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    Rapporto ecomafie di Legambiente: fatturato da 17 mld, 34mila reati

     

     

    Rapporto ecomafie di Legambiente: fatturato da 17 mld, 34mila reati

    17 giu 13 Un fatturato di 16,7 miliardi di euro, 34.120 reati accertati, 28.132 persone denunciate, 8.286 sequestri. Aumentano i clan coinvolti, passando da 296 a 302, quadruplicano i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose che passano da 6 a 25, salgono gli incendi boschivi, cresce l'incidenza dell'abusivismo edilizio e soprattutto la piaga della corruzione con il raddoppio delle denunce e degli arresti. Questa la fotografia del rapporto Ecomfia 2013 di Legambiente, realizzato grazie al contributo delle forze dell'ordine.

    Ministro Orlando: piattaforma anticriminalità parta da Calabria. "La vera piattaforma per combattere la criminalità penso oggi debba essere la Calabria che insieme all'area di Caserta, la cosidetta Terra dei fuochi, ha bisogno di un segnale forte di presenza dello Stato". Lo afferma il ministro Andrea Orlando parlando di reati contro l'ambiente nel corso della presentazione del rapporto Ecomafia 2013. "Lì, in quei luoghi, c'é stata un'evoluzione di illegalità ambientale - osserva Orlando - e la forza criminale sul territorio significa che c'é debolezza dello Stato. Serve un rafforzamento dei controlli - aggiunge - dopo esserci andato all'inizio del mio mandato giovedì tornerò là, per annunciare anche qualche iniziativa con la collaborazione di Legambiente". Per il ministro "la rimonta dello Stato, in questi territori spogliati della legalità, non si realizza solo con una visita o con un decreto ma con la costanza e la presenza".
    Gruppo di lavoro su ecoreati. Presto ci sarà un gruppo di lavoro che affronterà il tema degli eco-reati, con l'obiettivo di dare strumenti adeguati alla magistratura per combattere i crimini contro l'ambiente. Lo annuncia il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando intervenendo alla presentazione del rapporto Ecomafia 2013 realizzato da Legambiente. "Dall'inizio del mio lavoro è una priorità - afferma Orlando - Presso il ministero si sta costituendo un gruppo di lavoro che sarà coordinato dal magistrato Raffaele Piccirillo. Il ministero della Giustizia è stato già sentito sul tema. La direzione di marcia - prosegue il ministro - è quella che da anni ripetiamo: consentire alla magistratura di avere gli strumenti per intervenire contro i fenomeni crescenti di criminalità. Dobbiamo avere consapevolezza - conclude - di quali danni hanno prodotto decenni di reati ambientali per il nostro Paese"

    Un business da 16.7 mld. Un fatturato di 16,7 miliardi di euro, 34.120 reati accertati, 28.132 persone denunciate, 8.286 sequestri. E come se non bastasse, aumenta il numero dei 'clan' criminali che si spartiscono la torta, passando da 296 a 302, e quadruplicano i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose che passano da 6 a 25, salgono gli incendi boschivi, cresce l'incidenza dell'abusivismo edilizio e soprattutto la piaga della corruzione con il raddoppio delle denunce e degli arresti. E' una fotografia impietosa quella scattata dal ventesimo rapporto sull'illegalità ambientale 'Ecomafia 2013' realizzato da Legambiente con il contributo delle Forze dell'Ordine. "Va sviluppata la più attenta vigilanza da parte delle istituzioni - afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - affinché, attraverso il ricorso a tutti i più efficaci mezzi di indagine e coordinamento investigativo, sia assicurato il massimo contrasto delle attività illecite contro l'ambiente". Per il capo dello Stato è poi necessario "far crescere, specie tra le giovani generazioni, la cultura del rispetto e della difesa dell'ambiente". Intanto il Governo, con il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, dichiara lotta serrata alle ecomafie. Orlando, che guarda a "un coordinamento delle Forze dell'Ordine", annuncia un gruppo di lavoro presso il ministero dell'Ambiente - coordinato dal magistrato Raffaele Piccirillo - che affronterà il tema degli eco-reati, con l'obiettivo di dare strumenti adeguati alla Magistratura per combattere i crimini contro l'ambiente. Il 45,7% dei reati è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: la Campania è prima sia nel ciclo del cemento che nei rifiuti; seguono Sicilia, Calabria e Puglia; poi il Lazio, con un numero di reati in crescita. La prima regione del nord Italia è la Liguria. Il comando dei reati nel settore rifiuti è in mano alla Campania, seguita da Calabria e Puglia. Anche in questa filiera illegale la provincia di Napoli è al primo posto, seguita da Vibo Valentia (più 120% di reati). Il ministro Orlando parla di un Piano per bonificare le discariche abusive ed evitare le sanzioni europee; un tema su cui "ho chiesto una mano al Mef per individuare le risorse" e su cui "il ministro Saccomanni è stato propositivo". Nel ciclo del cemento la Puglia, per numero di persone denunciate, é la prima regione d'Italia; la leadership tra le regioni del nord tocca alla Lombardia, mentre in Trentino Alto Adige gli illeciti sono quasi triplicati. Tra le nuove opportunità colte dalla criminalità c'é l'estero. La roba che 'salta' il ciclo legale finisce in Corea del Sud, Cina e Hong Kong, Indonesia, Turchia e India. La corruzione, definita come una vera e propria "piaga", viaggia a gonfie vele in Campania (195 persone denunciate e arrestate), in Calabria (prima per arresti con 280), e in Lombardia (prima per inchieste con 20). Sotto scacco finisce anche il made in Italy (nel 2012 più di 11 reati al giorno per l'agroalimentare) e il patrimonio artistico (che costa un punto di Pil). Per il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, "l'economia delle ecomafie continua a proliferare nonostante la crisi"; Enrico Fontana, responsabile dell'Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente, chiede "l'introduzione dei delitti ambientali nel nostro codice penale". Molti d'accordo su questa linea, dal presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci al governatore della Puglia Nichi Vendola al sottosegretario Erasmo D'Angelis.

