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    Sindaci piccoli comuni calabresi protestano a Roma: patto stabilità ci dissangua

     

     

    Sindaci piccoli comuni calabresi protestano a Roma: patto stabilità ci dissangua

    18 giu 13 Chiedono la cancellazione del Patto di stabilità e l'allentamento della Tares per i comuni virtuosi i quattro sindaci di piccoli comuni calabresi che da stamane stanno manifestando a Roma, in Piazza Montecitorio, indossando la fascia tricolore. Giovanni Manoccio, primo cittadino di Acquaformosa assieme ai colleghi Vincenzo Tamburi (San Basile), Giuseppe Rizzo (Cerzeto) e Roberto La Valle (Santa Caterina Albanese), hanno esposto striscioni e cartelli con slogan come "Li mortacci vostra, spending tu che pago io" con l'obiettivo di attirare l'attenzione sui problemi finanziari che vivono i piccoli comuni. Riproposto anche il manifesto funebre "Il Comune di Acquaformosa è morto" ideato dal sindaco del piccolo comune calabrese, Giovanni Manoccio, promotore dell'iniziativa. In mattinata i sindaci hanno incontrato i deputati Pippo Civati ed Ernesto Magorno, del Pd, ed una delegazione di parlamentari di Sel guidata da Ferdinando Aiello. Nelle prossime ore incontreranno il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, primo firmatario della legge sui piccoli comuni, e il capogruppo del Pd in Commissione Finanze, Marco Causi.

    "Credo che il grido di dolore lanciato da Manoccio e dagli altri sindaci debba essere raccolto da tutti perché la situazione in cui versano gli enti locali è oramai arrivata ai livelli della non sostenibilità". E' quanto afferma, in una dichiarazione il deputato del Pd Ernesto Magorno, sindaco di Diamante che ha aderito e partecipato alla manifestazione di protesta guidata dal primo cittadino di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, presenti altri sindaci di piccoli comuni calabresi. "Su questa battaglia - prosegue Magorno - deve svilupparsi un impegno comune per far sì che il Governo riveda la questione del patto di stabilità e non attui per come prevista l'applicazione di un tributo iniquo che avrebbe un effetto dirompente per gli enti locali,per i cittadini e per le imprese". Magorno, è detto in un comunicato del deputato, assicura il prosieguo del suo impegno di parlamentare in tal senso, anche attraverso il coinvolgimento degli altri parlamentari calabresi, ricordando che uno dei primi atti da deputato è stata la firma, assieme ad altri colleghi del Pd, di una mozione al Governo per "prorogare di un anno, al primo gennaio 2014, l'entrata in vigore della Tares". Nella mozione si chiedeva altresì di "adottare immediatamente norme di raccordo tra la vecchia e la nuova disciplina del prelievo sui rifiuti, tenendo conto dell'impatto della pressione fiscale sui cittadini e sulle imprese anche al fine di valutare una sua completa modifica".

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