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    Procuratore Cafiero De Raho "Memoriale Lo Giudice non è casuale"

     

     

    Procuratore Cafiero De Raho "Memoriale Lo Giudice non è casuale"

    13 giu 13 "E' evidente che non è casuale il memoriale di Lo Giudice. Evidentemente viene fuori in un certo momento in base, devo credere, a qualche cosa. Ma è chiaro che tutto questo, al momento, è solo un'ipotesi. Se ne occuperanno le Procure competenti". A dirlo è stato il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho. "A chiunque di voi - ha detto il procuratore - è apparso chiaro che nel momento in cui viene fuori un memoriale si scatenano tante altre fonti che gridano al complotto e hanno come sfondo una serie di tante altre vicende, come ho potuto leggere dai quotidiani anche oggi". "Per quanto ci riguarda - ha concluso Cafiero De Raho - continueremo i nostri approfondimenti sul campo investigativo strettamente legato alla nostra competenza. Senza entrare, naturalmente, nella competenza degli altri Uffici".

    Atti a Perugia e Catanzaro. "Tralasciando il fatto che il memoriale di Lo Giudice è stato inviato anche alla Procura di Catanzaro, stiamo formando due fascicoli che andranno, uno alla Procura di Perugina, l'altro alla Procura di Catanzaro, perché entrambe possano verificare quale sia la consistenza e la fondatezza del memoriale". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, a margine di una conferenza stampa su un'operazione dei carabinieri, in merito al memoriale col quale l'ex collaboratore Antonino Lo Giudice ha ritrattato tutte le sue accuse prima di rendersi irreperibile. Nel memoriale Lo Giudice sostiene di essere stato "manovrato" dalla Dda di Reggio Calabria e fa i nomi dell'ex procuratore Giuseppe Pignatone, adesso a Roma. dell'aggiunto Michele Prestipino, del pm Beatrice Ronchi e dell'ex capo della Mobile Renato Cortese, che oggi dirige la Squadra mobile di Roma. "Al memoriale, naturalmente - ha aggiunto Cafiero De Raho - verranno allegati tutti gli atti che la Procura di Reggio ha compiuto, non in relazione al memoriale, ma a tutta una serie di altri approfondimenti che deve compiere su versanti diversi". Sull'autenticità del memoriale Federico Cafiero De Raho ha risposto che la verifica "spetterà alla Procura di Perugia ed a quella di Catanzaro. Noi siamo interessati solo ad alcuni contenuti marginali che fanno riferimento ad un campo investigativo molto più ampio sul quale sta già indagando da tempo la Procura di Reggio". Riferendosi poi alla dichiarazione del pm della Direzione nazionale antimafia Roberto Pennisi che ha riferito che l'ex capo della squadra mobile di Reggio Calabria Luigi Silipo, al quale aveva manifestato i suoi dubbi circa il modo in cui erano stati condotti gli accertamenti sulle dichiarazioni di Lo Giudice, gli aveva risposto di essere stato costretto, Cafiero De Raho ha sostenuto che "non deve sfuggire a nessuno che si tratta di questioni che sfuggono totalmente alla mia diretta verifica". "C'é un'udienza preliminare che è stata rinviata al 27 giugno e certamente in quella sede il magistrato che rappresenta l'Ufficio del pm farà ciò che è necessario per accertare la verità" ha aggiunto Cafiero De Raho riferendosi all'udienza davanti al gup a cui i legali dell'ex numero due della Dna Alberto Cisterna hanno presentato la dichiarazione di Pennisi. "Lo Giudice - ha concluso Cafiero De Raho - nell'ambito dei dibattimenti in cui è intervenuto fino a che è stato presso il domicilio protetto, ha sempre confermato le dichiarazioni precedentemente riferite. Addirittura, nel corso di una udienza, ha ringraziato per il trattamento che aveva avuto. Poi, improvvisamente, vi è stato un memoriale e Lo Giudice si è allontanato. Dichiarazioni che lo stesso aveva reso nel contraddittorio delle parti".

    Memoriale fuori da processo a Milano. L'ormai noto memoriale di Antonino Lo Giudice, il pentito di 'ndrangheta 'sparitò nei giorni scorsi dopo aver ritrattato tutte le sue dichiarazioni rese ai magistrati, rimane 'fuori', al momento, dal processo milanese d'appello alla presunta cosca dei Valle-Lampada, malgrado le richieste delle difese di acquisirlo come "prova nuova e sopravvenuta" nel fascicolo del dibattimento, perché "questa ritrattazione è di importanza fondamentale in questo giudizio e fa cadere la presunta associazione mafiosa". I giudici della quarta sezione penale della Corte d'Appello (presidente Luigi Martino) hanno deciso, infatti, di rinviare alla fase delle discussioni ogni questione relativa alla riapertura del processo, compresa l'acquisizione del memoriale di Lo Giudice. Una decisione che lascia intendere che molto difficilmente il documento del pentito entrerà come prova nel processo. 'Ingresso' che era stato richiesto da molti legali, tra cui Giuseppe Nardo, Ivano Chiesa, Amedeo Rizza e Manlio Morcella. Molti dei difensori, tra l'altro, sono sostituiti oggi in aula da avvocati d'ufficio, dopo la protesta di dieci imputati nella scorsa udienza: hanno, in sostanza, rinunciato a difendersi perché i giudici, a loro dire, hanno già "scritto" il verdetto di condanna. Secondo le difese, il memoriale di Lo Giudice (affidato nei giorni scorsi all'avvocato Nardo), nel quale il pentito ritratta anche le sue rivelazioni sugli attentati del 2010 a Reggio Calabria, fa cadere "l'impalcatura dell'accusa" nel processo ai Valle-Lampada (in primo grado 13 condanne). Come hanno spiegato i legali, infatti, "Lo Giudice (che venne sentito in aula in primo grado, ndr) nega ora di aver mai conferito la dote della 'Santa' a Fortunato e Francesco Valle" e di aver mai conosciuto Pasquale Condello, detto il 'Supremo', e di essere mai stato un rappresentante della 'ndrangheta. ''Ma quali affiliazioni, quale padrino, non esiste nulla, ho letto tutto nei libri", scrive Lo Giudice, ora irreperibile, nel documento che ha chiesto esplicitamente che venga depositato nel "processo di Milano (Valle)". Il processo proseguirà con l'intervento del sostituto pg. Altre udienze fissate per il 18 e il 19 giugno.

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