    La mappa delle ecomafie: In Italia sono stati 34.120 i reati contro l'ambiente nel 2012, 28.132 le persone denunciate, 161 le ordinanze di custodia cautelare, 8.286 i sequestri, per un giro di affari di 16,7 miliardi di euro gestito da 302 clan. Questi alcuni dati del nuovo rapporto 'Ecomafia 2013' realizzato da Legambiente. Il 45,7% dei reati - spiega Legambiente - è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia) seguite dal Lazio, con un numero di reati in crescita rispetto al 2011 (più 13,2%) e dalla Toscana, che sale al sesto posto, con 2.524 illeciti (più 15,4%). Prima regione del nord Italia, la Liguria (1.597 reati, più 9,1% sul 2011). Da segnalare per l'incremento degli illeciti accertati anche il Veneto (più 18,9%), e l'Umbria, passata dal sedicesimo posto del 2011 all'undicesimo del 2012. Ecco la mappa dell'illegalità ambientale in Italia nel 2012 (Regione, infrazioni, percentuale, denunce, arresti, sequestri): - Campania: 4.777 (infrazioni accertate); 14% (sul totale); 3.394 (persone denunciate); 34 (persone arrestate); 1.153 (sequestri effettuati);

    - Sicilia: 4.021; 11,8%; 2.938; 25; 926; 3;
    - Calabria: 3.455; 10,1%; 2.485; 20; 723; 4;
    - Puglia: 3.331; 9,8%; 3.251; 28; 1.303; 5
    - Lazio: 2.800; 8,2%; 2.045; 6; 518; 6;
    - Toscana: 2.524; 7,4%; 1.989; 2; 596; 7;
    - Sardegna: 2.208; 6,5%; 2.698; 15; 643; 8;
    - Liguria: 1.597; 4,7%; 1.428; 1; 216; 9;
    - Lombardia: 1.390; 4,1%; 1.308; 14; 432; 10;
    - Emilia-Romagna: 1.035; 3%; 944; 0; 310; 11;
    - Veneto: 995; 2,9%; 939; 1; 196; 12;
    - Umbria: 953; 2,8%; 769; 0; 170; 13;
    - Basilicata: 952; 2,8%; 455; 8; 127; 14;
    - Abruzzo: 822; 2,4%; 741; 4; 158; 15;
    - Piemonte: 799; 2,3%; 757; 3; 13; 16;
    - Friuli Venezia Giulia: 769; 2,3%; 628; 0; 282; 17;
    - Marche: 668; 2%; 720; 0; 224; 18;
    - Trentino Alto Adige: 621; 1,8%; 309; 0; 77; 19;
    - Molise: 358; 1%; 272; 0; 7; 20;
    - Valle d'Aosta: 45; 0,1%; 62; 0; 19
    - Totale Italia: 34.120; 100%; 28.132; 161; 8.286

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