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    Faida nel reggino, un arresto della Mobile

     

     

    Faida nel reggino, un arresto della Mobile

    Priolo08 giu 13 Personale del Commissariato di polizia di Gioia Tauro e della squadra mobile di Reggio Calabria ha arrestato Giovanni Priolo, 57 anni, (nella foto) per il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, avvenuto il 14 dicembre 2011 nella faida tra le famiglie Brandimarte-Perri e Priolo. Priolo, secondo l'accusa, avrebbe agito insieme al fratello Giuseppe, poi ucciso il 26 febbraio 2012, e Francesco Bagalà, assassinato il 26 dicembre 2012. Già 7 persone sono state arrestate per la faida.

    Questore "Cattura conclude faida". ''Con la cattura di Giovanni Priolo consideriamo chiusa, al di là delle indagini destinate ad individuare il contesto nel quale è maturata, la cosidetta faida di Gioia Tauro". Lo ha detto il questore di Reggio Calabria Guido Longo commentando i risultati dell'operazione Lowland Fear insieme al procuratore della Repubblica di Palmi Giuseppe Creazzo, al capo della squadra mobile reggina Gennaro Semeraro ed al dirigente del Commissariato di Gioia Tauro Angelo Morabito. "E' stata un'indagine molto bella - ha aggiunto - condotta con dovizia di particolari e metodi investigativi tradizionali su una faida che ha turbato l'ordine e la sicurezza pubblica a Gioia Tauro. Aver messo fine, come riteniamo, ad un intreccio di delitti e vendette è un successo ed un risultato che meritano di essere pubblicizzati". "L'arresto di Giovanni Priolo, accusato del tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte - ha detto il procuratore Creazzo - è il risultato di indagini importanti e complesse che ancora una volta hanno dovuto prescindere da qualsiasi apporto anche da parte di coloro che colpiti duramente negli affetti si sono sottratti a qualsiasi collaborazione con le forze dell'ordine. Il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte è uno degli episodi, il secondo, della catena di delitti che ha insanguinato Gioia Tauro in questi anni. L'arresto odierno rappresenta un nuovo importante tassello che collega inequivocabilmente tutti gli episodi di sangue dell'ultimo anno e mezzo". "Allo stato - ha concluso Creazzo - non emerge alcuna aggravante di matrice mafiosa, al di là delle contiguità che possono esserci a livello individuale, familiare o territoriale. Al momento si presentano come 'delitti ordinari' che, anche se non meno gravi, ci consentono di operare come Tribunale ordinario"

    Faida iniziò da omicidio figlio. Giovanni Priolo, l'uomo arrestato stamani dalla polizia per tentato omicidio, è il padre di Vincenzo Priolo, ucciso l'8 luglio 2011 all'età di 29 anni. Un omicidio, quest'ultimo, che ha dato il via alla faida con i Brandimarte-Perri. Giovanni Priolo è ritenuto dagli investigatori legato alla cosca di 'ndrangheta dei Piromalli ed e' suocero di Girolamo Piromalli, attualmente detenuto. Il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, contro cui furono sparati 11 colpi di pistola e due di fucile, per la Procura di Palmi, diretta da Giuseppe Creazzo, e gli investigatori del commissariato di Gioia Tauro e della squadra mobile reggina rappresentò la vendetta posta in essere dalla famiglia Priolo nei confronti di quella dei Brandimarte per vendicare la morte di Vincenzo Priolo. Infatti Giuseppe Brandimarte è il fratello di Michele (52), zio, quest'ultimo, dell'allora latitante Vincenzo Perri (30), autore materiale dell'omicidio di Vincenzo Priolo, arrestato il 17 marzo 2013 e già condannato con rito abbreviato in primo grado il 27 novembre 2012 a 18 anni di reclusione. Dopo il tentato omicidio di Brandimarte si è registrata una serie di delitti nei confronti della famiglia Priolo o di soggetti ritenuti fedelissimi. Il 26 febbraio 2012 è stato ucciso Giuseppe Priolo (53), zio di Vincenzo. Il 7 settembre dello stesso anno è stato danneggiato con una bomba un distributore di carburante che fino al 31 dicembre 2011 era gestito da Vincenzo Priolo. Inoltre, nell'abitazione adiacente il distributore, risultava residente Maria Rita Priolo, sorella di Vincenzo e moglie di Girolamo Piromalli, detto "Mommo", boss dell'omonima cosca mafiosa, ora detenuto. Il 26 dicembre 2012 è stato ucciso Vincenzo Francesco Bagalà (23) ritenuto vicino ai Priolo. L'11 gennaio 2013 un ordigno costituito da 400 grammi di tritolo su cui erano innestati due detonatori del tipo usato per le cave, collegati ad un apparato ricevente che poteva attivare l'esplosivo tramite radiocomando, è stato collocato davanti l'abitazione di Giovanni Priolo. Il 29 aprile scorso la polizia ha arrestato sei persone della famiglia Brandimarte accusate di omicidio in concorso di Giuseppe Priolo.

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