

    Lavoratori Multiservizi su tetto Municipio Reggio per protesta

    27 giu 13 Una decina di lavoratori della Multiservizi, la società mista del Comune di Reggio Calabria sciolta dopo che la Prefettura non ha rilasciato la certificazione antimafia al socio privato, sono saliti sul tetto del Municipio per chiedere certezze per il loro futuro occupazionale. "Non abbiamo nessun rapporto con il socio privato" hanno detto i lavoratori. Altri dipendenti occupano da ieri l'aula consiliare in attesa di un incontro in Prefettura in programma domani. I lavoratori sul tetto hanno gridato ripetutamente "lavoro", "lavoro", e suonando ripetutamente la campana dell'orologio che sovrasta il Municipio. Altri loro colleghi, invece, hanno incontrato i giornalisti per spiegare i motivi della loro agitazione. "Non abbiamo nulla a che vedere con alcuna società o gruppo imprenditoriale", ha affermato Giuseppe Sera, dipendente della società partecipata comunale. "Noi - ha detto Augusto La Cava, direttore tecnico della società - rappresentiamo semplicemente le nostre famiglie. Tuttavia non siamo affezionati al marchio Multiservizi. Non ci interessa lavorare per questa o quella società, o che ci siano altri soci privati. Per noi, invece, andrebbe bene un'azienda totalmente pubblica. Fra tre giorni dovremmo cessare le nostre attività. E nemmeno la città sa a chi faranno capo da lunedì prossimo i servizi che abbiamo finora gestito. Lunedì, se ci sarà una qualsiasi emergenza, Multiservizi non sarà più in grado di intervenire. Si è perso solo tempo sebbene lo scioglimento di Multiservizi sia avvenuto quasi un anno fa. Perché non si è fatto nulla? Abbiamo cercato finora di mantenere la calma il più possibile ma non è facile continuare a stare tranquilli in questa situazione. Domani la situazione sarà molto tesa. Non ci convincono le soluzioni che ci sono state prospettate. Si parla di un fermo di quattro mesi, nel corso dei quali altre società, con altri lavoratori dovrebbero gestire i servizi di manutenzione del Comune. Noi nel frattempo saremmo posti in cassa integrazione o inseriti all'interno di altri ammortizzatori sociali. Una soluzione che riteniamo dispendiosa, soprattutto in momento di grave crisi per la Calabria e per l'Italia. Il contribuente sarebbe chiamato a coprire così le spese per i nuovi lavoratori, e gli oneri dei nostri ammortizzatori sociali". "Sappiamo - ha concluso - che l'ufficio Lavori pubblici del Comune ha dato seguito all'apertura delle buste per l'affidamento alle nuove imprese. Fra qualche mese ci ritroveremo di fronte ad una guerra fra poveri, mentre basterebbe una nuova proroga per superare questo periodo di transizione in attesa del nuovo bando"

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