Bombe a Reggio, in appello 6 anni a boss pentito scomparso - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Bombe a Reggio, in appello 6 anni a boss pentito scomparso

25 giu 13 I giudici della Corte d'appello di Catanzaro ha confermato la condanna di primo grado a sei anni di reclusione nei confronti di Antonino Lo Giudice, il pentito scomparso il 5 giugno scorso dalla località protetta, che si è autoaccusato di essere l'ideatore della stagione delle bombe contro i magistrati di Reggio Calabria fatte esplodere nel 2010. Il sostituto procuratore della Repubblica, Raffaela Sforza, aveva chiesto la conferma della condanna. La sentenza di primo grado era stata emessa il 5 ottobre del 2012 dal giudice per le udienze preliminari di Catanzaro davanti al quale si era svolto il processo con rito abbreviato. Ad Antonino Lo Giudice, oltre allo sconto di pena previsto dal rito, furono concesse le attenuanti generiche ed i benefici previsti dalla normativa sui collaboratori di giustizia. Il 5 giugno scorso Lo Giudice si e' allontanato dalla località protetta dove si trovava agli arresti domiciliari proprio in virtù della sentenza a sei anni di reclusione per le bombe ai magistrati reggini. Il collaboratore di giustizia, oltre ad aver fatto perdere le sue tracce, ha inviato a due avvocati reggini un memoriale ed un video nel quale ritratta tutte le accuse sostenendo di aver ricevuto forti pressioni prima della sua decisione di collaborare con la giustizia. Sulla vicenda della scomparsa di Antonino Lo Giudice e sul contenuto del memoria sono in corso due inchieste delle Procure di Catanzaro e Perugia. Nel capoluogo calabrese l'inchiesta è affidata al sostituto procuratore della Repubblica, Gerardo Dominijanni, che è titolare anche del fascicolo relativo alle altre persone accusate di essere gli autori materiali delle bombe e le minacce ai magistrati reggini. Il processo ai responsabili delle bombe è in corso a Catanzaro e vede imputati Luciano Lo Giudice, fratello del boss e collaboratore di giustizia Antonino, Antonio Cortese e Vincenzo Puntorieri, questi ultimi ritenuti gli esecutori materiali degli attentati.